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Per il terzo anno consecutivo, Frieze New York ospita circa 65 gallerie allo Shed

Courtesy Frieze. Foto: Casey Kelbaugh

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Per il terzo anno consecutivo, Frieze New York ospita circa 65 gallerie allo Shed

Courtesy Frieze. Foto: Casey Kelbaugh

La solidità di Frieze New York

Accanto alla fiera un numero crescente di eventi satellite e settimane di aste testimoniano la resilienza del settore in un clima macroeconomico turbolento

 

Carlie Porterfield

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Frieze New York (7-11 maggio), giunge quest’anno alla sua tredicesima edizione. Le settimane che hanno preceduto Frieze sono state turbolente per il mondo dell’arte. Secondo l’ultima edizione dell'Art Market Report dell'economista Clare McAndrew, pubblicato da Art Basel e UBS ad aprile, le vendite globali di opere d’arte e oggetti d’antiquariato hanno registrato un calo del 12% nel 2024, trainato dal rallentamento della crescita nella fascia più alta del mercato. Le decisioni altalenanti del presidente Donald Trump sui dazi internazionali hanno mandato il mercato azionario sulle montagne russe. Una settimana prima della fiera, Endeavor, proprietaria di Frieze, ha annunciato l’acquisizione di Frieze da parte di una nuova società fondata da Ari Emanuel, ex amministratore delegato di Endeavor. Tuttavia, Christine Messineo, direttrice della fiera statunitense di Frieze, è ottimista sul fatto che le forti vendite registrate alla fiera di Los Angeles a febbraio continueranno anche nella sua controparte della costa orientale. «A Los Angeles c'è stato un bel po' di slancio e successo. Abbiamo registrato ottime vendite istituzionali», ha dichiarato prima dell’inizio della fiera di New York. «Alla fiera hanno partecipato grandi collezionisti. Speriamo che alcuni di loro continuino a tradurre il loro interesse in acquisti a New York».
Un segno di stabilità per Frieze New York è che, per il terzo anno consecutivo, la fiera ospita circa 65 gallerie allo Shed, tra cui le mega-gallerie che hanno reso famosa la fiera, come Gagosian, David Zwirner, Hauser & Wirth, Pace e White Cube. Queste gallerie non occupano solitamente stand all’Armory Show di settembre, una fiera più grande ora anch'essa di proprietà di Frieze. Nonostante alcune speculazioni iniziali secondo cui Frieze avrebbe unito le due fiere di New York in un unico evento dopo l’acquisizione del 2023, sembra che le due fiere occupino volutamente spazi diversi nel mercato dell’arte.
Gagosian allestisce uno stand dedicato alle sculture di Jeff Koons della serie «Hulk Elvis». Lo stand di Pace è stato curato dall’artista Adam Pendleton, che ha appena visto 35 opere della sua mostra del 2021 «Who Is Queen?» acquisite dal Museum of Modern Art, e consiste nei suoi dipinti affiancati dalle sculture di Lynda Benglis. David Zwirner presenta uno stand personale con le nuove opere di Sherrie Levine, mentre quello di White Cube include lavori di Tracey Emin, Christine Ay Tjoe e Georg Baselitz. Thaddaeus Ropac espone le nuove opere di David Salle, Baselitz, Martha Jungwirth e Megan Rooney, mentre la Jenkins Johnson Gallery ha uno stand personale dedicato all'artista sudafricana Esther Mahlangu.

Hulk (Tubas), opera di Jeff Koons (2004-18), conferisce forza allo stand di Gagosian a Frieze. © Jeff Koons/Incredible Hulk™/Marvel. Tutti i diritti riservati; Foto: Ela Bialkowska, OKNOstudio. Courtesy Palazzo Strozzi e Gagosian.

La sezione Focus di Frieze offre opportunità a gallerie e artisti emergenti; quest’anno, sette dei dodici espositori di Focus partecipano alla fiera per la prima volta, tra cui le vivaci gallerie newyorkesi King’s Leap e Management, la Voloshyn Gallery di Kiev, in Ucraina (che gestisce anche uno spazio a Miami) e la Public Gallery di Londra. Voloshyn presenta uno stand personale dell’artista ucraino Nikita Kadan, mentre Public espone le opere di Danielle Brathwaite-Shirley, i cui lavori interattivi combinano interfacce di videogiochi e misticismo per affrontare temi sociopolitici di attualità.
«Queste gallerie internazionali stanno utilizzando la fiera di New York come un’opportunità per introdurre artisti più affermati nel mercato newyorkese», afferma Messineo. «È un momento di scoperta, non solo di voci giovani ed emergenti, ma anche di voci che possono avere una presenza internazionale ma che non sono state necessariamente esposte in precedenza a New York o negli Stati Uniti».
 

L’opera Ndebele Abstract (Diptych) (2021) dell’artista sudafricana Esther Mahlangu spicca per i colori e le forme geometriche nello stand della Jenkins Johnson Gallery a Frieze. Courtesy l’artista e Jenkins Johnson Gallery

«Questo è un momento di scoperta, non solo di voci giovani ed emergenti, ma anche di voci che possono avere risonanza internazionale ma che non sono state necessariamente mostrate in precedenza a New York o negli Stati Uniti», afferma Christine Messineo, direttrice della fiera Frieze negli Stati Uniti. Courtesy Frieze; Foto: Casey Kelbaugh

Frieze ha anche collaborato con la vicina High Line Art per commissionare performance durante la fiera e negli spazi pubblici della sede della fiera, lo Shed, nonché lungo il parco sopraelevato High Line a Chelsea. Uno di questi progetti è «The Pin» di Pilvi Takala, artista visiva e performativa finlandese.
«Non posso dire molto al riguardo, perché gran parte del progetto riguarda interazioni inaspettate, che sono spesso alla base della pratica artistica di Pilvi», spiega Messineo. «Lei riflette spesso sulle diverse società o organizzazioni a cui abbiamo accesso e sulle differenze tra pubblico e privato».

Costellazione di fiere satellite
In concomitanza con Frieze si tiene la fiera New Art Dealers Alliance (Nada, 7-11 maggio), che quest’anno accoglie 120 gallerie allo Starrett-Lehigh Building, a pochi isolati da Frieze. Secondo gli organizzatori di Nada, quasi la metà delle gallerie partecipanti espone per la prima volta. Un’altra fiera satellite degna di nota è Independent New York (8-11 maggio), che ospita 82 gallerie a Tribeca. Quest’anno la fiera lancia Independent Debuts, un'iniziativa che formalizza la sua reputazione di luogo dove scoprire artisti emergenti e trascurati. La sezione inaugurale Independent Debuts presenta le prime presentazioni personali a New York di 25 artisti, tra cui i dipinti fotorealistici di insalate di Adam Higgins allo stand della Chris Sharp Gallery. Più a sud si svolge la 1-54 Contemporary African Art Fair (8-11 maggio), la prima e unica fiera internazionale dedicata all’arte contemporanea africana e alla diaspora africana. Quest’anno, per la sua undicesima edizione nella città, la fiera porta 26 espositori all’Halo, uno spazio eventi al 28 di Liberty Street nel Financial District.
La European Fine Art Foundation (Tefaf, 9-13 maggio) prosegue oltre Frieze e offre una vasta gamma di oggetti, dall’antiquariato all’arte contemporanea. Dei 91 espositori provenienti da tutto il mondo, 13 sono nuovi, mentre quattro tornano alla fiera di New York dopo un’assenza. L’edizione di quest'anno segna il debutto a New York della Tefaf sotto la guida del nuovo amministratore delegato Dominique Savelkoul.
Torna anche per la seconda volta, Esther (6-10 maggio), la fiera alternativa lanciata da due galleriste estoni: Margot Samel, che gestisce l’omonima galleria a New York, e Olga Temnikova della Temnikova & Kasela di Tallinn. Esther II, come è stata soprannominata, accoglie 25 espositori nella storica Estonian House di New York.
Proprio mentre Tefaf New York volge al termine, le case d’asta della città entreranno nel vivo, con Bonhams, Christie’s, Phillips, Sotheby’s e altre che terranno le loro importanti vendite primaverili di Old Masters, arte moderna e contemporanea. Nonostante le previsioni economiche poco rosee, saranno messi all’asta molti lotti prestigiosi e collezioni di grande valore: da Christie’s, la collezione di Leonard e Louise Riggio con opere di Andy Warhol, Jean-Michel Basquiat e Claude Monet stimate in decine di milioni di dollari, a Sotheby's, che propone opere provenienti dalle collezioni personali di due galleriste di grande gusto: Daniella Luxembourg e la defunta Barbara Gladstone.

Carlie Porterfield, 07 maggio 2025 | © Riproduzione riservata

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