Federico Castelli Gattinara
Leggi i suoi articoliÈ dal 1956, con Cesare Brandi, che l’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro (Iscr) collabora con l’Accademia dei Lincei per la conservazione di Villa Farnesina, il gioiello cinquecentesco che Agostino Chigi fece costruire come villa suburbana da Baldassarre Peruzzi e decorare da Raffaello, Sebastiano del Piombo, Giovanni da Udine, il Sodoma, Giulio Romano e Giovan Francesco Penni, oltre allo stesso Peruzzi. Negli anni Sessanta si partì con la Loggia di Galatea per poi passare via via alla Sala del Sodoma, alla Sala delle Prospettive, alla Loggia di Psiche e alla Saletta del Fregio, conclusa nel 2011. Nel settembre 2014, grazie a un finanziamento della Fondazione Isabel & Balz Baechi di Zurigo, si è avviato il restauro della Galleria delle Grottesche che versava in condizioni piuttosto critiche, prima con un cantiere didattico che ha tracciato le linee guida, poi tramite il Consorzio Recro che è intervenuto sulle lunette terminali e la porzione centrale in carta della volta (un clipeo con la figura di Giove, opera di restauro antico).
Si è partiti da una serie di analisi diagnostiche per approfondire aspetti poco chiari della storia conservativa e dell’impianto originario della galleria: rilievo fotografico 3D, analisi chimiche dei pigmenti, indagini multispettrali, esplorazione dell’estradosso della volta e analisi biologiche sui vari tipi di legno usati come supporto.
Le belle grottesche su fondo bianco, un genere di gran moda dopo il ritrovamento nel 1480 delle pitture della Domus Aurea neroniana, vennero infatti eseguite su una copertura in legno, una volta a botte a tutto sesto costruita con assi su centine, lunga circa 14 metri e larga oltre due. Nel 1927, dopo l’acquisto da parte dello Stato italiano, la villa subì una serie di trasformazioni per il suo adeguamento a Reale Accademia d’Italia. L’allora soprintendente Alberto Terenzio avviò per l’occasione dei restauri profondi, col rifacimento totale del settore adiacente alla finestra e l’esecuzione ex novo delle lunette terminali.
L’intervento odierno, da poco concluso, ha tra il resto affrontato anche il problema di armonizzare queste parti di restauro con quelle originali emerse dalla pulitura. E lo stesso per la porzione opposta della volta, dove sono state rinvenute tracce di un finto cassettonato. Le operazioni sono consistite in risanamento del supporto ligneo, consolidamento degli strati preparatori e della pellicola pittorica, pulitura, stuccatura delle tante lacune e reintegrazione secondo i principi brandiani di reversibilità e riconoscibilità. Una resina aldeidica finale è stata stesa a protezione, mentre l’illuminazione è stata rifatta a led. I lavori sono stati diretti da Francesca Romana Liserre, con la collaborazione di Federica Zalabra.
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