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GIOVEDÌ 22 MAGGIO 2025
Giorno per giorno | 11 NOTIZIE
- 01 Dopo sette mesi, riapre lo Studiolo di Federico da Montefeltro nel Palazzo Ducale di Urbino
- 02 Il Lucas Museum di Los Angeles: non è ancora aperto, ma taglia già il personale
- 03 Scoperte a Gela sei sepolture arcaiche
- 04 Il Kimbell Art Museum acquista «Il melone tagliato» di Jean Siméon Chardin
- 05 Per la Fondazione Ragghianti un libro e una nuova «alleanza» con l’Associazione Amici di Brera
- 06 Il restauro del giardino di Pojega, in Valpolicella
Dopo sette mesi, riapre lo Studiolo di Federico da Montefeltro nel Palazzo Ducale di Urbino
Riapre lo Studiolo di Federico da Montefeltro, al Palazzo Ducale di Urbino. La chiusura era avvenuta lo scorso 4 novembre, poiché l’ambiente doveva essere interessato «da interventi di rifunzionalizzazione degli impianti che rispecchiano la nostra volontà di offrire un Palazzo Ducale sempre più accessibile, in grado di rispondere alle moderne esigenze della museografia e di emozionare il visitatore che arriva a Urbino», aveva detto il direttore della Galleria Nazionale delle Marche, Luigi Gallo. Il 30 maggio alle ore 16 è prevista la presentazione del delicato, quanto complesso (ma a tratti spettacolare) intervento che si è svolto in questi mesi, seguita alle 17 dall'inaugurazione vera e propria. Entrambi i momenti si svolgeranno alla presenza, oltre che della Direzione museale e delle Autorità cittadine urbinati, del direttore generale dei Musei del Ministero della Cultura, Massimo Osanna.
Il Lucas Museum di Los Angeles: non è ancora aperto, ma taglia già il personale
Fondato dal regista George Lucas e da sua moglie, l’imprenditrice Mellody Hobson, il Lucas Museum of Narrative Art, progetto da 1 miliardo di dollari in costruzione dal 2018 e la cui apertura è prevista per il 2026, ha licenziato 15 dipendenti a tempo pieno e altri sette part-time. I licenziamenti rappresentano una riduzione del 14% del personale del museo. Un portavoce del Lucas Museum ha dichiarato al Los Angeles Times che le riduzioni di personale sono «dovute a diverse focalizzazioni dell’istituzione, per garantire l’apertura in tempo l’anno prossimo». Secondo il Times, molti dei ruoli eliminati appartengono ai team dei programmi pubblici ed educativi dell’istituzione, tra cui il curatore dei programmi cinematografici Bernardo Rondeau. Rondeau si trovava in Francia per il Festival di Cannes quando ha saputo di essere stato licenziato; in precedenza aveva rivestito il ruolo di direttore fondatore della programmazione cinematografica dell’Academy Museum of Motion Pictures. «L’attività educativa rimane un pilastro centrale del Lucas Museum», ha dichiarato un rappresentante del museo in un comunicato. «Riorganizzare i ruoli e tagliare il personale è una decisione tremendamente difficile, ma la ristrutturazione consentirà ai team del museo di lavorare in modo più efficiente per consentire l’apertura dell’istituzione al pubblico».
Scoperte a Gela sei sepolture arcaiche
Nel corso di interventi di riqualificazione urbana a Gela (Cl) sono state portate alla luce, nell’area interessata ad archeologia preventiva, sei tombe arcaiche, datate tra il VI e il V secolo a.C. La Soprintendenza ai Beni culturali ha inviato specialisti interessati ai corredi funerari solo in parte individuati in alcune sepolture. Già nel 2024 nello stesso luogo, detto «Orto Pasqualello», furono scoperte altre sei tombe di epoca arcaica con anfore e alcuni crateri, conservati nel Museo di Gela. Tutte le tombe presentano una particolarità: sono state ritrovate lastre ricavate da elementi architettonici decorativi noti come «kalypter egemon», frammenti provenienti da templi più antichi, riutilizzati come coperture tombali. A Gela è anche pronto il Museo dei relitti greci, finanziato con 5 milioni dall’Assessorato dei Beni culturali siciliani: non è però ancora completato l’allestimento della grande sala che esporrà un’imbarcazione quasi intatta, lunga 17 metri e datata al V secolo a.C., recuperata in mare.
Il Kimbell Art Museum acquista «Il melone tagliato» di Jean Siméon Chardin
Un dipinto di Jean Siméon Chardin del 1760, «Il melone tagliato», è stato acquistato dal Kimbell Art Museum di Fort Worth, in Texas, dopo il tentativo (fallito) dell’istituzione statunitense di aggiudicarselo all'asta. Lo scorso giugno il dipinto di Chardin aveva stabilito un nuovo record per l'artista, quando venne venduto per una cifra equivalente a 30,3 milioni di dollari da Christie’s a Parigi all'allora sconosciuto investitore immobiliare italiano Nanni Bassani Antivari. Allora sembrò una delusione per il Kimbell Art Museum, che non era riuscito a fare l’offerta vincente. Nel 2022 il museo aveva tentato di acquistare il «Cestino di fragole selvatiche» (1761) dello stesso autore, senza riuscirci, dopo che la Francia aveva dichiarato l'opera tesoro nazionale, permettendo al Louvre di intervenire per acquistarla per la sua collezione. Ma poi, lo scorso dicembre, emerse che non solo Antivari non aveva pagato per «Il melone tagliato», ma che Christie's gli aveva fatto causa per il mancato pagamento. Il caso non è ancora stato risolto, ma il futuro di questo dipinto sì. Il 21 maggio il Kimbell ha annunciato di aver acquistato l'opera direttamente dai proprietari del dipinto, i discendenti della baronessa Charlotte de Rothschild, che acquistò l’opera nel 1876.
Per la Fondazione Ragghianti un libro e una nuova «alleanza» con l’Associazione Amici di Brera
La vocazione quarantennale della Fondazione Ragghianti, fondata nel 1981 come centro studi, su iniziativa di due grandi storici dell’arte italiani, Carlo Ludovico Ragghianti (Lucca, 1910-Firenze, 1987) e sua moglie Licia Collobi (Trieste, 1914-Firenze, 1989), e oggi presieduta da Alberto Fontana e diretta da Paolo Bolpagni, è raccontata nel libro «Un laboratorio permanente di studio». La Fondazione Ragghianti attraverso le sue mostre 1981-2024, scritto da Giorgia Gastaldon e pubblicato dalle Edizioni Fondazione Ragghianti Studi sull’arte, con un saggio di Fabrizio F.V. Arrigoni, sul tema dell’allestimento museale ed espositivo nel Complesso monumentale di San Micheletto, sede della Fondazione. Nel corso della presentazione del volume, il 20 maggio, al Palazzo di Brera a Milano, è stata annunciata anche la nuova importante alleanza tra la Fondazione Ragghianti e l’Associazione Amici di Brera e dei Musei Milanesi: una partnership che unisce Lucca e Milano, un gemellaggio culturale fondato sulla condivisione di valori comuni, ovvero tutela, valorizzazione e diffusione del patrimonio artistico, e che darà vita a nuove sinergie, iniziative condivise e vantaggi concreti. Il primo appuntamento di questa collaborazione è la mostra «Made in Italy. Destinazione America 1945-1954», organizzata dalla Fondazione Ragghianti nella propria sede a Lucca e aperta fino al 29 giugno. Il Complesso di san Micheletto comprende uno spazio espositivo, una biblioteca specializzata, un archivio, una fototeca, una videoteca, una casa editrice che produce libri (oltre a quello sopra citato, sarà presentato oggi 22 maggio a Firenze, a Palazzo Sacrati Strozzi a Firenze alle 17 anche Carlo Ludovico Ragghianti. Scritti politici 1942-1986, a cura di Andrea Becherucci, con la collaborazione di Maria Francesca Pozzi), pubblicazioni specialistiche, due riviste («Luk» e «Critica d’Arte») e un centro studi che svolge attività di ricerca e didattica e bandisce borse di studio post-dottorali. A partire dal 1992 la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca è il principale ente sostenitore e finanziatore.
Il restauro del giardino di Pojega, in Valpolicella
È tornato al suo splendore dopo tre anni di restauri uno degli ultimi esempi di giardino formale all’italiana: il Giardino di Pojega, voluto nel 1783 dal conte Antonio Rizzardi nel cuore della tenuta di famiglia, la stessa famiglia delle origini, in Valpolicella, nel comune di Negrar, in provincia di Verona. Tra disegno geometrico e giardino romantico all’inglese, il giardino, sorto prima dell’attuale Villa Rizzardi, di 54mila mettri quadrati si snoda tra architetture prospettiche, scenografie verdi e percorsi simbolici disegnati dall’architetto Luigi Trezza seguendo la morfologia della collina, con il Belvedere, il Tempietto, il Teatro di verzura, fedele al progetto originale, di dimensioni e disegno unici al mondo, e il Laghetto. Una restituzione del valore di due milioni di euro realizzata con i fondi del bando Pnrr: il Giardino di Pojega è stato tra i 120 ammessi tra oltre mille candidature. I lavori sono stati diretti dall'ingegner Filippo Giustiniani, ha curato il restauro del verde l'architetto paesaggista Giuseppe Rallo, già direttore del complesso di Villa Nazionale Pisani a Stra (Pd) e autore di interventi tra gli altri nel giardino di Palazzo Soranzo Cappello a Venezia. Il giardino è pronto a ospitare una serie di appuntamenti, i primi dei quali sono in programma il 24 e 25 maggio con le Giornate del giardino terapeutico.
La casetta rossa svedese che atterrerà sulla Luna
Il 5 giugno, alle ore 21.24 Cet (Central European Time, ora dell’Europa centrale), una piccola casa rossa, un tradizionale cottage svedese, diventerà la prima casa ad atterrare sulla Luna. Dopo aver viaggiato nello spazio per più di quattro mesi a bordo del lander lunare Resilience, l’opera d’arte nota come «The Moonhouse», realizzata dall’artista svedese Mikael Genberg, entra ora nella sua fase più critica: l’atterraggio «morbido» nella regione del Mare Frigoris, il Mare del Freddo. Nel 1999 l’artista svedese Mikael Genberg ha immaginato di collocare sulla Luna una classica casa rossa con angoli bianchi. Da allora, un gruppo eterogeneo di ingegneri, sognatori e appassionati ha mantenuto viva la visione, attraverso il tempo e lo spazio, attraverso la Terra e ora nello spazio profondo. «La parte più difficile inizia ora. La Moonhouse deve trovare il suo posto e poi eseguire il suo piccolo atterraggio sulla Luna: una caduta di soli otto centimetri, resa possibile dalla gravità. Tratterremo il fiato finché le immagini non ci raggiungeranno», dice Emil Vinterhav, responsabile tecnico della Moonhouse.
L’isola veneziana di Poveglia diventerà un «parco pubblico urbano lagunare»
A Venezia la gestione dell’isola lagunare di Poveglia, abbandonata da 50 anni, è stata affidata all’associazione «Poveglia per tutti» che nel 2014, quando l’Agenzia del Demanio aveva inserito l’isola tra i beni da cedere per 99 anni con una procedura d’asta, si era candidata per aggiudicarsela. Ora il progetto per la rinascita di Poveglia, disabitata, ha convinto il Demanio ed è in attesa del positivo parere della Soprintendenza. Nel programma dell’associazione è ben specificata la trasformazione dell’isola, oggi degradata dalla vegetazione che ha soffocato parte delle antiche costruzioni, in un «parco pubblico urbano lagunare». L’associazione garantisce tempi rapidi per i cantieri e la copertura finanziaria (circa 280mila euro) con fondi propri. «Il progetto intende favorire e accelerare la ricostituzione di un ecosistema tipico lagunare con il rinforzo delle presenze di specie autoctone: l’orticoltura, le canalette idriche e il restauro dell’ospedale oggi in disuso per eventi culturali: ogni euro guadagnato verrà reinvestito nell’isola», dice Patrizia Veclani, portavoce di «Poveglia per tutti».
Un Mattia Preti, in asta da Finarte il 28 maggio, presentato da John T. Spike
A Roma oggi 22 maggio alle ore 17, presso la sede di Finarte in via Quattro Novembre 114, si terrà la presentazione in anteprima del «Noli me tangere» di Mattia Preti, a cura del professor John T. Spike, tra i massimi esperti del pittore calabrese. Il dipinto fa parte del catalogo di 134 lotti di «Dipinti e disegni antichi» che verrà disperso il prossimo 28 maggio, sempre a Roma. Si tratta di un’opera fino ad oggi sconosciuta, che propone un’interpretazione appassionata e visionaria di uno degli episodi evangelici più noti ma meno convenzionali dal punto di vista iconografico: l’incontro tra Cristo risorto e Maria Maddalena, tratto dal Vangelo di Giovanni (20,13-18).
Addii • Paul Van Hoeydonck
È scomparso il 3 maggio a Wijnegem, in Belgio, all’età di 99 anni, l’artista belga Paul Van Hoeydonck, noto soprattutto per essere stato il primo ad aver realizzato una sua opera sulla Luna. La sua famiglia ha annunciato la notizia con un post su Facebook. L’opera «Fallen Astronaut» era una scultura in alluminio di 8,5 cm, realizzata per ricordare gli astronauti e i cosmonauti morti nella corsa all’esplorazione dello spazio tra Stati Uniti e Unione Sovietica. La figura stilizzata era stata realizzata per essere leggera, solida e in grado di resistere alle estreme variazioni di temperatura della superficie lunare. L’opera si trova a Hadley Rille, sulla superficie lunare. Fu posta da David Scott il primo agosto 1971, con accanto una targa commemorativa con i nomi di otto astronauti statunitensi e sei cosmonauti sovietici.
Addii • Eva del duo Eva & Adele
Eva, una metà del duo di artisti tedeschi Eva & Adele, è morta. La pagina Instagram della coppia ha annunciato la morte di Eva il 21 maggio, senza specificarne la causa. Eva non ha mai rivelato la sua vera età, anche se ha scelto il giorno del suo matrimonio come data di nascita. Per questo motivo, il rappresentante di Eva & Adele, la Galerie Nicole Gnesa di Monaco di Baviera, riferisce nel necrologio che Eva aveva 34 anni, un mese e 10 giorni. «Ha lasciato questo mondo ed è entrata nel palcoscenico eterno», si legge nel post su Instagram. «La sua fede nel potere dell’arte era infinita. Futuro». Eva & Adele erano celeberrime nel mondo dell’arte per il fatto di vivere la propria vita come una performance. Facevano ripetutamente apparizioni in pubblico vestite in modo simile, tanto da sembrare più gemelle che partner di vita.