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La telegenia di Warhol & C.

Victoria Stapley-Brown

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La serie televisivo dello scrittore e produttore Rod Serling, «The twilight Zone», originariamente in onda negli Stati Uniti dal 1959 al 1964 (e trasmessa in Italia col titolo «Ai confini della realtà», Ndr), è spesso considerato come un sottoprodotto delle ansie della Guerra Fredda. Ma anche il Surrealismo ha influito su quel programma di fantascienza, ed è solo uno dei molti legami tra la televisione e l’avanguardia. Una connessione tra le tante prese in esame nella mostra «Revolution of the Eye: Modern Art and the Birth of American Television», al Jewish Museum di New York dal primo maggio al 20 settembre. «I pionieri della televisione erano affascinati dall’avanguardia e dall’arte moderna. Sposarono il Modernismo e guardarono all’arte come a un modello di ciò che poteva essere la televisione nella sua massima espressione», spiega Maurice Berger, curatore della mostra, coorganizzata dal Jewish Museum e dal Center for Art, Design and Visual Culture dell’Università del Maryland. In mostra circa 260 pezzi, tra cimeli, spezzoni di film e opere di artisti come Roy Lichtenstein, Man Ray e Georgia O’Keeffe. La mostra, continua Berger, «affronta il Modernismo e l’avanguardia nella loro influenza formale e politico-sociale sul mezzo televisivo, all’epoca ai suoi esordi». Alcuni rapporti sono più evidenti di quelli con il Surrealismo; nella neonata televisione, ad esempio, apparvero molti artisti. La rassegna comprende infatti spezzoni del programma «What’s My Line?» nel quale Salvador Dalí era l’ospite misterioso. Tra i tanti artisti che all’epoca finirono sul piccolo schermo troviamo John Cage, Willem de Kooning e Marcel Duchamp. Ad Andy Warhol, che, come ricorda Berger, era «uno dei pochi artisti a non perdere mai il suo fascino quando appariva in televisione», è dedicata una sezione ad hoc alla fine della mostra. Qui figura uno dei pezzi forti della rassegna, in prestito dalla Kramlich Collection di San Francisco: l’unica copia conosciuta di «Underground Sundae», una pubblicità di un minuto realizzata da Warhol per il gelato Schrafft, mandata in onda molto di rado dalla prima apparizione nel 1968. La mostra presenta inoltre il modo in cui la televisione agli esordi proponeva e promuoveva l’architettura e il design di avanguardia. Oggetti come la sedia di Eero Saarinen per il set dell’«Ed Sullivan Show», sono esposti insieme a uno spezzone dal programma. È esposto anche il modello in scala originale per l’edificio della Cbs di New York progettato da Saarinen e inaugurato nel 1965. La rassegna si sposterà in altre sedi, tra cui la Addison Gallery of American Art di Andover, il Center for Art, Design and Visual Culture di Baltimora, e lo Smart Museum di Chicago.

Victoria Stapley-Brown, 27 aprile 2015 | © Riproduzione riservata

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