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Camilla Sordi
Leggi i suoi articoliMentre a New York l’attenzione del mondo dell’arte era puntata sulle aste milionarie di Frida Kahlo e Gustav Klimt, un’altra vicenda ha iniziato a offuscare il clima di festa attorno a Sotheby’s. La casa d’aste è infatti finita al centro di una causa presentata da un suo vecchio cliente, il collezionista Charles C. Cahn, Jr., che sostiene di essere stato lasciato senza risposta dopo aver chiesto di rivendere un dipinto attribuito ad Amedeo Modigliani acquistato nel 2003.
L’opera in questione è Portrait de Leopold Zborowski, datata 1917 e dedicata al celebre mercante d’arte che fu tra i principali sostenitori di Modigliani. Il quadro era stato esposto anche nella retrospettiva del 1934 alla Kunsthalle di Basilea e, secondo una provenienza del 2003, sarebbe appartenuto allo stesso Zborowski. Nonostante queste credenziali, la sua autenticità rimane un terreno scivoloso. Il mercato di Modigliani è da decenni afflitto da una quantità impressionante di falsi, tanto da essere definito una vera «epidemia» dal giornalista Milton Esterow in un articolo del 2017.
Al centro della disputa non c’è solo il quadro, ma un accordo firmato nel 2016. Secondo Cahn, Sotheby’s avrebbe messo in dubbio che il dipinto soddisfacesse i criteri necessari per essere offerto nelle aste internazionali della casa, lasciando intendere che non avrebbe avuto un reale valore commerciale. In quell’occasione, però, le parti avrebbero raggiunto un’intesa: entro quindici anni, Cahn avrebbe potuto restituire l’opera per farla vendere da Sotheby’s, ricevendo in cambio l’intero prezzo d’acquisto - 1,55 milioni di dollari - maggiorato di un interesse composto del 2,5% annuo.
Secondo la causa depositata presso la Corte Suprema dello Stato di New York, lo scorso giugno Cahn avrebbe contattato Sotheby’s per attivare l’opzione di rivendita, ma non avrebbe ottenuto alcuna risposta. Nemmeno una successiva lettera formale inviata a settembre dal suo avvocato avrebbe prodotto un riscontro. Di qui la decisione di rivolgersi ai giudici e chiedere un risarcimento pari a 2,67 milioni di dollari. Sotheby’s, da parte sua, ha dichiarato di non poter commentare contenziosi in corso; i rappresentanti di Cahn non hanno risposto alle richieste dei media.
Il prezzo pagato da Cahn nel 2003 era già allora modesto se confrontato con quello delle opere più note di Modigliani. Basti ricordare che Nu couché (sur le côté gauche), realizzato nello stesso anno del ritratto conteso, in quell’epoca era stato battuto a 26,9 milioni di dollari. Nel 2018 la stessa tela, tornata in asta sempre da Sotheby’s, ha raggiunto la cifra record di 157,2 milioni, allora la più alta mai registrata dalla casa d’aste per un’opera singola, superata solo dal record assoluto di Modigliani di 170 milioni per un altro Nu couché.
Il contenzioso Cahn–Sotheby’s rischia ora di riaccendere il dibattito sulla complessa questione delle autentiche modiglianesche, un terreno dove archivi incompleti, perizie discordanti e un mercato ricco di falsi continuano a creare zone d’ombra. E mentre le sale d’asta celebrano i loro nuovi record, un quadro acquistato più di vent’anni fa torna a ricordare quanto fragile possa essere il confine tra capolavoro e opera dubbia.
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