Elena Correggia, Antonio Mirabelli
Leggi i suoi articoliUn raffinato gusto da connaisseur e provenienze blasonate connotano gli arredi che Wannenes batterà all’incanto il 17 maggio a Genova, nella sua nuova sede di villa Carrega Cataldi. Fra i lotti di punta spicca lo scenografico piano di tavolo romano rettangolare, lavorato a schema geometrico in marmi commessi policromi, del XVI-XVII secolo, con grande riserva ovale al centro e volute a ricciolo stilizzato (stime 10-15mila euro). Testimoni del fasto della Roma del Settecento, di un’estetica che coniuga il prestigio delle committenze a un linguaggio volutamente sontuoso, sono la coppia di console del terzo quarto del XVIII secolo, in legno intagliato, scolpito e dorato, provenienti dal palazzo Massimo di Rignano Colonna all’Ara Coeli (40-60mila).
Ariose, esuberanti volute e materiali come il marmo nero d’Aquitania per i piani impiallacciati segnalano l’evoluzione che si stava compiendo nella capitale dal barocco verso un più frivolo gusto rocaille. Fattura di prima qualità e uso di materiali preziosi concorrono al tripudio decorativo di una croce d’altare trapanese in corallo, avorio, argento, rame dorato, madreperla e legno, datata 1750 ca, attribuibile forse ad Andrea Tipa (20-30mila).
Da una stessa dimora, raccolti nella sezione «L’arte di abitare», provengono poi alcuni oggetti di interesse, anche per le stime contenute. A cominciare da un piccolo tavolo da centro genovese del XVIII secolo, impiallacciato in legno violetto con piano in alabastro fiorito incassato entro un bordo sagomato (2-3mila) e, sempre da Genova, una coppia di cassettoni angolari impiallacciati in legno violetto e bois de rose di metà Settecento, con piano sagomato e fronte a doppia bombatura (20-30mila).
Con un budget contenuto è possibile anche fare propri eleganti souvenir «da Grand Tour» del ’700-’800, provenienti dalla collezione di un gentiluomo italiano. È il caso per esempio del piccolo tavolo a scrittoio torinese del XVIII secolo in legni vari con impianto mistilineo e decoro geometrico tridimensionale (2-3mila) e di tre gruppi scultorei raffiguranti mori, forse indiani delle Americhe, in legno laccato e dorato, probabilmente fiorentini del XVII–XVIII secolo (4-6mila). Queste opere confermano la moda di rappresentare figure di mori, diffusa in tutta Europa, e che trovò il suo apice nell’arte barocca fra Sei e Settecento. Da citare infine una stufa in maiolica bianca, forse realizzata in un atelier del Nordeuropa nel XIX secolo, che esprime appieno il gusto sofisticato della chinoiserie Luigi XV (4-4.500).
È tutto pronto anche per l’asta del prossimo 18 maggio rivolta ai dipinti antichi e del XIX secolo caratterizzata da un catalogo ben equilibrato e che abbraccia un arco temporale di circa due secoli: dal ’600 al tardo ’800. Relativamente all’antico, tra i lotti spiccano alcuni pregevoli dipinti, come l’imponente tela di Antonio De Bellis, «La Piscina Probatica» proveniente, in base ad alcuni studi, dalla Chiesa di San Diego all’Ospedaletto di Napoli. Lo stile dell’artista in questa opera richiama molto Giuseppe Ribera, un dato di non poco conto.
Non passa inosservata la splendida «Incredulità di San Tommaso» di Massimo Stanzione, la cui tecnica pittorica e gli effetti chiaroscurali caravaggeschi la collocano tra il 1625 e il 1630 quando l’artista è documentato a Roma. Il dipinto viene proposto con una valutazione tra i 60-80mila euro. In catalogo anche il pittore Gioacchino Assereto che con la sua pittura contraddistinse l’arte genovese durante la prima metà del Seicento. L’opera «Re Alfonso VII di Castiglia» ha una notevole importanza storica che è dovuta alla probabile committenza di Giovanni Stefano Doria durante gli anni del suo dogato (1633-35), una datazione confermata dalla composizione, in cui al rigore disegnativo delle stesure, si accompagna una conduzione più libera. Per questo lotto, le offerte partono da una stima di 60mila.
Infine, Bartolomeo Bettera, artista bergamasco di nota fama per le sue nature morte con strumenti musicali, proprio come quella proposta in asta con il lotto 525 con una stima di 30-50mila euro.
Riguardo al segmento dipinti del XIX secolo sono due i top lot della selezione di opere in vendita. «Cesare Borgia a Capua» datato 1853 e firmato da Domenico Morelli, uno dei più importanti pittori napoletani, vanta una storica esposizione presso il Palazzo Senatorio di Palermo nel 1856 e viene offerto con una valutazione di 40-60 mila euro, mentre il profondo «Ritratto di nobildonna veneziana» porta la firma di Eugenio de Blaas, famoso proprio per i protagonisti dei suoi dipinti, ovvero i personaggi della vita quotidiana veneziana e della laguna veneta. Opere queste in cui si scorge la rara abilità descrittiva dell’artista nella ritrattistica.
Giorgio Villani ha tra i suoi principali temi di ricerca il Liberty e il Déco di cui sovente negli ultimi anni ha trattato su «Alias», inserto culturale del quotidiano «il Manifesto». Ora alcuni di questi testi escono rielaborati nel volume il cui titolo si ispira alla poesia Sopra una conchiglia fossile nel mio studio di Giacomo Zanella.
Il componimento è utile all’autore per far rivivere quel sentimento che unì il Liberty o Art Nouveau, diffuso tra fine Ottocento e primi anni del XX secolo al Déco, fenomeno che in Europa può datarsi tra il 1919 e il 1930 circa. Nella sua introduzione, Villani questo sentimento lo classifica come «una vita organica spiritualizzata e rarefatta, come una trasfigurazione del reale in forme che sapessero incantare l’anima. La conchiglia si trasforma allora nel guscio del paguro nelle cui valve madreperlacee il piccolo animale si rifugia, non udendo più che l’eco del mondo, il suo riflesso su pareti preziose».
Come a dire che la conchiglia è qui una metafora di quella degli esteti, realizzata in marmo, in alabastro, in vetro. Ecco dunque nei testi abbozzate le gesta di Josef Hoffmann, Koloman Moser, Klimt, Loos, Olbrich fino agli italiani De Carolis e Zecchin e altri. Ma quel che emerge di utile da questi scritti, arricchiti da recensioni di mostre e libri, non è tanto l’analisi dei singoli autori, abbozzata, quanto la rievocazione del clima artistico degli anni di Art Nouveau, Jugendstil, Sezessionstil e Art Déco. Il breve volume è completato da un utile indice dei nomi.
Dentro una conchiglia. Note d’arte sul Liberty e sul Déco
di Giorgio Villani, 88 pp., Bordeaux edizioni, Roma 2022, € 10