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Particolare di «Madonna del borgomastro Jacob Meyer zum Hasen» (1526-28) di Hans Holbein il Giovane, Collezione Würth

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Particolare di «Madonna del borgomastro Jacob Meyer zum Hasen» (1526-28) di Hans Holbein il Giovane, Collezione Würth

Hans Holbein il Giovane e il Rinascimento nordico

Hans Holbein il Vecchio e Hans Burgkmair il Vecchio ne furono i pionieri, ma fu Holbein il Giovane a diffonderlo in tutta Europa: allo Städel Museum una selezione di 130 capolavori

Francesca Petretto

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Lo Städel Museum di Francoforte è molto apprezzato per le sue grandi mostre di antichi maestri: dopo quelle su Rubens, Rembrandt e Reni, dal 2 novembre al 18 febbraio 2024 è la volta di «Holbein e il Rinascimento dei Paesi Nordici», frutto di una collaborazione con il Kunsthistorisches Museum di Vienna (che la ospiterà dal 19 marzo al 30 giugno ’24) e la Collezione Würth, il cui fondatore Reinhold all’inizio degli anni 2000 salvò dal rischio di esportazione alcune fra le opere più importanti dell’arte tedesca di tutti i tempi, in primis di Hans Holbein il Giovane, acquistandole e sottraendole alle mire di investitori stranieri (dal 10 novembre al 14 aprile 2024 la Queen’s Gallery di Londra ospita la mostra «Holbein alla corte dei Tudor»).

La rassegna presenta una panoramica dello sviluppo dell’arte tra il Tardo Gotico e l’inizio dell’età moderna, con particolare attenzione alla città imperiale amata da Massimiliano I e metropoli commerciale bavarese di Augusta (l’Augsburg dei banchieri Fugger e Welser), dove i pittori Hans Holbein il Vecchio (1460/70-1524) e Hans Burgkmair il Vecchio (1473-1531) furono attivi esplorando nuovi linguaggi pittorici e intraprendendo ciascuno il proprio percorso: il primo concentrandosi sulle innovazioni della pittura olandese da Jan van Eyck in poi, il secondo sull’arte italiana del tempo.

Il loro lavoro avrebbe influenzato di lì a poco quello di Hans Holbein il Giovane (ca 1497-1543), le cui opere più importanti sono esposte per l’occasione a Francoforte. La mostra riunisce per la prima volta i dipinti più significativi dei due Holbein e di Burgkmair affiancati da quelli di artisti attivi ad Augusta tra il 1480 e il 1530 nonché da capolavori di maestri tedeschi, italiani e olandesi come Dürer, Donatello e Hugo van der Goes: 130 capolavori provenienti dai musei di tutto il mondo.

Abbiamo intervistato il curatore della mostra Jochen Sander, responsabile della collezione di Pittura olandese, fiamminga e tedesca preottocentesca dello Städel Museum e suo vicedirettore.

Dottor Sander, com’è nata questa mostra sul vostro Rinascimento?
L’idea iniziale di una mostra che approfondisse l’arte rinascimentale della metropoli economica di Augusta con l’accostamento delle opere di Hans Holbein il Vecchio e Hans Burgkmair il Vecchio è stata sviluppata dal mio collega viennese Guido Messling. Quando mi ha chiesto se il tema potesse interessare anche lo Städel, ha sfondato una porta aperta: Hans Holbein il Vecchio è presente nel museo con un’opera fondamentale, l’altare maggiore della chiesa domenicana di Francoforte; e io sono molto interessato dall’argomento visto il lavoro di ricerca su Hans Holbein il Giovane che conduco da anni. È nata così una collaborazione che ha portato alla realizzazione concreta di quella prima idea.

Come descriverebbe questa mostra agli italiani che costituiscono un’importante fetta di pubblico dei musei tedeschi?
Tanto diversificata è l’arte rinascimentale italiana tra Firenze, Roma e Venezia, quanto altrettanto speciale è il Rinascimento al Nord, nel nostro caso ad Augusta, la metropoli tedesca meridionale del commercio e dell’arte, amata residenza dell’imperatore Massimiliano. Questa particolare fusione tra le tradizioni artistiche locali e le influenze italiane e olandesi vi portò intorno al 1500 a un’espressione unica e di alto livello del Rinascimento nordico. Hans Holbein il Giovane fu influenzato dal suo ambiente artistico così stimolante: i suoi primi anni a Basilea, dove si recò come apprendista diciassettenne, furono profondamente influenzati dalle esperienze fatte ad Augusta, che avrebbe ampliato attraverso uno studio intensivo e indipendente dell’arte di Jan van Eyck, ma anche di Leonardo da Vinci! Questa curiosità artistica fece di lui non solo il più importante artista del Rinascimento del Nord (insieme ad Albrecht Dürer) ma anche uno dei giganti indiscussi dell’arte europea del XVI secolo.

Potete vantare importanti prestiti da collezioni di tutto il mondo: Lei ha un’opera preferita tra quelle in mostra?
In realtà due, i due magnifici dipinti di Hans Holbein il Giovane che hanno per soggetto la Madonna: la «Madonna di Soletta» del 1522 e la «Madonna del borgomastro Jakob Meyer zum Hasen» («Madonna di Darmstadt») del 1526-28. Uno mostra un Hans Holbein alla pari con Jan van Eyck, l’altro con Leonardo da Vinci.

Particolare di «Madonna del borgomastro Jacob Meyer zum Hasen» (1526-28) di Hans Holbein il Giovane, Collezione Würth

Francesca Petretto, 02 novembre 2023 | © Riproduzione riservata

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