Ludovica Zecchini
Leggi i suoi articoliC’è ancora un capolavoro di Van Gogh nei lunghi orizzonti della più importante fiera dedicata all’antico. Tefaf a Maastricht, in programma dal 15 al 20 marzo, si prepara a confermare (ancora una volta) il suo primato nel panorama delle rassegne internazionali, grazie alle 266 selezionatissime gallerie proveniente da oltre 20 Paesi in tutto il mondo. La migliore parabola dell’epopea Old Masters e alto antiquariato sulla piazza. Tra le big della kermesse c’è MS Rau di New Orleans, storica realtà del settore fondata in Florida oltre cento anni fa, nel 1912, e ora in mano all’erede di terza generazione Bill Rau. Dopo l’eco mondiale dello scorso anno dato dalla «Testa di contadina» di Vincent van Gogh, venduta per 4,5 milioni di euro a un museo extraeuropeo, i mercanti statunitensi puntano a replicare l’impresa con un’altra rara opera dell’artista olandese: «Natura morta con due sacchetti e una bottiglia», dipinta tra il 1884 e il 1885, e dal valore di oltre 4 milioni di dollari.
Van Gogh torna dunque a brillare all’interno del Convention Center di Maastricht. In dieci anni di carriera, l’artista ha realizzato circa 800 dipinti, di cui oltre 170 nature morte, un genere che amava per sperimentare nuovi linguaggi pittorici. Qui, lo spazio ristretto diventa terreno fertile per il gioco di luci e ombre che ridisegnano la fisicità degli oggetti, mentre i colori vibranti infondono una dimensione emotiva unica alla scena. L’opera offerta a Tefaf appartiene al primo periodo della sua carriera. Il dipinto, realizzato a olio durante il difficile periodo in cui l’artista viveva isolato a Nuenen, nel Brabante, rivela la capacità di Van Gogh di trasformare oggetti ordinari in simboli visivi di una nuova dimensione pittorica, conferendo loro un significato più profondo e utilizzandoli come veicoli per esprimere l’interiorità dell’artista, la sua visione del mondo e il suo continuo tentativo di sperimentare con il colore e la luce. È proprio nel piccolo paese olandese che l’artista scopre un rinnovato senso nell’arte. L’ambiente rurale di Nuenen e il suo legame con le tradizioni artistiche olandesi gli forniscono la libertà di esplorare nuovi soggetti e di riconnettersi con la sua eredità. Un periodo di trasformazione che culmina ne «I mangiatori di patate» (1885), una delle sue opere più celebri, che cattura la vita dei braccianti rurali con un realismo senza filtri capace di riflettere la sua profonda empatia.
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Natura morta con due sacchetti e una bottiglia, Vincent Van Gogh, 1884-85
In «Natura morta con due sacchetti e una bottiglia», Van Gogh utilizza una tavolozza ricca e intensa, dominata da toni di giallo, arancione e verde scuro, con tocchi di marrone e blu che danno profondità e calore all’opera. La pittura è caratterizzata da un impasto spesso e materico, che conferisce alla composizione una qualità quasi tridimensionale. Il colore rende ogni oggetto sulla tela quasi tangibile, invitando lo spettatore a esplorare le superfici ruvide dei sacchetti e la lucentezza della bottiglia, mentre le pennellate energiche e i colori vibranti rivelano il forte coinvolgimento emotivo dell’artista nel soggetto. L’angolo di visione e la disposizione degli oggetti sono scelti in modo da dare un senso di staticità e quiete, ma al contempo la composizione non è mai completamente simmetrica o perfetta. Questo riflette il carattere emotivo e umano che Van Gogh infonde a ogni sua opera. Questa Natura morta è una testimonianza della sua arte che comincia a prendere forma in modo definitivo. Il dipinto, prima di arrivare alla galleria MS Rau di New Orleans, era proprietà di una collezione privata della Pennsylvania. È stata esposta per la prima volta a Rotterdam nel 1903, mentre la seconda esposizione si registra all’Aia nel 1950. L’ultima volta che il pubblico ha potuto vedere quest’opera è stata tra il 1987 e il 1988, in occasione della mostra «Van Gogh in Brabant» tenutasi al Noordbrabants Museum di ‘s-Hertogenbosch. Un ulteriore ottimo pretesto per visitare Tefaf.
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