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Maria Luisa Del Río
Leggi i suoi articoliUn recente episodio di vandalismo nella città precolombiana di Chan Chan, la più grande città di mattoni crudi delle Americhe risalente a oltre 600 anni fa e situata sulla costa settentrionale del Perù, ha scatenato un’ondata di indignazione e ha messo a nudo la vulnerabilità di questo importante sito dichiarato nel 1986 Patrimonio dell’Umanità.
Un giovane è stato ripreso mentre in pieno giorno spruzzava graffiti osceni su una delle antiche mura del complesso archeologico in barba alla sicurezza che non è riuscita ad arrestarlo. Il Ministero della Cultura peruviano ha condannato con forza il deplorevole atto: sebbene le dimensioni della città (circa 20 kmq) siano una delle sue caratteristiche distintive, esse rappresentano anche una sfida importante per la sua protezione, poiché molte aree non sono sottoposte a sorveglianza continua.
Chan Chan era la capitale del regno Chimú, una cultura che fiorì sulla costa settentrionale del Perù tra il IX e il XV secolo d.C. Costruita intorno all’850, la città raggiunse il suo apice nel XV secolo prima di essere conquistata dagli Inca nel 1470.
La straordinaria pianificazione urbanistica di Chan Chan è visibile nelle sue nove cittadelle, collegate tra loro da stradine che sfociano in ampie piazze, terrazze e piramidi tronche. Queste sono interamente realizzate in adobe (impasto di argilla, sabbia e paglia, essiccato al sole), un materiale con cui i Chimú dimostravano grande abilità, come testimoniano le incisioni, i bassorilievi e i dettagli che sono rimasti fino ad oggi.
«La sua grandiosità architettonica e urbanistica non ha eguali in tutto il continente americano, ha dichiarato lo storico peruviano Pablo Macera. Era situata in una posizione perfetta tra il mare e l’entroterra e disponeva di una vasta rete di acquedotti sotterranei. La cultura Chimú era nota in tutta la regione andina per il suo prestigio e la sua raffinatezza, un fatto riconosciuto anche dagli Inca, che alla fine la conquistarono. Alcune usanze Chimú furono adottate nel XVI secolo alla corte imperiale di Cuzco, e gli artigiani che realizzavano gioielli per i re Inca e le loro mogli provenivano anch’essi da questa cultura».
Chan Chan sta ora affrontando un notevole degrado causato non solo dalle intemperie e dalle condizioni atmosferiche, ma anche dalla mancanza di un servizio di sicurezza adeguato. Gli abitanti del luogo, gli archeologi e i difensori del patrimonio culturale hanno più volte segnalato l’assenza di guardie in vaste aree del complesso. Episodi di vandalismo sono all’ordine del giorno, anche se il Codice penale peruviano prevede una pena fino a sei anni di reclusione e sanzioni per chi danneggia i siti del patrimonio culturale. Proprio il mese scorso a Chan Chan, due gruppi di persone sono stati arrestati dopo aver utilizzato illegalmente macchinari pesanti.
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