Nel febbraio del 2005 un'atmosfera di festa pervase per 16 giorni il Central Park a New York: quattro milioni di visitatori si riversarono nel parco per vedere i 7.503 pannelli di tessuto arancione sospesi a cancelli di metallo lungo una serie di sentieri e passerelle lunghi 37 chilometri dell’installazione «The Gates» di Christo e Jeanne-Claude.
Sono passati vent'anni da quando l'installazione è stata montata e smontata e ora, dal 12 febbraio al 23 marzo, vari luoghi di Manhattan rendono omaggio a «The Gates». Una parte della celebrazione si tiene a The Shed, dove la mostra «Christo e Jeanne-Claude: The Gates e progetti non realizzati per New York» presenta disegni, modelli e componenti relativi all’installazione del 2005. C’è anche un modello in scala di Central Park e, attraverso un programma per iPad progettato ad hoc (sviluppato da Pixels Pixels e Dirt Empire per la mostra The Shed) posizionato sopra la mappa, gli spettatori potranno ottenere viste panoramiche dei luoghi in cui sono stati installati i 7.503 pannelli, basate su filmati del sito nel 2005, nonché altre informazioni sul progetto.
La sezione della mostra intitolata «Progetti non realizzati per New York» presenta altre 13 proposte di Christo e Jeanne-Claude per New York, progettate tra il 1964 e il 1969 e di cui sono visibili modelli in scala e video. Anche se non realizzate, rivelano lo spirito ambizioso e innovativo della coppia e il loro profondo legame con la città che dal 1964 avevano chiamato casa (Jeanne-Claude è morta nel 2009, Christo nel 2020).
Nella parte alta di Central Park i visitatori possono rivivere l’esperienza di camminare sotto gli striscioni di tessuto grazie a una componente interattiva di realtà aumentata (AR) nell'app Bloomberg Connects, scaricabile gratuitamente. La tecnologia, sviluppata in collaborazione dalla Christo and Jeanne-Claude Foundation, Dirt Empire e Superbright, è accessibile lungo i percorsi segnalati da East 72nd Street e Fifth Avenue e Cherry Hill sulla guida della Central Park Conservancy nell'app Bloomberg Connects.
All'interno delle sette sezioni presenti lungo questi percorsi, agli utenti verrà chiesto di scansionare la segnaletica che tramite i loro dispositivi mobili.consente l'esperienza di diverse centinaia di «gates» (cancelli). Ogni luogo sblocca una storia aggiuntiva sull'app, con immagini e testi d'archivio, offrendo una panoramica su «The Gates» e sull'eredità di Christo e Jeanne-Claude. Quando la funzione AR è attivata, gli utenti «vedranno il parco attraverso la fotocamera del loro telefono, con i Gates digitali aggiunti alla vista dal vivo sullo schermo, spiega Igal Nassima, fondatore di Superbright Studios con sede a New York. Ad esempio, se piove, si vedrà la pioggia nel parco e anche i “Gates” digitali sembreranno reagire. In una giornata ventosa, il tessuto dei “Gates” sembrerà muoversi con il vento. Quando c'è il sole, in base alla direzione della luce solare e al punto del parco in cui ci si trova, il tessuto apparirà luminoso e brillante. Questo rende i “Gates” digitali più in sintonia con l’ambiente reale».
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«The Gates»(1979-2005) di Christo e Jeanne-Claude nel Central Park di New York, 2005. Foto Wolfgang Volz. © 2005 Christo and Jeanne-Claude Foundation
L’ omaggio digitale al progetto di vent’anni fa nasce dalla collaborazione tra la Christo and Jeanne-Claude Foundation, The Shed, la Central Park Conservancy, il New York City Parks Department e Bloomberg Philanthropies. «“The Gates” ha letteralmente cambiato il paesaggio per tutti coloro che l'hanno vissuto e per l’arte pubblica a New York, ricorda Patricia E. Harris, amministratrice delegata di Bloomberg Philanthropies. È stato un lavoro che gli artisti hanno fatto con amore e ci è voluta una stretta collaborazione per garantirne il successo. Ora, vent’anni dopo, abbiamo l'opportunità di utilizzare la tecnologia per connettere il pubblico con l’opera d'arte e celebrarne lo spirito parteciptaivo con una nuova generazione».
Secondo Pascal Roulin, curatore della mostra, l’obiettivo di questa composita commemorazione «è raccontare la storia di quell'evento che si è svolto per due settimane nel 2005 e che ha richiesto 26 anni di preparazione. Vent’anni dopo presentiamo la storia a una nuova generazione che non era a New York nel 2005 e che potrebbe non avere idea che sia successo».
La storia in generale ha guardato con affetto a «The Gates». Per Andrianna Campbell-Lafleur, critica d'arte e storica, l’installazione ha un’importanza storica: «Ha rappresentato un nuovo punto di accesso a Central Park (e quindi a New York), noto per i suoi monumenti antropomorfi e austeri; era di dimensioni spettacolari e ha rappresentato una pausa nell'ambiente costruito in vetro e acciaio».
A Vladimir Yavachev, direttore operativo della Christo and Jeanne-Claude Foundation, «The Gates» appare come un modo per alleggerire l'atmosfera di una città, all’epoca amministrata da Michael Bloomberg, ancora sotto shock per gli attacchi terroristici dell'11 settembre 2001. «La gente, ricorda il nipote di Christo, mi ha raccontato che per la prima volta da anni a New York si alzava lo sguardo per la gioia». Ha aiutato anche il fatto che il costo di installazione della tentacolare opera di Land art, 16 milioni di dollari, sarebbe stato pagato esclusivamente dagli artisti anziché (in tutto o in parte) dalla città. Questo comprendeva tutte le strutture (5.390 tonnellate di acciaio, 315.491 piedi di tubi in vinile e 15.000 set di staffe) e i 99.155 metri quadrati di tessuto, con tutto l'assemblaggio completato da 600 lavoratori assunti e pagati dagli artisti.
«Christo e Jeanne-Claude non hanno mai voluto che i loro progetti venissero rifatti, aggiunge Yavachev. Li possiamo rivedere grazie ai nostri telefoni».
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Un immagine di «The Gates: An Augmented Reality Experience» a Central Park, disponibile tramite l’app Bloomberg Connects © 2025 Joe Pugliese and Dirt Empire