«Denny’s haircut, Pennsylvania», 2015, di Larry Fink (particolare). © Larry Fink

Image

«Denny’s haircut, Pennsylvania», 2015, di Larry Fink (particolare). © Larry Fink

Camera doppia con Fink e Benassi

Nuovo taglio espositivo del Centro Italiano per la Fotografia

Con l’estate inaugura Camera Doppia, nuovo taglio espositivo di Camera, Centro Italiano per la Fotografia, che proporrà nella sua sede l’allestimento in contemporanea di un doppio percorso in cui due autori sono messi in dialogo. Si comincia il 17 luglio con «Larry Fink. Unbridled Curiosity» e «Jacopo Benassi. Crack» (fino al 29 settembre), due mostre provenienti da Reggio Emilia e prodotte da Fotografia Europea. Diversi per generazione e provenienza, i due fotografi condividono un approccio simile sia per l’uso esclusivo del bianco e nero e il ricorso al flash, sia per l’attenzione all’ambiente sociale e all’umanità che incontrano.

Nelle prime 5 sale si trovano le oltre 90 immagini che Fink (Brooklyn, 1941) ha selezionato con Walter Guadagnini, curatore dell’antologica. La sfrenata curiosità del titolo è quella di uno sguardo che dagli anni ’60 ad oggi continua a cercare il riflesso dei legami che gli individui stringono tra loro e con i luoghi dell’esistenza. Non è un caso che Fink sia appassionato di jazz: nelle sue inquadrature scorre infatti un ritmo ininterrotto di incontri, facce, gesti colti tra humour e malinconia, a un party hollywoodiano come in una palestra di pugilato, a una manifestazione o in un museo.

Nella Sala Grande e nel corridoio si trovano invece i 60 lavori di «Crack», progetto dove Benassi (La Spezia, 1970) disegna «un atlante del corpo, elaborato tra gli estremi della plastica antica e della flagranza fisica contemporanea», cercando la fragilità nei calchi in gesso della scultura classica e nell’emergere diretto e intimo di soggetti in carne e ossa. La frattura non è più solo difetto e rovina, ma occasione per ricomporre un’armonia diversa. Intanto, nella Project Room, prosegue fino al 28 luglio «Irene Kung. Monumenti», personale dedicata all’artista svizzera (Berna, 1958). Ancora a cura di Guadagnini, la selezione presenta 18 opere ottenute dalla giustapposizione di grandi formati dalle serie «Le città invisibili» e «Trees». Il valore universale del monumento è qui ottenuto accostando alberi e architetture che emergendo dal buio si ricompongono in visioni silenziose che «annullano il tempo e ordinano il caos».

«Denny’s haircut, Pennsylvania», 2015, di Larry Fink (particolare). © Larry Fink

Chiara Coronelli, 12 luglio 2019 | © Riproduzione riservata

Articoli precedenti

Abbandonato il progetto londinese causa Brexit e pandemia, l'istituzione «ripiega» annunciando l’apertura di tre nuovi poli preparandosi a diventare uno dei più grandi musei privati al mondo

Unseen Photo Fair torna al Cultuurpark Westergasfabriek di Amsterdam con il nuovo direttore Roderick van der Lee

La monografica di Walter Niedermayr a Camera tocca i temi fondanti della sua opera, dove spazio e presenza umana si confrontano attraverso uno spettro che va dai ben noti paesaggi alpini all’architettura, dagli interni alle distese urbane

Paul Graham all'Icp cura una collettiva «sulla fotografia e sull’atto di vedere il mondo» nel XXI secolo

Camera doppia con Fink e Benassi | Chiara Coronelli

Camera doppia con Fink e Benassi | Chiara Coronelli