Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Lorenzo Scotto di Luzio, «Carlo Carrà», Milano Drawing Week 2025, a cura di Collezione Ramo, Milano, Vistamare

© Marco Cappelletti / Marco Cappelletti Studio

Image

Lorenzo Scotto di Luzio, «Carlo Carrà», Milano Drawing Week 2025, a cura di Collezione Ramo, Milano, Vistamare

© Marco Cappelletti / Marco Cappelletti Studio

Da Vistamare Lorenzo Scotto di Luzio racconta un «falò di banalità»

In occasione della quinta Milano Drawing Week, l’artista napoletano si è ispirato a un piccolo disegno di Carlo Carrà del 1916 dalla Collezione Ramo

Disegnare a memoria. Una dama con un uccellino disneyano in mano guarda il fruitore con un sorriso furbetto. Una stanza interamente dedicata a ritratti di cani, dai barboncini da salotto ai simpatici maltesi fino ai bassotti di amiche. Una ragazza mangia gli spaghetti dalla padella. Un pierrot suona al bagliore della luna, come nelle raffinate illustrazioni degli anni Trenta. Ci sono pagliacci che ridono, un vecchio marinaio fuma la pipa, il ritratto di Julio Valerio Borghese o quello di Chiara Ferragni; ci sono Madonne e c’è anche un Cristo. 

Lorenzo Scotto di Luzio (Pozzuoli, Napoli, 1972) racconta un «falò di banalità». Eventi forse conosciuti da tanti, ma che, assorbiti dall’artista attraverso i canali mediatici tra i più vari, da Youtube ai social, dalle chiacchiere dei salotti borghesi alla cronaca quotidiana, prendono la forma di qualcosa di nuovo. I disegni a matita e carboncino che Lorenzo Scotto di Luzio presenta nella mostra «Amate Sponde», in corso fino al 22 dicembre da Vistamare a Milano, possono essere letti come un unico insieme di volti, azioni, atteggiamenti, a creare un circo umano e non umano. Oppure possono essere osservati singolarmente, pezzo per pezzo, in unici episodi che riportano a immaginari che da generali divengono privati. Le calze collant di donna in una sala, forse quella volutamente più spoglia della galleria, richiamano le gambe del cinema degli anni Cinquanta, ma anche quelle delle riviste patinate degli anni Ottanta. Dipende dall’occhio del fruitore. Così come Patti Smith che canta in mezzo a una folla di cellulari puntati, o il soldato russo che sorride guardando verso l’obiettivo, prima di morire colpito per mezzo di un drone comandato.

Rossella Farinotti, 03 dicembre 2025 | © Riproduzione riservata

Da Vistamare Lorenzo Scotto di Luzio racconta un «falò di banalità» | Rossella Farinotti

Da Vistamare Lorenzo Scotto di Luzio racconta un «falò di banalità» | Rossella Farinotti