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Mattoni e piastrelle
Mattoni e piastrelle
- Francesco Bonami
- 21 giugno 2016
- 00’minuti di lettura
Francesco Bonami
Leggi i suoi articoliPerché la necessità di partecipare a così tante fiere d’arte e aprire tante gallerie?
Cresco quindi esisto. Un’azienda può avere un’economia molto solida, ma deve essere anche in grado di far percepire la propria presenza. Si aprono gallerie per dare la sensazione che si va avanti e non indietro. Nella contemporaneità in generale, non solo in quella dell’arte, o uno sale o affonda. Galleggiare è inutile.
Come si percepiva l’arte quando hai iniziato nel 1989?
Attraverso un ragionamento estetico e non di mercato. Si guardava a quello che c’era o c’era stato prima e si tentava di capire se quello che ci stava davanti era il futuro. Ci si chiedeva se l’artista poteva diventare un mattone di tutto l’edificio dell’arte e non solo una piastrella o un infisso destinato a passare di moda o a deteriorasi.
Un artista secondo te sopravvalutato oggi?
In questo momento tutti.
Massimo De Carlo, gallerista, in un’intervista di Francesco Bonami, «La Stampa», 7 maggio 2016