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Il Museo Nazionale di Taiz. Cortesia World Monuments Fund

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Il Museo Nazionale di Taiz. Cortesia World Monuments Fund

Soccorso inglese in Yemen

Il World Monuments Fund Britain ha finanziato il restauro del museo di Taiz

Hannah McGivern

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Taiz (Yemen). Mentre perdurano nello Yemen la guerra civile e la peggiore crisi umanitaria del mondo, i dirigenti culturali stanno facendo passi da gigante verso la riapertura del Museo Nazionale di Taiz, la terza più grande città del Paese. Palazzo reale ottomano e residenza del governatore yemenita Imam Ahmad Hamid al-Din prima di diventare museo nel 1967, l’edificio è stato bombardato dai ribelli Huthi nel febbraio 2016 e la sua collezione di manoscritti rari è andata distrutta in un incendio.

Grazie a una sovvenzione di 100mila sterline da parte del Cultural Protection Fund del British Council e a ulteriori finanziamenti concessi da un donatore privato, il World Monuments Fund (Wmf) Britain ha finanziato da aprile a novembre il restauro dell’esterno e del tetto del museo, condotto dall’Organizzazione Generale Yemenita per le Antichità e i Musei (Goam). A dicembre, la squadra avrebbe dovuto iniziare le riparazioni di emergenza del Qubbat al-Husayniyah, un importante mausoleo ottomano a Taiz, che non è stato direttamente interessato dalla guerra.

La partnership fa seguito alla nomina da parte del Goam della Città Vecchia di Taiz per la Watch List 2018 del Wmf, espressione della preoccupazione sia per un ambiente costruito che risale all’XI secolo sia per il benessere dei suoi residenti. In una città assediata, dove molti edifici storici sono stati danneggiati da bombe e scontri armati, il museo è stato scelto come priorità di finanziamento non solo per la sua bellezza architettonica, con intonaco decorativo e balconi mashrabiya a reticolo in legno, ma per la sua «importanza per la memoria della popolazione», afferma Alessandra Peruzzetto, archeologa italiana oggi direttrice del programma Wmf per l’archeologia e il Medio Oriente.

Con i viaggi aerei da e per lo Yemen quasi impossibili, il Wmf ha fatto in modo che il personale del Goam si recasse al Centre Français d’Archéologie et de Sciences Sociales, nella sede di Kuwait City, per due settimane di formazione, dove ha potuto elaborare valutazioni strutturali e un programma di restauro. L’intervento sul museo «si è svolto sorprendentemente senza intoppi, data la situazione in Yemen», ha confidato la Peruzzetto, salvo il ritardato arrivo dei mattoni dalla capitale Sana’a.

Il Wmf è intervenuto fornendo risorse essenziali per la squadra di lavoro a Taiz, tra cui una macchina fotografica e un computer per la documentazione, nonché pannelli solari e un generatore da attivare quando la fornitura di energia elettrica locale viene interrotta. I prossimi passi per il Wmf comprendono la ricerca di finanziamenti aggiuntivi da parte del British Council per il restauro degli interni. Nel mese di dicembre, l’Aliph Foundation, con sede a Ginevra, ha annunciato uno stanziamento di 589mila dollari che sosterrà un’ulteriore fase che prevede la ricostruzione di un palazzo adiacente, il recupero degli oggetti del museo sepolti sotto di esso e la concezione di una nuova museologia per l’allestimento nel museo.

Hannah McGivern, 13 gennaio 2020 | © Riproduzione riservata

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