Riforma Franceschini: più Soprintendenze, più autonomia

Definito in tutte le sue articolazioni il «Nuovo regolamento di riorganizzazione del Mibact»

La facciata del palazzo del Collegio Romano, che ospita il Mibact
Edek Osser |

Roma. Con il via libera del Consiglio dei Ministri, il 2 dicembre, si può dire definita in tutte le sue articolazioni la riforma Franceschini, ufficialmente intitolata «Nuovo regolamento di riorganizzazione del Mibact».
Molte le novità rispetto alla prima fase della riforma avviata da Dario Franceschini nel 2016, anche con cancellazioni e cambiamenti che hanno in parte annullato le modifiche introdotte dall’ex ministro Alberto Bonisoli alla fine del suo mandato.

Il testo attuale amplia la portata della riforma, un effetto dovuto anche al lavoro politico svolto da Franceschini da poco tornato alla guida del Mibact. Il passo decisivo è arrivato infatti con la conversione in legge del decreto 104 sul «riordino dei Ministeri», compreso quello dei Beni culturali, approvato alla Camera il 18 novembre scorso. L’impianto della riforma è rimasto invariato ed è stato confermato il ritorno al Mibact del
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