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Luca Melegati
Leggi i suoi articoliÈ uscito recentemente, accompagnato da presentazioni a Roma ed a Londra, il catalogo di una delle più importanti collezioni private di porcellane esistenti in Italia, quella di Ludovico Vimercati Sanseverino: e andrà subito detto che la collezione, come il volume che la illustra, merita davvero attenzione. A cominciare dalla personalità del collezionista, con solide radici romane e lombarde: di queste radici, e delle opere ad esse legate, si parla nell’introduzione al volume di Alvar Gonzàlez-Palacios, in cui sfilano una serie di arredi, dipinti e oggetti d’arte, che pare riduttivo considerare solo come una cornice per la raccolta ceramica.
Si guardi, tra tutto, alle due scene (una «Lotta di Contadini» e una «Danza Campestre») tra le più belle cose del paesaggista romano Andrea Locatelli, databili al 1730-40 e già di casa Colonna (Alvar Gonzàlez-Palacios ricorda un inventario del cardinale Girolamo II Colonna, «due quadri…rappresentanti una lotta, e l’altro un ballo, opere di Andrea Locatelli con cornice a tre ordini d’intaglio dorate»), ma arrivate alla famiglia Vimercati Sanseverino attraverso i Rospigliosi (un’antica famiglia aristocratica italiana, originaria di Pistoia e di antiche origini lombarde, Ndr). O ancora al ritratto di una signora della famiglia, Antonietta Tarsis Basilico, dipinto da Francesco Hayez (bella e malinconica lei, bellissima la qualità dell’opera).
Ma eccoci alla collezione di porcellane, il cui studio costituisce il centro del nostro volume: partita da un piccolo nucleo (anch’esso di famiglia) si è ampliata a partire dalla fine del secolo scorso fino a diventare una delle raccolte private più rilevanti del nostro Paese, grazie a una attenta serie di acquisizioni dai migliori antiquari di questi anni (e limitiamoci qui a nomi come quelli di Manners, Caviglia, Beiny e Lukacs, dalla cui galleria proviene quasi la metà degli oggetti), oltre a case d’asta italiane e straniere.

Giovanni Giardini, attribuito, Nautilus con rifiniture in argento, Roma, bollo camerale del 1696 e stemma Rospigliosi

Manifattura di Meissen, Galletto di Bantam porcellana policroma e dorata, 1729-31, marca Caduceo di Mercurio
Le manifatture sono quelle di Meissen, du Paquier, Vezzi, Cozzi, Rossetti, Ginori, Capodimonte, Napoli: e se pare che l’oggetto del cuore del collezionista sia la teiera di Vezzi a racemi fioriti già Barbantini, databile al 1720-27 (o forse ancora meglio intorno al 1724) e una delle porcellane emblematiche di quella produzione, molte sono le cose di grande interesse qui illustrate. Limitiamoci qui a ricordare i due importanti flaconi di Meissen in grès rosso di Boettger, databili al 1710-15 circa e provenienti dalle collezioni dei margravi di Baden, gli altri vasi, sempre di Meissen, già posseduti dal conte von Brühl, il ministro di Augusto III di Polonia e Sassonia, o infine la rara scodella di Doccia (di uno stampo davvero felice) parte del noto servizio Isola-Marana. È questo uno degli insiemi più celebri tra quelli realizzati nella manifattura toscana: databile dal 1750 circa, fu come è noto donato da Carlo Ginori alla grande amica Laura Marana di Genova, e si impone per il lussuoso decoro araldico.
Quanto al catalogo, si è già detto della introduzione di Alvar Gonzàlez Palacios che ne costituisce un felice prologo insieme al saggio sulla raccolta di porcellane dovuto ad Andreina d’Agliano, curatrice della collezione. Andreina d’Agliano è affiancata, nella curatela del nostro volume, da Sebastian Kuhn e Giovanni de Girolamo: tra gli altri autori delle schede vi sono Alessandro Biancalana, Angela Caròla Perrotti (a cui spetta anche il saggio introduttivo dedicato alle fabbriche borboniche) e Angela von Wallwitz.
Il risultato, e con questi presupposti e nomi forse non poteva essere diversamente, è un compendio dello stato dell’arte degli studi ceramici attuali, particolarmente interessante anche per la pubblicazione e analisi di opere inedite, e la cui validità appare ben sorretta da un ampio apparato iconografico e di confronto.
Arte e Porcellane Europee nella Collezione Vimercati Sanseverino
a cura di Andreina d’Agliano, Giovanni de Girolamo, Sebastian Kuhn, con un saggio introduttivo di Alvar Gonzàlez-Palacios, pp. 438, ill. a colori, Sillabe Editore Livorno 2025, € 80

La copertina del volume
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