L’artista cinese di Guangzhou Cao Fei (1978) ha all’attivo tre partecipazioni alla Biennale d’Arte di Venezia (2003, 2007 e 2015) e molte mostre, tra collettive e personali, in altrettanti importanti musei per il mondo (l’ultima, nel 2022, al MaXXI di Roma, «Supernova»). Da oltre due decenni porta avanti una riflessione inerente i media, la tecnologia e il futuro attraverso differenti mezzi espressivi.
I suoi lavori, per lo più video performance e opere digitali, esplorano aspetti dell’esistenza quotidiana mescolati con il surreale e lo spettacolare, i cambiamenti sociali di vasta portata in epoca di globalizzazione, urbanizzazione e digitalizzazione e la vita cinese contemporanea per interrogarsi su cosa significhi essere «umani» in un’epoca sempre in evoluzione.
Cao ha catturato la rapida trasformazione sociale e culturale del suo Paese, sottolineando l’impatto delle influenze straniere dall’America e dal Giappone e gettando luce sui modi in cui le persone reagiscono a questi sviluppi e li integrano nella loro vita.
«Cao Fei: Duotopia», la grande mostra che Sprüth Magers le dedica fino al 19 agosto, come da sua pratica, occupa e trasforma tutti gli spazi principali della galleria berlinese presentando in anteprima mondiale diverse nuove opere che s’addentrano nel metaverso, nella realtà virtuale e nelle interazioni tra coscienza umana e macchina.