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Joel Meyerowitz, «Land, Provincetown», 1976, New York, Howard Greenberg Gallery

© Joel Meyerowitz, Courtesy of Howard Greenberg Gallery, New York

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Joel Meyerowitz, «Land, Provincetown», 1976, New York, Howard Greenberg Gallery

© Joel Meyerowitz, Courtesy of Howard Greenberg Gallery, New York

Paris Photo: 200 gallerie e 45 editori sotto la cupola del Grand Palais

Undici le gallerie italiane presenti nella più grande fiera di fotografia al mondo

Dal 13 al 16 novembre si svolgerà Paris Photo nel magnifico Grand Palais di Parigi, riaperto l’anno scorso dopo un’imponente ristrutturazione. In un momento di crisi per le fiere, Paris Photo emerge come una realtà di successo, preparandosi ad accogliere 200 gallerie e 45 editori sotto la cupola del grande palazzo Belle Époque. Molte gallerie puntano su un solo artista. Jean-Kenta Gauthier, presidente del Consiglio di selezione, racconta: «L’anno scorso abbiamo consigliato ad alcune gallerie di fare dei solo show. Pur non avendo una ricetta, il Consiglio si permette di suggerire aggiustamenti alle proposte per rendere il loro contenuto più leggibile in una fiera molto grande».

Anche dopo il primo anno alcune gallerie adottano questa strategia spiegando che aiuta la concentrazione del visitatore in una fiera molto fitta. Altre gallerie invece creano mostre a due voci e rimangono molte, 93 quest’anno, quelle che avranno esposizioni collettive. In ogni caso, come afferma Christophe Capacci della newyorkese Howard Greenberg Gallery, «Paris Photo è la più grande fiera di fotografia al mondo. È quindi l’appuntamento più bello e più atteso nel calendario di una galleria». 

Quest’anno saranno 11 le gallerie italiane presenti alla fiera. Irene Crocco di Viasaterna presenterà un dialogo tra le artiste Marion Baruch ed Elisabetta Catalano. Baruch, come soggetto delle performance fotografate da Gianni Berengo Gardin ed Elisabetta Catalano come fotografa delle performance di Fabio Mauri, Gino De Dominicis e Jannis Kounellis. Il dialogo si crea tra un’artista che esegue la performance e una che la fotografa. Per Crocco «far dialogare due artiste con una modalità usata anche in galleria, ti permette di fare associazioni e contrapposizioni più approfondite».

Cristina Ferraiuolo di Spot home gallery (Napoli) ha esordito l’anno scorso a Paris Photo con un solo show e definisce la fiera «l’evento al quale arrivare». Quest’anno presenta una personale dell’artista francese Anaïs Tondeur, con un progetto frutto di una residenza che Ferraiuolo organizza ogni anno. Tondeur propone immagini di piante della Terra dei Fuochi e ne fa apparire la tossicità, lavorando su ecologia e filosofia. Ferraiuolo ha deciso di partecipare nonostante i costi alti della fiera: «Sono arrivata qui e non posso mollare, è questione di fiducia per i miei collezionisti». Pierre-André Podbielski (Milano) ha deciso, insieme alla direttrice Lucia Orsi, di dedicare il suo stand all’artista Loredana Nemes. La loro partecipazione a Paris Photo ha «un’importanza strategica perché le persone vengono sempre di meno in galleria e dobbiamo portare loro i nostri artisti», spiega Orsi. Podbielski aggiunge: «È un percorso lungo quattro anni e una volta dentro si vuole mantenere la posizione acquisita. La nostra partecipazione è sempre stata positiva e vogliamo curare le relazioni con i nostri collezionisti». Quest’anno il lavoro di Nemes presenta tematiche inerenti alla natura ma anche all’attualità. Orsi dice che il solo show «permette di presentare il lavoro dell’artista in modo più completo e approfondito, un racconto che consente al visitatore di entrare nel suo mondo, cosa più difficile da ottenere in una collettiva». 

Large Glass (Londra) condivide stand e progetto con Matèria (Roma). «Siamo alla nostra terza partecipazione, racconta Charlotte Schepke, sempre con un solo show. Quest’anno porteremo Mario Cresci, insieme alla Galleria Matèria». Per Schepke «Paris Photo è un appuntamento affermato, con un grande pubblico e una solida clientela, l’unica fiera davvero dedicata alla fotografia che, nonostante le difficoltà, vale comunque la pena frequentare. Lì puoi incontrare un pubblico davvero ampio, specialmente direttori e curatori dei principali musei». 

Grande assente, dopo quattro anni di partecipazione, la galleria Die Mauer. Racconta Piergiorgio Fornello: «Quest’anno è in corso a Palazzo Fabbroni di Pistoia una mostra museale sul nostro Gianfranco Chiavacci e siamo concentrati su quella, ma torneremo nel 2026 perché abbiamo avuto successo sia con i collezionisti che con il pubblico». Tra le gallerie straniere più importanti in fiera c’è, come accennato, Howard Greenberg: «Negli anni, dice Christophe Capacci, ho visto molta passione da parte dei collezionisti e meno speculazione. Aiuta il budget minore che la fotografia richiede e anche il fatto che la fiera stia diventando sempre più generalista, perché esplora davvero tutti i generi e i campi possibili, dalla fine del XIX secolo fino a domani». La galleria porterà nella sua collettiva fotografie dagli anni Trenta ai Sessanta, molto sperimentali, con grandi nomi come Lange, Brassaï e Kander. 

Le gallerie fanno scelte diverse anche perché il mercato di oggi è molto complesso. «Siamo in un momento di crisi, riflette Jean-Kenta Gauthier: ma anche di cambiamento, molti galleristi e collezionisti sono andati in pensione. Per attirare l’attenzione e mantenerla bisogna creare dei percorsi, sia negli spazi delle gallerie che dentro la fiera. L’idea è che, poiché i settori rappresentano canali d’ingresso molto interessanti per la fiera, dove i collezionisti fanno scoperte e acquisti, vale la pena dar loro un ruolo più importante. Per questo l’edizione 2025 vede settori come “Voices” al centro della navata del Grand Palais. È un nuovo esperimento e sono molto curioso di vedere come reagirà il pubblico». L’edizione 2025 di Paris Photo si annuncia molto interessante. 

Elisabetta Catalano, «Cesare Tacchi, performance in studio Painting, Roma, 1972», Viasaterna. © Elisabetta Catalano, Courtesy Archivio Elisabetta Catalano and Viasaterna

Carolina Sandretto, 05 novembre 2025 | © Riproduzione riservata

Paris Photo: 200 gallerie e 45 editori sotto la cupola del Grand Palais | Carolina Sandretto

Paris Photo: 200 gallerie e 45 editori sotto la cupola del Grand Palais | Carolina Sandretto