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Daria Berro
Leggi i suoi articoliPer la prima volta dalla sua costruzione negli anni Trenta, l’Istituto Storico e di Cultura dell’Arma del Genio (Iscag) dell’Esercito Italiano, sul Lungotevere della Vittoria a Roma, dal 31 ottobre aprirà stabilmente al pubblico nella nuova veste di centro culturale e con il nome di Museo del Genio.
Edificato nel 1936-38 per ospitare le collezioni provenienti da Castel Sant’Angelo, dov’era stato creato nel 1906 dal generale Mariano Borgatti come Museo dell'Ingegneria Militare, illustra le attività dell'Arma del Genio in tempo di guerra e nelle tradizionali operazioni di pubblica utilità. Grazie alla collaborazione tra Ministero della Difesa, Difesa Servizi (che dal 2016, su mandato del Ministero della Difesa e delle Forze Armate, valorizza i musei militari), Esercito Italiano e la società Arthemisia, il museo sarà aperto tutti i giorni. A inaugurarlo saranno due mostre, aperte fino al 15 febbraio 2026: «Vivian Maier», dedicata all'ormai nota fotografa statunitense (di cui ricorre il centenario della nascita), qui presente con 200 scatti selezionati da Anne Morin, e l’anteprima nazionale di «Pop Air» di Ugo Nespolo, in cui il maestro torinese ha tradotto in coloratissime sculture gonfiabili celebri capolavori.
Vivian Maier, «Armenian woman fighting on East 86th Street, New York, NY, September 1956», stampa alla gelatina d’argento, 2012, 40x50 cm © Estate of Vivian Maier, Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery, NY
Una delle sculture gonfiabili di Ugo Nespolo, rivisitazione ironica di «Balloon Dog» di Jeff Koons
Centro di ricerca in cui convivono museo, biblioteca specialistica, archivio storico e fotografico, luogo di studio, ricerca e memoria, il Museo del Genio, esteso su una superficie di circa 4.400 metri quadrati, è un luogo in cui intraprendere un viaggio nel quale funzionalità e creatività, rigore scientifico e intuizione estetica si intrecciano. Muovendosi tra modelli, strumenti e invenzioni qui custoditi si tocca con mano come l’ingegno umano abbia saputo trasformare le sfide della costruzione, della comunicazione e del volo in occasioni di progresso.
Qui è conservata, ad esempio, l’attrezzatura radiotelegrafica originale di Guglielmo Marconi, che con l’invenzione della radio cambiò per sempre la storia della comunicazione mondiale; una piccola teca accoglie invece uno dei primissimi telefoni, invenzione (a lungo al centro di una diatriba con l’americano Alexander Bell) di Antonio Meucci, cui si affiancano telefoni da campo e centraline militari, precoci derivazioni di quella fondamentale scoperta.
Una sala del Museo del Genio. Foto Lucky’s Productions
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