Rica Cerbarano
Leggi i suoi articoliUnseen Photo Fair, la fiera di Amsterdam dedicata alla fotografia contemporanea, dal 15 al 18 settembre presenta la sua decima edizione confermando per il secondo anno l’ambizioso progetto «Unbound», una sezione speciale che ha l’obiettivo di esplorare i confini (fisici e narrativi) dell’universo fotografico.
L’esposizione si sviluppa in uno spazio di 700 metri quadrati attraverso una serie di installazioni che indagano le possibilità espressive scaturite dall’ibridazione tra immagine fotografica, scultura, performance e arte digitale. La curatela della mostra, affidata ogni anno a un curatore ospite, quest’anno è firmata da Damarice Amao del Centre Pompidou di Parigi.
«“Unbound” vuole illustrare la gamma di direzioni diverse in cui la fotografia si è avventurata, che comprendono spesso cross-over tra discipline diverse», racconta Roderick van der Lee, direttore e cofondatore della fiera. Tra i progetti in mostra, quest’anno ci sono piccole sculture su lastre di vetro, ologrammi, performance, proiezioni digitali di 10 metri di larghezza, ambienti di realtà virtuale e molto altro.
«Con questo format espositivo poniamo molta attenzione sull’interazione fisica tra opere e spettatori, proponendo lavori che si sviluppano in una scala non consona allo spazio ristretto degli stand fieristici», continua van der Lee.
Combinando ricerca curatoriale e logiche di mercato, «Unbound» si presenta come un progetto unico nel suo genere: da un lato, mostra ai curatori e ai direttori che visitano la fiera le sperimentazioni più d’avanguardia del medium fotografico, dall’altro offre la possibilità ai collezionisti di acquistare opere uniche che, nonostante le loro dimensioni monumentali, riscuotono grande successo tra gli specialisti, consolidando la sua reputazione di essere uno dei luoghi più autorevoli sugli ultimi sviluppi della fotografia.
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