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Thomas Neurath

Courtesy Thames & Hudson

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Thomas Neurath

Courtesy Thames & Hudson

Thomas Neurath, il tocco beatnik del signor Thames & Hudson

Il direttore generale della casa editrice londinese, scomparso a giugno all'età di 84 anni, era un maestro nell'integrazione di testo e immagini. Detestava il pregiudizio, assai diffuso tra persone colte, secondo cui i «libri illustrati» fossero un genere minore e con collane popolarissime come «World of Art» ha puntato a democratizzare l’accesso all’arte

Michael Hall

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Thames & Hudson è da oltre settant’anni uno degli emblemi dell’editoria illustrata internazionale, ma colui che ne ha indirizzato il destino per quasi sessant’anni è rimasto relativamente nell’ombra. Thomas Neurath non ha mai cercato visibilità personale. Non corrispondeva a molti degli stereotipi legati alla figura del grande editore: rifuggiva le lunghe colazioni di lavoro (non reggeva l’alcol) e, fedele al pacchetto di sigarette che portava sempre con sé, perse ogni entusiasmo per le occasioni mondane una volta che fumare divenne socialmente inaccettabile. La sua vita fu assorbita quasi interamente dalla casa editrice fondata a Londra nel 1949 dal padre austriaco, Walter Neurath, e dalla matrigna tedesca Eva Feuchtwang. Nonostante in un primo momento possa aver vissuto con sentimenti contrastanti la responsabilità di prendere le redini dell’azienda dopo la prematura morte del padre nel 1967, affrontò il compito con un’energia risoluta e una bravura, una brillantezza intellettuale rara, sviluppando i cataloghi editoriali sotto ogni aspetto: contenutistico, tecnico e commerciale. La qualità dei libri Thames & Hudson resta la sua più grande eredità, ma non meno significativo è il fatto che la casa editrice sia ancora oggi una realtà familiare e indipendente.

Walter Neurath e la sua prima moglie, Marianne Müller, insegnante, riuscirono a fuggire da Vienna con grandi difficoltà dopo l’Anschluss. In quanto ebreo e dirigente di una casa editrice dichiaratamente antinazista, Walter era doppiamente a rischio. La primogenita, Constance, nacque nel 1938, seguita due anni dopo da Thomas. Rifugiato a Londra, Walter ottenne un impiego presso Adprint, azienda fondata da un connazionale, Wolfgang Foges, che, in piena guerra, riusciva a eludere la scarsità di carta offrendo ai grandi editori libri già pronti per la stampa. Nel 1950 Marianne morì, e tre anni dopo Walter sposò Eva, ex collega in Adprint. I due investirono tutti i risparmi nella fondazione della nuova casa editrice, Thames & Hudson, così chiamata in omaggio ai fiumi che attraversano Londra e New York, simbolo di un’ambizione transatlantica.

Thomas assomigliava al padre sotto molti aspetti: entrambi erano uomini emotivamente riservati, dotati di un fascino solare quanto di un temperamento imprevedibile. Nella casa dei Neurath a Highgate si respiravano ideali progressisti e una cultura raffinata. Alle pareti era appeso quel poco che rimaneva della collezione di opere di Oskar Kokoschka e Egon Schiele, gran parte era stata venduta per finanziare l’azienda nascente, e vi si alternavano visite di artisti come Barbara Hepworth o Sidney Nolan, protagonisti delle pubblicazioni della casa editrice. È in tale contesto che germogliò l’inesauribile   curiosità di Thomas per l’arte e le immagini. I rapporti diretti con gli artisti furono una componente essenziale del suo lavoro editoriale: basti pensare alla collaborazione con David Hockney, che ebbe inizio con il celebre volume David Hockney by David Hockney (1976, a cura di Nikos Stangos), fondamentale per la consacrazione internazionale dell’artista, e giunta fino al catalogo della retrospettiva parigina alla Fondation Louis Vuitton di quest’anno.

Ogni occasione di viaggio d’affari all’estero era da lui trasformata in un’opportunità per visitare musei e gallerie. Un collega, convocato nel suo ufficio dopo un rientro da Karlsruhe, si attendeva un resoconto sulle trattative commerciali: ricevette invece un entusiastico racconto di una mostra di arte sonora allo ZKM Media Museum («Ma te lo immagini? Un museo del suono!» esclamò Thomas). Una volta fu sentito lamentarsi: «Non ho più pareti», riferendosi alla sua casa nel nord di Londra, che condivideva con la designer di gioielli svedese Gun Thor, sposata nel 1962, e le figlie Johanna e Susanna, ma non smise mai di acquistare compulsivamente libri.

Il cosmopolitismo di Thomas contrastava con la sua formazione scolastica britannica. Dopo aver frequentato Charterhouse, studiò Archeologia e Antropologia al St John’s College, a Cambridge, ma lasciò l’università senza laurearsi. Fuggì all’estero (pare che Walter dovette servirsi di detective privati per ritrovarlo) e fu infine richiamato a Londra nel 1961 per lavorare come editor presso gli uffici di Thames & Hudson a Bloomsbury. Venne così preparato alla successione, con un periodo infelice presso un editore israeliano, seguito da un’esperienza formativa a Parigi presso Éditions Arthaud. Lì, soggiornando al mitico Beat Hotel, assorbì la cultura bohemien e intellettuale della capitale francese, che considerò sempre una sorta di patria spirituale. L’apertura di una filiale di Thames & Hudson a Parigi, nel 1989, fu per lui il coronamento di un sogno.

Vi era in lui un lato beatnik. Coltivava, ad esempio, una debolezza per le teorie sui leylines (linee energetiche che collegherebbero idealmente punti geografici di rilievo, Ndr) e i misteri della Terra divulgate da John Michell, autore da lui pubblicato, provocando l’irritazione di alcuni accademici del settore archeologico.

La morte prematura di Walter a soli sessantatré anni cambiò radicalmente la vita di Thomas. Eva assunse il ruolo di Presidente (titolo da lei preferito), Thomas divenne direttore generale, e Constance fu posta a capo del dipartimento grafico. Una distribuzione delle responsabilità più paritaria di quanto accadesse in altre case editrici. Fin dai tempi di Adprint, l’ideale perseguito da Walter, Eva e ora Thomas, era l’integrazione di testo e immagine, non solo dal punto di vista grafico, ma anche concettuale. Parole e immagini sono importanti in sé, ma la riuscita di un libro dipende dall’armonia con cui si completano. Nei colloqui di assunzione, Thomas non si interessava tanto alle competenze linguistiche (pur apprezzate), quanto alla visione editoriale: chiedeva che cosa rendesse efficace un layout, e quale fosse la funzione di una didascalia.

La vocazione seriale, appresa in Adprint, portò Thames & Hudson a ideare collane celebri, tra cui la popolarissima serie «World of Art» dai dorsi neri, destinata a rendere l’arte accessibile al grande pubblico (oggi consta di oltre 300 titoli). Il successo commerciale della casa, tuttavia, dipese dalla capacità di pubblicare simultaneamente per il mercato anglofono e in edizioni in francese, tedesco, spesso spagnolo, italiano e altre lingue. Thomas ereditò e ampliò team altamente qualificati, spesso di origine europea, dedicati alla produzione, alla ricerca iconografica, alla redazione e alla grafica. Contrariamente a molte case editrici, Thames & Hudson preferiva mantenere le competenze in house piuttosto che affidarsi a freelance. Thomas era un datore di lavoro esigente, ma anche protettivo, persino possessivo, e si mostrava sinceramente addolorato quando un giovane promettente lasciava l’azienda.

Se Walter concepiva l’arte nei suoi aspetti più elevati (pittura, scultura, architettura) Thomas nutriva una visione più ampia della cultura visiva. Amava la fotografia, che rese un settore strategico e redditizio (anche grazie alla collaborazione con l’agenzia Magnum), e seppe valorizzare anche la moda, nonostante personalmente fosse indifferente al vestiario. Detestava il pregiudizio, assai diffuso tra persone colte, secondo cui i «libri illustrati» fossero un genere minore. Quando, da giovane editor, espressi il desiderio di leggere le recensioni a un volume fotografico su cui avevo lavorato, Thomas mi rispose con un sospiro: «Il "Times Literary Supplement”dedica una pagina intera a un romanzo di un esordiente, ma se pubblichiamo una grande monografia su Cartier-Bresson, tutto quello che otteniamo è una fotonotizia». 

Questo accadeva quarant’anni fa. Oggi i media riservano maggiore attenzione ai libri illustrati, e di questo grande cambiamento gran parte del merito va a Thomas Neurath.
 

Thomas Neurath, nato a Brackley, Northamptonshire, il 7 ottobre 1940; amministratore delegato della Thames & Hudson dal 1967 al 2005, presidente dal 2005 al 2021; sposato nel 1962 con Gun Thor (due figlie); morto a Londra il 13 giugno 2025.

 

Thomas Neurath: un particolare entusiasmo per la fotografia e un interesse per la funzione della didascalia delle immagini. Per gentile concessione di Thames & Hudson

 

Thomas Neurath. Foto courtesy Thames & Hudson

Due doppie pagine tratte da «David Hockney di David Hockney» (1976), a cura di Nikos Stangos e pubblicato da Thomas Neurath e Thames & HudsonCopyright David Hockney / Thames & Hudson

Michael Hall, 18 luglio 2025 | © Riproduzione riservata

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