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Martin Brémond e Mathieu Capela

Foto Thomas Marroni. Courtesy Bremond Capela

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Martin Brémond e Mathieu Capela

Foto Thomas Marroni. Courtesy Bremond Capela

La galleria Cadet Capela diventa Brémond Capela

Uno dei soci fondatori lascia l’attività, ma il marchio parigino di arte contemporanea non demorde e continua sotto un nuovo nome la sua linea incentrata sugli artisti americani e sui talenti che vivono nella capitale francese

Alexandre Crochet

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La galleria Cadet Capela cambia nome. «La galleria Cadet Capela continua la sua evoluzione e diventa Brémond Capela», annuncia un’insegna. Julien Cadet, cofondatore della galleria parigina di arte contemporanea nel 2018, insieme a Mathieu Capela, ha deciso infatti di lasciare l’attività. «La galleria si sta evolvendo e Julien Cadet, che ha meno tempo per dedicarvisi rispetto a prima, si ritira», confida Martin Brémond, che è entrato a far parte dell’azienda come socio nel 2024 e il cui nome appare ora «per esteso».
Brémond Capela continua la sua audace programmazione con la prima mostra a Parigi dedicata all’artista pioniera americana Betty Tompkins. Questa mostra, la cui apertura è prevista per il 26 aprile 2025, «metterà in luce il lavoro di Tompkins, nota per i suoi dipinti provocatori e impegnati, che mettono in discussione i codici di rappresentazione del corpo femminile». Il suo lavoro visionario e provocatorio doveva essere esposto in una galleria a Parigi nel 1973... ma era stato rifiutato dalla dogana! «L'artista è stata censurata per tutta la vita, anche sui social network», sottolinea Martin Brémond. Al di là della sessualità, banalizzata da Internet, la mostra tratterà ampiamente il tema della censura, sempre attuale.
Questa presentazione si inserisce nella continuità della galleria, che si distingue per il suo impegno nei confronti di artisti che affrontano temi sociali e politici in modo innovativo. Mette in evidenza anche il modo di collaborare del marchio francese, che si è avvicinato alla galleria P.P.O.W di New York per poter mostrare Betty Tompkins a Parigi. «Una collaborazione a doppio senso, che ci permette anche di mostrare i nostri artisti laggiù. Il nostro obiettivo non è quello di diventare una succursale di New York, ma di mostrare a Parigi artisti americani poco o mai esposti qui, in alternanza con giovani artisti con sede a Parigi», sottolinea ancora Martin Brémond. Dopo un rapido avvio della galleria, che ha contato su una clientela prevalentemente americana, il dealer confida che i loro acquirenti stanno cambiando. «Oggi i nostri collezionisti stanno cambiando, ci sono infatti più europei», conclude.

Alexandre Crochet, 10 aprile 2025 | © Riproduzione riservata

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