Vera antologia della fotografia modernista, la collezione della rivista belga «Variétés» è in mostra dal 24 giugno al 22 ottobre nel museo Huis Marseille con immagini d’epoca, copertine originali e frammenti di film, a cominciare dal film muto del tedesco E.A. Dupont del 1925, che dà il nome al mensile illustrato. Pubblicata fra il ’28 e il ’30 dal critico, collezionista e gallerista P. G. van Hecke (Gand, 1887-Ixelles, 1967), «Variétés» richiama il linguaggio visivo d’avanguardia sviluppato fra le due guerre da artisti come Man Ray, László Moholy-Nagy, Eugène Atget, Eli Lotar, e da pioniere della fotografia come Germaine Krull, Berenice Abbott e Florence Henri.
Le nature morte, la città moderna con le sue macchine, la poesia della strada e gli esperimenti fotografici (come le riprese aeree, i close up estremi, i raggi X e la doppia esposizione) sono i temi della mostra che ripercorre la breve vita della rivista, specchio dello spirito di una nuova epoca. Il suo carattere non convenzionale e inconfondibilmente surrealista si deve soprattutto all’artista e curatore E.L.T. Mesens (Bruxelles, 1903-71), già fondatore con Van Hecke della galleria L’Époque a Bruxelles.
È sua la scelta di accostare in tono ironico ed enigmatico le immagini firmate dai fotografi d’avanguardia a fotografie anonime, cartoline e fotogrammi di film, in un grande collage che unisce le arti. Riscoperta per caso negli archivi dell’Amsab (l’istituto di storia sociale del Belgio), la collezione «Variétés» offre una prospettiva inedita sull’esperienza dell’avanguardia europea.