La Galleria Franchetti alla Ca’ d’Oro ospita fino al 30 ottobre «Da Donatello a Alessandro Vittoria, 1450-1600. 150 anni di scultura nella Repubblica di Venezia». La mostra, organizzata da Venetian Heritage in collaborazione con la Direzione regionale Musei Veneto, illustra la fioritura della scultura a Venezia e nei territori della Serenissima tra Rinascimento e prima Maniera.
Partendo dalla permanenza padovana di Donatello, ripercorre le tappe della formazione del linguaggio scultoreo veneto, attraverso il profilo dei suoi principali interpreti: dalle diverse risposte all’antico rappresentate dall’arte dei Lombardo, di Antonio Riccio e Jacopo Alari Bonacolsi detto l’«Antico», all’assimilazione del Manierismo centroitaliano inaugurata da Jacopo Sansovino, fino al pittoricismo protobarocco di Alessandro Vittoria.
Grandi nomi, quindi, ai qualsi si affiancano figure meno note eppur significative nel panorama artistico veneto, come Giovanni Maria Mosca, autore di raffinati rilievi in marmo di soggetto mitologico, e Niccolò di Giovanni Fiorentino, protagonista del Rinascimento in Dalmazia. La carriera di questi minori e di tanti altri è delineata nel bel catalogo della mostra, curato da Toto Bergamo Rossi (direttore della Fondazione Venetian Heritage) e da Claudia Cremonini (direttrice della Galleria Franchetti alla Ca’ d’Oro).
Una mostra contenuta in termini di opere esibite ma ambiziosa nell’intento, dato che si tratta della prima grande panoramica veneziana dedicata alla scultura veneta in tutta la sua complessità e ricchezza. Squisito l’allestimento, caratterizzato da colori e materiali sapientemente equilibrati, dove alle opere è lasciato spazio per respirare. Da segnalare, tra le tante opere d’interesse, due recenti riscoperte: il bellissimo rilievo del «Suicidio di Lucrezia» (1508-16, ca), riemerso da poco sul mercato antiquario e attribuito unanimamente ad Antonio Lombardo, e il busto in terracotta di «San Lorenzo» di Donatello, la cui storia travagliata è stata abilmente ricostruita da Francesco Caglioti.