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Venduta a 18,9 milioni la suite del Plaza dove Frank Lloyd Wright progettò il Guggenheim

Messa in vendita a febbraio, fu per cinque anni la dimora e lo studio di Wright, dove la spirale del Guggenheim prese forma tra incontri, disegni e ospiti celebri da Marilyn Monroe al re Faisal II d’Iraq

Rosalba Cignetti

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È stata comprata per 18,9 milioni di dollari la suite al secondo piano del Plaza Hotel di New York dove Frank Lloyd Wright visse tra il 1954 e il 1959, nel periodo in cui progettava e supervisionava la costruzione del Solomon R. Guggenheim Museum. Secondo quanto riportato dal «New York Post», la cifra, versata da un acquirente rimasto anonimo residente nello stato di New York, corrisponde al prezzo richiesto. L’immobile era stato messo in vendita lo scorso febbraio.
Dopo una grande ristrutturazione avvenuta tra il 2005 e il 2008, il Plaza ospita al suo interno anche residenze private di lusso: da allora una parte continua a funzionare come hotel a cinque stelle, mentre l’altra è suddivisa in appartamenti privati noti come The Plaza Private Residences, con accesso a servizi alberghieri come concierge, pulizie e servizio in camera.
L’appartamento appena venduto misura circa 370 metri quadrati, è dotato di quattro camere da letto, soffitti alti oltre quattro metri, pavimenti in legno pregiato e mosaici personalizzati. Affacciata su Grand Army Plaza e sulla Fifth Avenue, la suite è stata completamente ristrutturata nel 2009 da Lisa e James Cohen, eredi della catena «Hudson News», che l’avevano acquistato per circa 13 milioni di dollari. Il progetto di rinnovamento, affidato all’architetto Louis Lisboa e alla designer Susanna Maggard, ha trasformato gli interni in stile Art Déco, con superfici in pittura veneziana, luci soffuse, tessuti ricercati e ambienti d’atmosfera.

La suite negli anni Cinquanta

A conferire all’appartamento un ruolo da protagonista nella storia dell’architettura è però principalmente la sua storia. È qui che Frank Lloyd Wright (1867-1959) visse e lavorò negli ultimi anni della sua carriera, mentre era impegnato in uno dei suoi progetti più ambiziosi e discussi: il museo Guggenheim. All’epoca settantenne, Wright scelse la suite del Plaza come base operativa a Manhattan, ricevendovi clienti e collaboratori, preparando schizzi e progetti, e discutendo ogni dettaglio dell’edificio a spirale che avrebbe cambiato per sempre il volto dell’Upper East Side.
Wright non si limitò a vivere nel Plaza, ma ne fece un’estensione del proprio universo creativo. Eliminò gli arredi decorativi francesi lasciati dal precedente inquilino, il produttore cinematografico David O. Selznick, e trasformò l’appartamento secondo la sua visione estetica. Vi trasferì mobili laccati neri provenienti da Taliesin, il suo laboratorio residenziale in Wisconsin, oscurò le pareti con velluti pesanti, applicò carta da parati orientale e disegnò un ambiente sobrio, ma dall’atmosfera teatrale. Ogni elemento rifletteva il suo modo di intendere lo spazio, un dialogo costante tra natura, funzione e spiritualità.
Durante gli anni al Plaza, Wright accolse tra le sue stanze figure leggendarie: Marilyn Monroe e Arthur Miller, il re Faisal II dell’Iraq, collezionisti come Max Hoffman e intellettuali d’avanguardia. In quelle stanze si tracciarono i contorni del Guggenheim, si definirono volumi e spirali, e si discusse di come un museo potesse diventare esso stesso un’opera d’arte. La suite, in quel periodo, fu qualcosa di più di una residenza: era un’estensione del suo pensiero, un laboratorio privato, ma permeabile, dove lo spazio era già forma e anticipazione.
Con la recente vendita, l’appartamento entra in una nuova fase della sua storia. La cifra pagata (pur inferiore a valutazioni passate, che secondo quanto riportato dal «New York Post» avevano toccato, senza successo, anche i 39 milioni di dollari) segnala un rinnovato interesse per le proprietà di pregio all’interno del Plaza, dopo anni di stasi e ribassi. Il nome di Wright non compare più sulle pareti, i suoi arredi sono scomparsi, ma l’impronta del suo passaggio resta.

La suite oggi

Rosalba Cignetti, 31 luglio 2025 | © Riproduzione riservata

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