«Ritratto della famiglia Gozzadini» (1584) di Lavinia Fontana, Bologna, Pinacoteca Nazionale

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«Ritratto della famiglia Gozzadini» (1584) di Lavinia Fontana, Bologna, Pinacoteca Nazionale

Lavinia Fontana, la prima donna a lavorare come artista «normale»

Più di 60 opere, tra pale d’altare, ritratti, disegni, manoscritti e manufatti alla National Gallery of Ireland di Dublino in un allestimento a cura di Aoife Brady

La National Gallery of Ireland di Dublino ha da poco inaugurato la grande mostra «Lavinia Fontana. Pioniera e trasgressiva», aperta fino al 27 agosto. Ideata dalla curatrice Aoife Brady, l’esposizione presenta più di 60 opere, tra pale d’altare, ritratti, disegni, manoscritti e manufatti, che descrivono puntualmente le vicende della prima donna in Occidente a lavorare come artista «normale», senza scandalo e senza legami a conventi o corti, celebrando così anche la città di Bologna che con la sua vivacità culturale e ricchezza materiale le ha garantito questa possibilità.

La mostra si articola in cinque sezioni tematiche, che in parte seguono la cronologia della sua attività. Si apre con gli uomini che hanno riconosciuto il suo talento e sostenuto la sua carriera, in particolare il padre, il pittore Prospero Fontana, e il marito, l’imolese Gian Paolo Zappi: il contratto di matrimonio, un unicum e qui esposto, non prevede nessuna dote, anzi la possibilità per Lavinia di lavorare dopo sposata con il pieno supporto dello Zappi.

Seguono una serie di ritratti di studiosi, amici di famiglia che sicuramente pubblicizzarono la sua arte: Lavinia voleva infatti essere vista come una donna sofisticata e di cultura: si veda l’autoritratto su rame di fattura squisita, in prestito dalle Gallerie degli Uffizi. Bologna, parte dello Stato Pontificio, era gestita da molte famiglie aristocratiche, con la supervisione dell’illuminato cardinale Paleotti: un numero quindi vasto di nobildonne (seconda sezione) iniziarono a fare a gara per farsi ritrarre da lei.

Solo Lavinia Fontana in città sapeva dipingere la loro forza di carattere e la loro ricchezza, attentissima ai dettagli di abiti, pizzi e gioielli, che diventano tridimensionali attraverso l’uso sapiente dei pigmenti e del pennello, con il cui retro spesso incideva. Glorificava così anche la stessa città di Bologna, importante centro di produzione di seta e oreficeria. Tra tutti ha un posto d’onore il «Ritratto della famiglia Gozzadini» del 1584, in prestito dalla Pinacoteca Nazionale di Bologna, celebre per essere il primo commissionato da una donna a una donna e per le due «sopravesti» di garza con applicazioni di velluto nero, che ripetono motivi vegetali usati normalmente nelle sete damascate dell’epoca, come si vede in uno dei frammenti esposto accanto, proveniente dal Museo del Tessuto di Prato.

Lavinia Fontana ritrasse fanciulli con assiduità: lei stessa madre di 11 figli, di cui solo quattro raggiunsero l’età adulta, tragedia non rara nel Cinquecento ma pur sempre devastante per una madre, fu in grado di superare il rapporto pittore-committente, spesso entrando nella vita di queste famiglie e rappresentandone la prole con grande affetto. Negli anni Novanta inizia a dipingere ritratti allegorici, primo fra tutti l’«Autoritratto come Giuditta» del Museo Davia Bargellini di Bologna, manifesto della mostra stessa e quasi un’anticipazione di quello che farà con più violenza Artemisia Gentileschi, e opere a soggetto mitologico, nelle quali sembra spingersi al di là di quanto fosse considerato appropriato per una donna: è il caso di «Venere e Marte» della Fundación Casa de Alba di Madrid, dove i corpi nudi delle due divinità non nascondono il reciproco desiderio.

Chiude trionfalmente la mostra «Salomone e la Regina di Saba», capolavoro di Lavinia Fontana e parte delle collezioni del museo dal 1872. Un grande e recente lavoro di ricerca e restauro ha ridato vita alla grandissima tela, creando il pretesto per questa esposizione. Non una semplice narrazione biblica, il dipinto sembra ritrarre una corte principesca, e interessantissima è la nuova proposta di Aoife Brady di identificarvi Alfonso II d’Este e Margherita Gonzaga.

La mostra, che coincide con la nomina a direttore del museo di Caroline Campbell, prima donna a dirigere una galleria nazionale nelle isole britanniche, è accompagnata da un catalogo compilato da Aoife Brady, con saggi di quest’ultima, Babette Bohn e Jonquil O’Reilly.

«Lavinia Fontana. Pioniera e trasgressiva»,
a cura di Aoife Brady, Dublino, National Gallery of Ireland, 6 maggio-27 agosto 2023

L’autrice è Senior Consultant di Christie’s, Old Master Pictures Department, Londra

«Ritratto della famiglia Gozzadini» (1584) di Lavinia Fontana, Bologna, Pinacoteca Nazionale

Sandra Romito, 12 giugno 2023 | © Riproduzione riservata

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