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Cesare Battisti su binario doppio

Mariella Rossi

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Il Castello del Buonconsiglio Monumenti e Collezioni Provinciali (www.buonconsiglio.it) è stato istituito nel 1924 come Museo Nazionale ed è passato alla Provincia autonoma di Trento nel 1973. Maniero a capo di un network di castelli, conserva l’identità e il patrimonio storico e artistico del Trentino dal V secolo a.C. al Novecento. Dal 12 luglio al 6 novembre ospita una retrospettiva su Cesare Battisti (1875-1916), tracciandone un profilo a 360 gradi grazie a numerosi documenti, materiali storici, dipinti e sculture. Ne parla la direttrice Laura Dal Prà, già soprintendente ai Beni storico artistici, librari e archivistici del Trentino. 

Come si sviluppa la mostra e con quale obiettivo?

Fin dal titolo «Tempi della storia, tempi dell’arte. Cesare Battisti tra Vienna e Roma» emerge  un doppio binario, che segna  in parallelo e in stretta interconnessione un approccio storico e storico-artistico. L’arte esprime concetti, l’immagine è traduzione figurata di parole. Battisti merita di essere ricordato non solo per la sua fine a conclusione di una vita spesa per grandi ideali, ma anche per la sua poliedrica attività culturale (fu condannato a pena capitale eseguita esattamente cento anni fa nella Fossa dei Martiri del Castello). Formatosi a Firenze, fu geografo, editore, politico e conferenziere. Intendiamo illustrare  il contesto in cui visse, il fecondo clima del Trentino di inizio Novecento, luogo di cerniera dove gli artisti potevano scegliere di formarsi nelle accademie di area italiana o in quelle di area tedesca per poi tornare nel territorio avviando confronti e contribuendo a creare  un panorama artistico e culturale molto interessante. 

Quali opere sono esposte?

La prima sezione documenta la vivace situazione culturale del Trentino austro-ungarico ante 1914 con dipinti di  Segantini, Eugenio Prati,  Bezzi, Disertori, Baldessari, Moggioli, Franz von Defregger e Albin Egger-Lienz. I dipinti sociali di  Alcide Davide Campestrini e Felice Carena introducono la seconda sezione, che affronta il crescente impegno di Battisti a Trento dopo gli studi. Seguono opere di Fortunato Depero, Giacomo Balla, Luigi Bonazza, Albin Egger-Lienz e Hans Josef Weber-Tyrol, a testimonianza del periodo di guerra,  sculture commemorative di Arrigo Minerbi e di Adolfo Wildt e i bozzetti per il Monumento di Cesare Battisti a Trento e per il Monumento alla Vittoria di Bolzano. 

Qual è il ruolo del Castello nel territorio?

È un presidio per la conoscenza della storia di questo territorio «cerniera» tra nord e sud, un’area per secoli sotto il dominio dei principi vescovi con una forma di governo molto particolare, poiché detentori del potere sia spirituale sia temporale. Una fisionomia che determinò risultati unici sia in campo culturale che sociale. 

Che tipo di relazioni ci sono con gli altri musei?

Come dimostra l’esposizione battistiana  il Buonconsiglio dialoga con le altre istituzioni del territorio, in primis con il Museo Storico, il Museo Diocesano, ma anche con gli altri musei cresciuti a mano a mano come il Mart, nato da una costola del Castello del Buonconsiglio, dalle sue raccolte d’arte novecentesca. 

Ci parli del network Museo del Castello del Buonconsiglio Monumenti e Collezioni Provinciali. 

Il Museo si poggia su cinque castelli: la sede principale è quella di Trento al Buonconsiglio, poi, dislocati sul territorio, ci sono il Castello di Beseno, il Castello di Stenico, Castel Thun e Castel Caldes, l’ultimo acquisito nel 2014. 

Come viene gestita questa rete?

Organizzando mostre di valorizzazione del patrimonio custodito nelle varie sedi e attivando circuiti virtuosi di iniziative nei vari castelli pensando alle specificità di ciascuno e favorendo il turismo culturale. 

Che cosa comprendono le collezioni del Buonconsiglio?

Si tratta innanzitutto del patrimonio dell’ex Museo Civico, cioè delle collezioni municipali formate nell’Ottocento, e di quelle del Museo Nazionale. Questa base è stata integrata da acquisizioni e donazioni succedutesi in maniera continuativa e incrementate negli ultimi dieci anni grazie a un’attività di collegamento con la Soprintendenza, l’organo di tutela che monitora le opere mobili diffuse sul territorio e che ha spesso proceduto in acquisizioni per evitare dispersioni. 

Progetti futuri?

Una mostra a fine anno per l’anniversario della morte di Giuseppe Alberti (1640-1716), importante pittore di formazione veneta che ha lasciato numerose testimonianze sia al Castello del Buonconsiglio, sia nella cattedrale di Trento e sul territorio.

Mariella Rossi, 11 luglio 2016 | © Riproduzione riservata

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