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La rivoluzione è russa

Myriam Zerbi

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Prodotta dal Grimaldi Forum Monaco e curata da Jean-Louis Prat, è aperta fino al 6 settembre all’Espace Ravel del Grimaldi Forum la mostra «Da Chagal a Malevic, la rivoluzione delle avanguardie». Giungono dai più importanti musei russi e da alcuni tra i maggiori musei europei 150 opere di una quarantina di artisti che, tra il 1905 e il 1930, rivoluzionano il modo di fare e di pensare l’arte, in un’epoca in cui elettricità, ferrovia e automobile avevano trasformato usi e costumi della società del XX secolo, e la caduta dell’Impero avrebbe dato inizio a un mondo nuovo. Alla base della rivoluzione in campo artistico, che avviene di pari passo con quella politica e sociale che porterà alla Rivoluzione d’ottobre del 1917, c’è lo scambio dinamico tra la Francia e la Russia: artisti russi (Tatlin, Chagall e Kandinskij) si recano a Parigi e artisti francesi lavorano per collezionisti russi (in particolare Sergej Schukin e Ivan Morozov), che raccolgono capolavori di Picasso, Gris e Braque. Una scenografia, dominata da emblematiche forme geometriche (quadrato, cerchio e croce) e realizzata dallo stesso curatore guida, guida il visitatore attraverso l’avanguardia. Si parte da Chagall, fedele alla cultura russa ed ebraica, interpretata però alla luce del Cubismo e, attraverso il Raggismo di Larionov e della Goncharova, si prosegue con il Cubofuturismo che unisce la portata sovversiva del Cubismo al dinamismo futurista, e il Costruttivismo di Tatlin, per giungere all’astrazione con il Suprematismo di Malevic. 

Myriam Zerbi, 21 luglio 2015 | © Riproduzione riservata

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