Una trentina di opere dal 1957 al 1977 compongono la mostra di Franco Angeli che la galleria Studio la Città ha allestito sino al 28 febbraio in collaborazione con l’Archivio Franco Angeli e Luca Massimo Barbero. Diversi i prestiti importanti anche da collezioni private, con alcuni inediti tra le opere esposte dell’artista di Piazza del Popolo che comprendono le carte provenienti dall’Archivio e la grande cianografia di oltre 4 metri intitolata «Usa Army» del 1966. Ci sono anche l’«Abbraccio Eterno» così come uno degli «Half Dollar» (1967) e «Felis Regalis», un’opera in tecnica mista su carta del 1970, e ancora «Rottura a sinistra» della metà degli anni ’70 e «Gabbia Capitolina» del 1977.
Si affiancano a questa mostra due personali di artisti della galleria: quella dell’americano Emil Lukas, classe 1964, porta il titolo «La lente narrativa e il bordo infinito del colore». Tre i gruppi di lavori raccolti in tre sezioni con le opere che l’artista definisce «a filo tondo», ma anche i nuovi dipinti a bolle («The thread and bubble works»), ottenuti attraverso diverse stesure di colore acrilico su tavola con l’ausilio di una griglia di alluminio forata, opere dove il colore ha una grande rilevanza. Categoricamente in bianco e nero sono invece i disegni che sono realizzati a inchiostro sumi su vetro e poi incorniciati in legno dipinto.
La terza mostra, «Sticky fictions. And things unstuck», è di Arthur Duff: nato nel 1973 in Germania da genitori americani, vive e lavora tra Vicenza e Venezia. Duff presenta una serie di nuove opere in cui si cimenta con un materiale nuovo, la ceramica, in forma tubolare e in associazione con il neon e la corda abitualmente utilizzati per i suoi lavori.