Come la scorsa edizione, il numero di espositori ad Art Basel a Basilea, dal 19 al 22 giugno (vip days il 17 e il 18 giugno), si avvicina nuovamente alle 3 centinaia, con 291 gallerie provenienti da 42 Paesi. La fiera è pronta a riunire ancora una volta il mondo dell’arte internazionale nel mese di giugno non dovendo temere che qualcuno dei suoi estimatori, dovendo scegliere, si rechi alla Biennale veneziana, prevista nel 2026. Nuovi espositori intanto, ben 18, hanno deciso di investire negli stand della Messe Basel, nel centro cittadino della più antica città universitaria di tutta la Svizzera, nonché capitale dell’omonimo cantone, che sorge vicino al confine con Francia e Germania (posizione strategica da non sottovalutare per chi si reca in fiera e vuole alloggiare «oltre i confini» dove può trovare soluzioni più alla portata di tutti).
Edizione 2024 di Art Basel. Cortesia di Art Basel
Chi sono le new entry? realtà che arrivano dall’Europa ma anche dall’Asia e dalle Americhe: Arcadia Missa (Londra) e François Ghebaly (Los Angeles, New York), che entreranno direttamente nel settore principale delle Gallerie, Edel Assanti (Londra) e Kosaku Kanechika (Tokyo) ospitate nel nuovo settore Premiere. Le altre 16 gallerie si uniranno per la prima volta ai settori Feature e Statements. In Feature, dedicato ai progetti storici troviamo Anat Ebgi (Los Angeles), Jean-Kenta Gauthier (Parigi), Galería Leandro Navarro (Madrid), Polka Galerie (Parigi), Repetto Gallery (Lugano) e Galerie Oskar Weiss (Zurigo). In Statements, settore che predilige audaci presentazioni personali di emergenti provenienti da tutto il mondo: Nir Altman (Monaco), Artbeat (Tbilisi), Fanta-MLN (Milano), Ginny on Frederick (Londra), Franz Kaka (Toronto), Kayokoyuki (Tokyo), Eli Kerr (Montreal) e Gunia Nowik Gallery (Varsavia). Il 26mo Baloise Art Prize, che prevede un premio in denaro di 30mila franchi svizzeri per ogni vincitore, sarà assegnato a un massimo di due artisti che esporranno a Statements. Inoltre verranno acquisite le opere degli artisti selezionati per donarle a due importanti musei europei, che organizzeranno personali con i lavori degli autori.
Stefanie Hessler. Foto di Jingyu Lin per Art Basel
Ma andiamo alle novità. Quest’anno infatti debutta, accanto al main sector, ad Unlimited e ai già citati Feature e Statements, «Premiere» che accoglierà gli espositori pronti a scommettere su opere nuove e pionieristiche create negli ultimi cinque anni da un massimo di tre autori. A sostenere le ricerche artistiche sono qua 10 gallerie tra cui spiccano: Edel Assanti (Londra), new entry ad Art Basel, che presenta l’americano Lonnie Holley noto per i suoi assemblaggi e gli ambienti immersivi realizzati con materiali effimeri; Jacky Strenz (Francoforte) con una personale della scultrice tedesca Lin May Saeed, scomparsa due anni fa, conosciuta per la sua intensa ricerca che trattava il rapporto tra gli esseri umani e gli animali; l’egiziana Gypsum Gallery (Cairo) che espone i nuovi dipinti di Dimitra Charamandas e fotografie analogiche di Basim Magdy, che riflettono il loro dialogo continuo sui paesaggi costieri e vulcanici come luoghi di cambiamento, erosione e rigenerazione. Altra sorpresa è l’«insediamento» in Messeplatz dell’artista tedesca Katharina Grosse, che con le sue installazioni su larga scala, sempre legate al territorio, crea indimenticabili esperienze visivo-immersive. Grosse utilizza solitamente l’architettura, la scultura e la pittura per le sue opere e quest’anno utilizzerà la sua pistola a spruzzo per trasformare la piazza antistante la fiera e i suoi dintorni per realizzare un ambiente cromatico vibrante (a cura di Natalia Grabowska, curatrice di architettura e progetti specifici della Serpentine Gallery di Londra).
La direttrice di Art Basel a Basilea Maike Cruse. Cortesia di Art Basel. Foto di Debora Mittelstaedt
Per chi ama le incursioni in città, torna Parcours, con il sottotitolo «Second Nature», di Art Basel, vetrina particolare di installazioni, sculture, interventi e performance site-specific situati in spazi pubblici e siti storici. Curato per il secondo anno da Stefanie Hessler, direttrice dello Swiss Institute di New York, il settore incoraggia i visitatori a esplorare il ricco patrimonio culturale e architettonico urbano grazie ad opere d’arte contemporanea che simolano alla riflessione e che creano nuovi dialoghi e prospettive. Parcours sarà incentrato sul tema della «Seconda Natura» e proporrà un’indagine tra i confini sempre più labili della vita e della bellezza. La rassegna d’arte pubblicasi estenderà lungo la Clarastrasse verso il Reno, includendo anche il grazioso hotel Merian, situato proprio sul fiume.
Uno scorcio della città che ospiterà Parcous vetrina particolare di installazioni, sculture, interventi e performance site-specific situati in spazi pubblici e siti storici. Cortesia di Art Basel
La direttrice di Art Basel a Basilea Maike Cruse, alla sua seconda edizione, ha dichiarato: «Sono entusiasta di accogliere ancora una volta il mondo dell’arte mondiale al nostro evento di punta a giugno. Art Basel 2025 promette di essere un momento decisivo, con la presentazione di una gamma diversificata di opere d’arte straordinarie, l’avvio di un dialogo internazionale e il rafforzamento della sua posizione come uno degli eventi più influenti del calendario artistico mondiale. Con un’impareggiabile selezione di gallerie, l’introduzione di nuovi entusiasmanti settori come Premiere, il ritorno di Parcours e una straordinaria installazione immersiva di Katharina Grosse, Art Basel continua a essere una potente piattaforma di scoperta e una forza trainante per lo scambio culturale, l'innovazione e l'espressione artistica». A giugno oltre alla ricca offerta della fiera, bisogna annotarsi le mostre da non perdere nei musei, sempre prodighi nell’accogliere i numerosi art lover con proposte di qualità. Ecco alcuni spunti: Vija Celmins alla Fondation Beyeler, ma anche la presentazione della Collezione Daros, e Jordan Wolfson nella stessa sede; Medardo Rosso al Kunstmuseum Basel; Steve McQueen allo Schaulager e Suzanne Lacy al Museum Tinguely, solo per dare un’idea. Non ci resta quindi che aspettare e consigliare preventivamente, tra una visita e un acquisto, una passeggiata e qualche piacevole scoperta, una sosta d’obbligo al City Lounge di Herzog & de Meuron, area pubblica al coperto all’ingresso dei padiglioni fieristici e punto di incontro per gli espositori locali e gli ospiti internazionali con la sua suggestiva apertura al centro, la «finestra sul cielo».
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La fiera milanese è alle porte e promette un’edizione in cui a farla da padrona sono la collaborazione, la partecipazione attiva, l’impegno per il dialogo e per la multidisciplinarietà e la capacità di intrecciare relazioni