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Jenny Dogliani
Leggi i suoi articoliEstesa per 280 chilometri quadrati nella provincia di Belluno, al confine tra Friuli Venezia Giulia, Alto Adige e Austria, la Val Comelico è una delle parti più a nord del Veneto, disseminata di fitte pinete e grandi prati verdi, incorniciati dalle monumentali vette dolomitiche, patrimonio Unesco dal 2009. Sui pendii della valle si alternano cinque Comuni, tra cui San Pietro di Cadore, incantevole cittadina alpina a circa 1.038 metri di altitudine, con un’area di 52 chilometri quadrati e poco meno di 1.500 abitanti. Situato nella parte che viene definita Comelico inferiore, (ramo laterale della Val Comelico), poco sopra la strada principale che unisce Santo Stefano a Sappada e costeggiato dal fiume Piave, comprende, oltre al capoluogo San Pietro, l’abitato di Mare e le altre tre frazioni Valle, Presenaio e Costalta, più una parte della Val Visdende ed è circondata dalle vette del Monte Terza Piccola, del Monte Curie, del Monte Zovo e del Peralba (dove nasce il fiume Piave). Le vaste aree di natura incontaminata delle montagne dolomitiche ospitano una flora e una fauna ricche e variegate: da piante rare a minuscoli fiori carnivori, alla quasi totalità della flora alpina e persino un’importante presenza di orchidee spontanee. E anche gufi reali, aquile, camosci, caprioli, scoiattoli, picchi, ermellini, lepri bianche, solo per citare alcune delle numerose specie che abitano la valle. Un paesaggio meraviglioso che non è uno sfondo inerte, ma una trama continua che lega secoli di storia, lingue (si tramanda la lingua ladina), gesti quotidiani e un modo particolare di abitare la montagna, con il tempo scandito dall’alternarsi delle stagioni e un rapporto d’equilibrio tra uomo e natura. Qui, tra le borgate «sparse, nascoste tra i pini e gli abeti», come la ha descritte da Carducci, nasce SCENARI. Volti e luoghi della Natura, prima edizione del concorso fotografico (scadenza bando 21 marzo 2026) e residenza artistica (dal 23 al 26 giugno 2026) promosso dal Comune di San Pietro di Cadore in collaborazione con l’Associazione Clematis Cultura.
© Gloria Pradetto Bonvecchio
© Gloria Pradetto Bonvecchio
SCENARI. Volti e luoghi della Natura
Il progetto, gratuito e rivolto a fotografi professionisti, artisti, autori e studenti italiani e stranieri, non invita semplicemente a fotografare un territorio, ma a penetrarne l’essenza, a decifrarne il ritmo nascosto, a leggerne la complessità: le immagini richieste non devono inseguire il cliché turistico, ma la profondità di uno sguardo capace di restituire l’ampiezza della natura e le relazioni che la attraversano. Il bando invita dunque a osservare persone, luoghi, attività antropologiche e forme del paesaggio. L’obiettivo dei promotori è di valorizzare l’identità dei luoghi con immagini che restituiscano la vastità e il senso prospettico della natura, ma anche il tessuto umano che la abita. Si richiedono opere originali – analogiche o digitali – che evitino ogni approccio turistico e superficiale, privilegiando uno sguardo documentario, descrittivo e poetico. Le fotografie potranno concentrarsi tanto su elementi isolati quanto sull’unità del paesaggio; sui segni lasciati dalle attività tradizionali, su volti, gesti, relazioni che definiscono la vita nelle frazioni di San Pietro, Costalta, Valle, Presenaio, Mare e nella Val Visdende.
© Gloria Pradetto Bonvecchio
© Gloria Pradetto Bonvecchio
Un territorio, tante storie
San Pietro di Cadore con la Val Visdende, come l’intera Val Comelico, è una stratificazione di storie. Le prime documentazioni risalgono al XII secolo, ma la presenza umana è più antica: i ritrovamenti risalenti a ottomila anni fa fanno pensare a insediamenti mesolitici, poi passati attraverso Illirici, Celti, Veneti, Galli, fino alla romanizzazione del 27 a.C. Il paesaggio ha modellato la vita e l’economia locale: boschi di abete che nei secoli hanno sostenuto l’industria del legno e alimentato i commerci verso Venezia; borgate di case in larice costruite con la tecnica del blockbau, come a Costalta, dove ogni dimora è un compendio di ingegno alpino; oppure territori segnati dalle antiche miniere, come Presenaio, dove l’Argentiera di Salafossa rifornì a lungo la Serenissima di piombo e argento, generando rivalità e ricchezze, come quella tra i Poli e gli Zandonella dell’Aquila. È un paesaggio abitato da memorie che continuano a emergere lungo le strade, nei musei etnografici, nelle chiesette gotiche immerse nel silenzio o nelle testimonianze della transumanza sull’alta Val Visdende - uno degli esempi più puri di equilibrio tra uomo e natura — luogo prediletto da papa Giovanni Paolo II, che qui celebrò la messa nel 1987. Una complessità culturale, geografica ed emotiva da cui SCENARI vuole partire per costruire una narrazione visiva contemporanea in dialogo con le storie millenarie di questi luoghi.
© Renzo Zampol
© Renzo Zampol
La selezione dei tre vincitori
La Commissione individuerà due autori over 35 e un autore under 35 che parteciperanno alla residenza artistica dal 23 al 26 giugno 2026. La selezione avverrà su base curriculare e artistica, ovvero la presentazione di un portfolio di massimo dieci immagini. I membri della Commissione sono: Angela Madesani, Marco Ceraglia, Paolo Dell’Elce, un rappresentante del Museo DART – Casa Falconieri di Dolianova, il sindaco di San Pietro di Cadore e il presidente di Clematis Cultura. Un gruppo eterogeneo, per competenze, in grado di garantire una selezione attenta, sensibile alla qualità della ricerca e all’aderenza al tema. Durante le quattro giornate di residenza, i tre fotografi vincitori avranno poi la possibilità di esplorare frazioni, boschi, vette, architetture e soprattutto di incontrare gli abitanti accompagnati e osservare le atmosfere mutevoli della montagna, potranno dunque tradurre l’esperienza in un portfolio di 6–8 immagini (poi stampate nel formato 50×70 cm) che non si esauriscano nel paesaggio, ma che colgano il rapporto tra luogo e comunità e il modo in cui le parole ladine, i mestieri, le feste paesane e i ritmi della montagna continuano ancora oggi a dare forma alla vita quotidiana. «Sotto una sottile corazza — racconta il sindaco Manuel Casanova — gli abitanti sanno aprirsi all’accoglienza, in maniera semplice e genuina, con chi ha voglia di scoprire e rispettare il territorio».
© Gloria Pradetto Bonvecchio
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Una mostra che restituisce il territorio
Il lavoro dei tre autori sarà poi presentato in una mostra ospitata a Villa Poli De Pol, il seicentesco palazzo in stile veneziano progettato secondo modelli palladiani e oggi sede del Municipio, simbolo architettonico e culturale del territorio. La mostra sarà visitabile dall’1 al 31 agosto 2026, per poi spostarsi al Museo DART – Casa Falconieri di Dolianova, creando un ponte tra Dolomiti e Sardegna, tra montagna e centri di sperimentazione sui linguaggi visivi contemporanei. Ogni autore selezionato riceverà un premio di 1.000 euro e le opere entreranno a far parte della nascente collezione pubblica di fotografia del Comune, destinata a crescere nelle prossime edizioni e a costituire un patrimonio identitario per una comunità che negli ultimi cento anni ha visto succedersi l’industrializzazione dell’occhialeria, lo spopolamento, la fase turistica, l’impatto della tempesta Vaia e l’emergenza del bostrico, ma che ha comunque saputo conservare la propria identità, tenendo insieme natura e cultura in un equilibrio mai scontato. Per questo il concorso non chiede semplicemente fotografie, ma prospettive.
© Gloria Pradetto Bonvecchio
Una chiamata agli sguardi
La scadenza per l’invio delle candidature è il 21 marzo 2026. Possono partecipare fotografi italiani e stranieri, professionisti e studenti, senza limiti di provenienza geografica e senza costi di iscrizione. Il bando è disponibile sul sito del Comune di San Pietro di Cadore e sul sito di Clematis Cultura. SCENARI si propone così come un laboratorio di lettura del territorio: un invito a chi pratica la fotografia non solo come tecnica, ma come forma di pensiero.
© Gloria Pradetto Bonvecchio
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