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Valeria Fichera Lo Savio
Leggi i suoi articoliPercorsi pedonali e biglietti unificati per la città
Il nuovo anno dell’archeologia ateniese è cominciato presso il Nuovo Museo dell’Acropoli con una conferenza di Eleni Banou, nuovo direttore dell’Eforato delle Antichità di Atene. La principale novità dal punto di vista gestionale è una maggiore centralizzazione delle competenze territoriali e cronologiche. L’Eforato di Atene è da ottobre 2014 responsabile anche per i monumenti bizantini delle aree archeologiche, prima di pertinenza di un eforato a sé. Inoltre, accorpa aree archeologiche anche distanti dal centro storico di Atene ma appartenenti a una generale visione che Atene persegue dal 2000, ovvero quella della riunificazione e valorizzazione del tessuto antico della città, visione che fu prima di Melina Mercouri. A tal fine, con un oculato utilizzo dei fondi europei (del Quadro strategico nazionale 2007-2013 e 2014-2020) e dei fondi del Programma di investimenti pubblici greco, Atene offre oggi ai turisti la possibilità di esplorare in tre giorni, partendo dall’Acropoli, gran parte della città antica con percorsi pedonali e biglietti unificati.
In questi ultimi quattro anni sono stati oggetto di restauro e valorizzazione non solo la spianata dell’Acropoli con i suoi monumenti ma anche le pendici sud (l’analemma del teatro di Dioniso, parte dei gradini e della facciata dell’odeon di Erode Attico, la ricostruzione della corte angolare della Stoà di Eumene, parte dei gradini marmorei e lo stilobate del naos dell’Asklepieion e il monumento coregico di Trasillo), le pendici nord (il restauro della Klepsydra poi divenuta chiesetta paleocristiana dei Santi Apostoli ai marmi), l’agorà romana (il restauro ancora in corso dell’orologio ad acqua di Andronikos poi chiesa e battistero paleocristiano), la biblioteca di Adriano e il Ceramico dove è stato valorizzato il percorso del fiume Eridano e si continuano a effettuare scavi con il rinvenimento recente di un’edicola funeraria di epoca classica.
Gli interventi di restauro e valorizzazione hanno interessato anche due importanti luoghi dell’antichità quali l’Accademia di Platone e il Liceo di Aristotele, circondato da un giardino ripopolato con piante già indicate in Teofrasto e in collegamento con il Museo Bizantino, la basilica bizantina di Aghios Tomà (VII-X secolo) e gli affreschi della centralissima Kapnikarea (XI secolo). Infine, alcuni tratti della Ierà Odòs (Via Sacra) sono stati musealizzati in situ in stazioni delle linee metropolitane di Atene. I restauri dell’Acropoli, danneggiata dagli interventi di restauro affidati agli inizi del ’900 a Nikolaos Balanos, un ingegnere, dal terremoto del 1981 nonché dalle piogge acide e dall’usura del tempo e dei turisti, sembrano non finire mai.
Eppure, dal 2000 in poi, con l’istituzione dell’Ysma (Servizio di Restauro dell’Acropoli), un servizio periferico speciale del Ministero della Cultura, e l’inserimento del restauro dell’Acropoli nei programmi europei, i lavori sono ormai quasi giunti al termine. Un Comitato interdisciplinare per la conservazione dei monumenti dell’Acropoli (Esma), formato da otto specialisti nel campo dell’archeologia, dell’architettura e dell’ingegneria civile e chimica è responsabile scientifico e supervisore dei lavori di restauro dell’Ysma, portati avanti da un gruppo di 161 specialisti.
Dal 2000 al 2015 sono stati attribuiti 41,8 milioni di euro per il consolidamento e la documentazione delle mura dell’Acropoli, la documentazione e il riconoscimento degli elementi sparsi, lo smontaggio e il restauro strutturale di parti di pareti e dei colonnati danneggiati, l’integrazione ove possibile con nuovi blocchi di marmo pentelico provenienti dalle medesime cave, la sostituzione del ferro ossidato con elementi in titanio, lo smontaggio degli elementi decorativi ancora in situ sostituiti da copie per ragioni di conservazione.
Questi lavori sono stati effettuati tra il 2000 e il 2009 sul tempio di Atena Nike, sul soffitto e sui muri settentrionali dei Propilei, sull’Arrephorion e su pronao, opistodomo e colonnato settentrionale del Partenone; dal 2009 a oggi, sulle ali sud e ovest dei Propilei e sull’Eretteo, con lavori di protezione delle superfici e impermeabilizzazione del portico settentrionale e della loggia delle Cariatidi. I maggiori interventi sono però concentrati sul Partenone, con la realizzazione delle scanalature dei rocchi di colonna inseriti ex novo, il restauro delle mura settentrionali e occidentali della cella e lo smontaggio, la ristrutturazione e il riposizionamento della pesantissima e delicatissima architrave degli angoli nord e sud-occidentali.
Che fine farà il vecchio Museo dell’Acropoli? «L’edificio resterà esternamente così come è stato allora creato, ha spiegato Eleni Banou, internamente sarà invece riorganizzato e diviso in varie aree, una delle quali ospiterà la storia dell’Acropoli dal primo insediamento a oggi e un’altra ospiterà tutti gli elementi architettonici sparsi sull’Acropoli oggi in fase di archiviazione grafica e fotografica nonché un laboratorio attivo di restauro visibile al pubblico». Aria nuova dunque anche per il vecchio museo dell’Acropoli, unica costruzione «moderna» rimasta da quando nel 1834 Leo von Klenze fissò secondo i canoni dell’allora classicismo europeo l’aspetto attuale dell’Acropoli con la ricostruzione integrale del tempio di Atena Nike e l’abbattimento di tutta la stratigrafia storica successiva alla prima età imperiale, tra cui la Torre degli Acciaiuoli.
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