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«Se tu non lasci amore»

Andrea Banaudi

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«Mentre era a Napoli Handel ricevette inviti da molte delle più importanti persone che vivevano in quella città o nei dintorni; e fortunato poteva reputarsi colui che riusciva ad averlo per primo e a trattenerlo più a lungo». Così racconta il primo biografo di Handel (in grafia inglese perché considerato perlopiù inglese, Ndr), John Mainwaring nei Memoirs of the life of the late George Frederic Handel. È il 1708 e il musicista, appena ventitreenne, da due anni percorre l’Italia in lungo e in largo: Firenze, Roma, appunto Napoli e Venezia dove il suo Grand Tour terminerà nel 1710. Durante gli anni trascorsi nel Bel paese il talento e la notorietà di Handel aumentano tanto quanto il bagaglio di esperienze maturate sia nella musica vocale sia nella musica strumentale, grazie anche a incontri con musicisti di fama come Corelli e Scarlatti. Protetto da importanti esponenti del clero e dell’aristocrazia, quali il cardinale Benedetto Pamphilj e il marchese Francesco Maria Ruspoli, compone oratori, mottetti, opere, cantate: nascono così «La Resurrezione», la «Salve Regina», l’«Agrippina» e «Armida abbandonata». Accanto a queste e altre grandi pagine, numerose composizioni meno note costellano il peregrinare di Handel in Italia: è il caso delle due versioni del Trio per due soprani, basso e continuo «Se tu non lasci amore», HWV 201a/b. La casa d’aste Stargardt di Berlino il 24 e 25 marzo ha messo all’asta il manoscritto autografo della prima delle due versioni (HWV 201a, scritto il 12 luglio 1708 a Napoli), base d’asta 250mila euro. Il manoscritto è stato venduto a 630mila euro a un anonimo cliente statunitense: non pochi per 29 pagine di un’opera giovanile del «Caro Sassone»!


Andrea Banaudi, 04 maggio 2015 | © Riproduzione riservata

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