Dopo un assaggio ad Arte Fiera, in una torretta espositiva su ruote che fungeva da agile supporto, ora è allestita nella sede della Fondazione Cirulli, un edificio paradigma dell’architettura industriale del dopoguerra progettato da Achille e Pier Giacomo Castiglioni nel 1960.
La mostra Cut&Paste. Fotocollage tra Dada e Futurismo, aperta dal 16 aprile al 17 dicembre, è l’occasione per vedere e comprendere nella loro consistenza tattile e oggettuale una quarantina di opere, tra collage e fotocollage, selezionate dalla collezione permanente nel quadro del progetto «L’Archivio animato», un concept ideato con la collaborazione di Jeffrey Schnapp e ormai ben collaudato, che consente di conciliare la programmazione temporanea di approfondimenti tematici e l’esposizione a rotazione della vasta ed eclettica raccolta.
Storico dell’arte medievale e del Novecento italiano, docente universitario (a Stanford e ad Harvard), tra i primi a proporre modelli di interazione nel campo degli studi di digital humanities, Schnapp ha definito con i collezionisti una modalità versatile e didattica per valorizzare l’eterogeneità di lavori e tendenze (pittura, scultura, design, arti decorative, pubblicità) attraverso dei focus che scandagliano temi della ricerca visuale, ancorandosi a materiali originali, spesso rari o inediti.
In questa occasione la formula «taglia e incolla» introduce una riflessione sulla freschezza della sperimentazione di quelle tecniche espressive antiaccademiche che, care alle Avanguardie storiche internazionali tra gli anni Dieci e Trenta del ’900, sono ancora capaci di stupirci.
Materiali poveri, sensibilità votata all’antimonumentale, gusto per l’effimero, sarcasmo, aleatorietà, caos; nonsense ma anche la preziosa capacità di comporre e restituire pienamente la tensione emotiva e creativa dei momenti di svolta, dagli inquieti pionieri del collage di Dada-Berlin come Raoul Haussmann, Kurt Schwitters e Hannah Hoch, ai fotocollage futuristi di Bruno Munari, Thayaht e Vinicio Paladini, fino alla delicata poesia materiale di Jean Cocteau.