Giuseppe Mancini
Leggi i suoi articoliLaodicea (Turchia). Una statua maestosa dell'imperatore Traiano, alta 3 metri e datata al 113 d.C., accompagnata da un prigioniero dace con le mani legate dietro le spalle, è stata presentata al ministro Mehmet Ersoy in una cerimonia a Laodicea ad Lycum, in Turchia. Come ha spiegato a «Il Giornale dell'Arte» il direttore degli scavi Celal Şimşek, «era stata localizzata nel 2015 sotto le rovine di un ninfeo appena scoperto, crollato a causa di un terremoto»; non era intera, ma frantumata in 356 frammenti di marmo, poi pazientemente ricomposti negli anni seguenti.
Laodicea era una città ricca, al centro di una pianura fertile; già abitata nell'età del Bronzo, è stata poi fondata in età ellenistica. Era dotata di pregevoli strutture monumentali: uno stadio, due teatri, quattro impianti termali, viali porticati, ninfei. Una città poi diventata cristiana: una delle sette chiese dell'Apocalisse. Abbandonata nel VII secolo dopo l'ennesimo terremoto, in buona parte è ancora da esplorare: le sue strade ingombre dalle evidenze della distruzione.
Dal 2013 è nella lista provvisoria del Patrimonio dell'umanità dell'Unesco. Il professor Şimşek ha richiamato l'attenzione sia sulle fattezze particolarmente realistiche dell'imperatore, sia sulle decorazioni di pregevole fattura della lorica musculata che indossa: il fulmine di Giove, una testa di Medusa al centro del petto, due grifoni che simboleggiavano Apollo. Il destino della statua è già deciso: «verrà provvisoriamente esposta nell'antiquarium di Hierapolis, in attesa di una definitiva sistemazione nel nuovo museo di Denizli in fase di costruzione».
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