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Olga Scotto di Vettimo
Leggi i suoi articoli«Con Napoli si compie il percorso del roadshow della 18ma Quadriennale d'arte, iniziativa pensata da Luca Beatrice come rappresentazione multiforme delle varie declinazioni dell’arte contemporanea italiana, con la presenza dei curatori e delle curatrici, per spiegare contenuti e obiettivi delle sezioni di cui si comporrà la mostra», dichiara Andrea Lombardinilo, presidente della Quadriennale d’Arte, in occasione dell’appuntamento conclusivo del programma itinerante di presentazione della 18ma Quadriennale d’arte, che si è svolto il 18 settembre presso la prestigiosa sede di Gallerie d’Italia - Napoli, museo del gruppo Intesa Sanpaolo, main partner di questa edizione della storica manifestazione che inaugurerà a Roma il prossimo 10 ottobre.
Dopo la brusca interruzione, a seguito dell’improvvisa scomparsa lo scorso gennaio di Luca Beatrice, il roadshow, ripreso a giugno a Bologna e Milano e proseguito questo mese prima a Gibellina e poi a Napoli, è stato fermamente voluto dal nuovo presidente, che ha saputo fare propria un’eredità importante, proponendosi come garante e facilitatore delle progettualità già in essere, stimolate dall’intelligenza e dalla visione della nuova guida. Nella sede napoletana di Galleria d’Italia, il ricordo di Luca Beatrice è nitido non solo nelle parole del vicedirettore delle Gallerie d’Italia di Napoli, Antonio Denunzio, che, portando i saluti di Michele Coppola, Executive director Arte Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo e Direttore delle Gallerie d’Italia, ha rammentato la storica collaborazione curatoriale del critico d’arte con la sede napoletana, ma anche nelle testimonianze di Alessandra Troncone, tra i cinque curatori individuati da Beatrice, e da Paola Manfredi di PCM Studio di Paola C. Manfredi, ufficio stampa che segue questa edizione della Quadriennale d’Arte, la quale ha sottolineato il valore della comunicazione nel progetto impostato da Beatrice, ritenendo che «Fantastica» dovesse essere un’edizione aperta a tutti, coinvolgente e attrattiva per i diversi pubblici, anche per controbilanciare la frammentarietà del mondo dell’arte.
In dialogo con Nicolas Ballario, giornalista e divulgatore d’arte, che in chiusura ha sollecitato il presidente sulle sue competenze di sociologo dei processi culturali, Lombardini ha restituito non solo dati e nomi (54 artisti, 1877 opere, 5 curatori: Luca Massimo Barbero, Francesco Bonami, Emanuele Mazzonis di Pralafera, Francesco Stocchi, e Alessandra Troncone), ma ha anche affrontato il tema della funzione dell’arte per la comprensione della complessità del presente a per la costruzione di visioni per il futuro, individuando in «Fantastica» un efficace dispositivo semiotico, in cui accanto all’arte del presente, indagata attraverso lo sguardo plurale di cinque diversi profili curatoriali, si offre una riflessione sul passato dell’arte in Italia con la ricostruzione, curata da Walter Guadagnini, della storica esposizione della Quadriennale d’Arte del 1935.
Lo spaccato sull’arte degli ultimi 25 anni, come ha precisato Alessandra Troncone, la più giovane curatrice del team, prevede, secondo le indicazioni di Luca Beatrice, la presenza di soli artisti viventi e una selezione capace di testimoniare le diverse ricerche svolte in questo arco temporale nelle diverse aree geografiche della penisola. Così come prevede la formula del roadshow, in questa tappa, la curatrice napoletana ha approfondito la sua idea di mostra, intitolata «Corpo incompiuto»: «Se la genetica esaurisca i predicati dell’essere umano e se la relazione con gli altri esseri umani e l’apparato culturale lo definiscano ulteriormente è un tema che trova risposte diversificate e mai univoche. Certamente ci aspettano anni, secoli, forse millenni di nuove scoperte e mutazioni, che ancora definiranno il concetto stesso di umanità e di conseguenza il rapporto con il nostro corpo».
Ma è ancora con Luca Beatrice che il presidente Andrea Lombardinilo ha voluto chiudere l’incontro, riportando una frase che, più di ogni altra, segna e descrive la 18ma Quadriennale d’Arte, entrata ormai da alcuni giorni della calda fase dell’allestimento: «L’arte non deve dimostrare nulla, non ha vincoli strutturali, non deve reggersi in piedi come un edifico. Può permettersi tutto: il sogno, l’intuizione, la libertà. È una categoria di pensiero autonoma, una forma che può scavalcare la realtà e costruirne di nuove».
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