«Beagle in a basket» (1990), di Duane Hanson. © The Estate of Duane Hanson. Cortesia di The Estate of Duane Hanson e Gagosian. Foto Rob McKeever

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«Beagle in a basket» (1990), di Duane Hanson. © The Estate of Duane Hanson. Cortesia di The Estate of Duane Hanson e Gagosian. Foto Rob McKeever

Macro multisensoriale

«Il pubblico è esortato a trovare una propria lettura di fronte a un paesaggio visivo e percettivo volutamente straniante», dice il direttore del museo romano Luca Lo Pinto

Dal 28 aprile al 24 settembre più di 20 artisti trasformano il Macro in un’esperienza multisensoriale. Nella mostra «In First Personal Plural», «il pubblico è esortato a trovare una propria lettura di fronte a un paesaggio visivo e percettivo volutamente straniante», racconta il direttore del museo Luca Lo Pinto, riferendosi allo spazio come luogo in cui le definizioni di umano, non umano e post umano non conoscono confini.

Ogni immagine che sembra avere un legame con la realtà appare distorta e deformata; esemplari sono le sculture iperrealistiche di Duane Hanson. L’arte americana si fonde con quella iraniana grazie ai dipinti di Tala Madani (1981), opere provocatorie e spesso umoristiche che esplorano i ruoli di genere, la sessualità, la cultura e la politica.

Lo scenario italiano guarda al futuro con Massimo Grimaldi (1974), che pone l’accento sulle trasformazioni tecnologiche in epoca contemporanea. La mostra è un archivio di movimenti, simboli e affetti caratteristici di un periodo in cui la concezione di realtà e illusione è capovolta, e non resta che chiedersi quale sia il vero significato di «autentico» nel mondo in cui abitiamo.

«Beagle in a basket» (1990), di Duane Hanson. © The Estate of Duane Hanson. Cortesia di The Estate of Duane Hanson e Gagosian. Foto Rob McKeever

Rischa Paterlini, 27 aprile 2023 | © Riproduzione riservata

Macro multisensoriale | Rischa Paterlini

Macro multisensoriale | Rischa Paterlini