Una veduta del progetto «Materia. Forma del tempo» nella Sala Terracotta del Museo Egizio Torino

Foto: Museo Egizio Torino

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Una veduta del progetto «Materia. Forma del tempo» nella Sala Terracotta del Museo Egizio Torino

Foto: Museo Egizio Torino

Legni e pigmenti, Terracotta e Pietra: ecco le tre nuove sale del Museo Egizio

L’istituzione torinese mira a uscire dalla «dimensione» egizia per confermare la sua vocazione di museo archeologico inclusivo

Osservare gli oggetti e metterne a nudo la materia in tutte le sue forme, tipologie e (ri)usi nel tempo, con lo sguardo rivolto al contesto di rinvenimento e al periodo cronologico e con il contributo di più discipline che dialogano tra di loro. È questa l’archeologia contemporanea ed è questa la chiave di lettura che ispira le nuove sale permanenti, aperte il 5 ottobre, del Museo Egizio di Torino, che mira a uscire dalla «dimensione» egizia per confermare la sua vocazione di museo archeologico inclusivo aperto a tutti.  

Settecento metri quadrati, disposti su due piani e suddivisi in tre sezioni (Legni e pigmenti, Terracotta e Pietra) accolgono circa 6mila reperti, dall’epoca predinastica (4000-3100 a.C.) all’età bizantina (565-642 d.C.), finora custoditi nei depositi e per la prima volta usciti allo scoperto, a riempire tra piano terra e ipogeo gli spazi destinati una volta a mostre e magazzini. «La scienza e la tecnologia stanno aprendo il nostro sguardo ad ambiti nuovi. L'archeometria è la nuova frontiera», spiega Enrico Ferraris uno degli egittologi in forze al museo che ha tirato le fila del progetto «Materia. Forma del tempo», cui hanno perso parte altri otto curatori, tra cui Federica Ugliano, esperta di predinastico, una delle cocuratrici della sezione Terracotta (gli altri sono Johannes Auenmüller, Divina Centore, Federica Facchetti, Alessandro Girardi, Eleonora Mander, Tommaso Montonati e Cinzia Soddu). «Abbiamo cominciato a pensare a questo progetto dopo la mostra “Archeologia invisibile” (2019), racconta Ugliano. È stato un lavoro corale lungo e complesso per offrire un approfondimento e rendere visibili gli oggetti nei magazzini. Quello che presentiamo è lo stato dell’arte adesso».

Una veduta del progetto «Materia. Forma del tempo» nella Sala Legni e pigmenti del Museo Egizio Torino. Foto: Museo Egizio Torino

Si parte dalla prima sala dei Legni con 39 pigmenti di origine minerale e organica in ordine di colore e le specie arboree utilizzate, un vero e proprio erbario in vetrina, con gli strumenti per lavorare il legno e la realizzazione di un sarcofago raccontata con il videomapping. Si attraversa la sala della Terracotta, una luminosa biblioteca dalle librerie stracolme di vasi interrogandosi sulla loro funzione anche in relazione ai tempi moderni per poi scendere nell’ipogeo dove una statua della dea Hathor introduce la sala dedicata alla Pietra con la riproduzione digitale di una tomba del Medio Regno e il soffitto decorato a motivi geometrici: Ernesto Schiaparelli, direttore del Museo dal 1894 al 1928, l’aveva scavata a Qaw el-Kebir nel 1905-06 insieme ad altre sepolture di personaggi di spicco di quattromila anni fa. 

«Con queste nuove sale mettiamo al centro la ricerca, ci tiene a sottolineare il direttore Christian Greco. Un museo deve ancorare i dati della ricerca alla comunità ed è per questo che abbiamo tirato fuori dai depositi questi oggetti. Un museo senza ricerca non è un museo». E ricorda le tante iniziative intraprese nel corso di questi anni coadiuvato da uno staff di egittologi che via via è cresciuto da quando il museo ha cominciato a guardare al futuro con il raddoppio e il rinnovamento degli spazi nella grande ristrutturazione del 2015 e i successivi riallestimenti. Evelina Christillin presidente della Fondazione Museo Antichità Egizie ripercorre le tappe più recenti: «Nel dicembre scorso abbiamo inaugurato la Galleria della Scrittura, in agosto la Sala di Nefertari, oggi “Materia. Forma del tempo”, prima tappa delle celebrazioni per il bicentenario che sarà ricordato anche con l’emissione di un francobollo filatelico». Il 20 novembre, infatti, a dare il via ai festeggiamenti per i 200 anni del museo che deve la sua nascita alla collezione di antichità di Bernardino Drovetti (1776-1852) acquistata per 400mila lire dal re Carlo Felice di Savoia e aperta al pubblico nel lontano novembre 1824 come parte del Museo Archeologico e dell’Università, sarà il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: nello stesso giorno saranno svelati la nuova Galleria dei Re, riportata «alla luce del giorno» dopo lo smantellamento della scenografia di Dante Ferretti, e il Tempio di Ellesyia, il più antico tempio rupestre della Nubia dato in dono dall’Egitto all’Italia per l’aiuto al salvataggio dei monumenti in seguito alla costruzione della grande diga di Assuan. Per la Piazza Egizia, cuore del museo e luogo di incontro aperto a tutti, si dovrà invece attendere l’estate prossima perché i lavori sono ancora in corso: sarà un bicentenario diffuso fino al 2025.

Statua di divinità femminile (Hathor o Iside). Granodiorite, Nuovo Regno (1539-1077 a.C.) nella Sala Pietra. Foto: Museo Egizio Torino

Laura Giuliani, 07 ottobre 2024 | © Riproduzione riservata

Legni e pigmenti, Terracotta e Pietra: ecco le tre nuove sale del Museo Egizio | Laura Giuliani

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