Giuseppe Mancini
Leggi i suoi articoliPalmyra. Storia, monumenti e museo è la guida scritta nel 1976 da Khaled al-Asaad: dal 1963 al 2003 direttore degli scavi e del museo di Palmira in Siria, ucciso dall’Isis durante la catastrofica occupazione del 2015. L’arabista Marco di Branco ne ha curato la prima edizione in italiano, introdotta e contestualizzata dall’archeologa Maria Teresa Grassi, scomparsa improvvisamente nel gennaio scorso: un omaggio a un «martire del patrimonio culturale», decapitato dai terroristi tra le rovine.
In vendita nel museo e rivolta essenzialmente ai turisti, la guida contiene informazioni essenziali per orientarsi nella città-oasi, la «sposa del deserto» di epoca ellenistica e romana, tra vie colonnate, templi monumentali, il magnifico teatro, tombe a torre, moschee e fortificazioni delle dominazioni araba e ottomana.
Non può tener conto né degli scavi archeologici degli ultimi decenni, né tantomeno delle distruzioni perpetrate durante la guerra civile siriana. Grassi la introduce con un breve riassunto bio-bibliografico dell’attività professionale di al-Asaad, l’arricchisce con un saggio, ripercorre le vicende storiche di Palmira, ne presenta l’ingresso trionfale nella cultura occidentale grazie ai viaggi di riscoperta del XVIII e XIX secolo, ne testimonia l’attrattiva per gli archeologi francesi, russi, polacchi, danesi, che vi hanno scavato a partire dal 1932, fino alla missione italo-siriana che lei stessa ha guidato dal 2007 al 2010. Completano il volumetto belle foto pre Isis, riflessioni del traduttore sulla nascita dell’iconoclastia nell’islam.
Guida di Palmyra, a cura di Marco Di Branco e Maria Teresa Grassi, 112 pp., 24 tav. ill. col., Viella Editrice, Roma 2019, € 25,00
Altri articoli dell'autore
Dal 1961 nel sito opera la missione italo-turca dell’Università «La Sapienza» di Roma
La storia mondiale del museo (in tre tomi illustrati) è il risultato di decenni di ricerche dello studioso polacco Krzysztof Pomian
Il comitato direttivo del Centro per il Patrimonio mondiale ha adottato una risoluzione che redarguisce la Turchia (con passaggi severi solo nei toni) e indica azioni da compiere per la riapertura di Santa Sofia
La «Rotta di Enea» è stata ufficialmente inserita dal Consiglio d’Europa tra i suoi itinerari culturali