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Arcangelo Sassolino, «Sospensione della scelta», 2025. Vetro, pietra e acciaio, cm h 120 x 70 x 47 archive n. AS-2025-019.

Photo: Pamela Randon

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Arcangelo Sassolino, «Sospensione della scelta», 2025. Vetro, pietra e acciaio, cm h 120 x 70 x 47 archive n. AS-2025-019.

Photo: Pamela Randon

Fratture Armoniche: il confine tra suono e materia per Arcangelo Sassolino in riva al mare

Al Lerici Music Festival 2025, la mostra di Sassolino indaga la relazione tra materia e suono attraverso opere e installazioni al limite tra tensione e fragilità. Un percorso espositivo che sfida le convenzioni dell’arte e della musica contemporanea, in scena a Villa Marigola fino all’8 agosto.

Il Lerici Music Festival 2025 si apre con un’esplosione controllata. Non è musica, non è scultura. È «Fratture Armoniche», mostra di Arcangelo Sassolino, in programma dal 25 luglio all’8 agosto a Villa Marigola, sede storica del Festival. Ma le opere non accompagnano la musica, né la illustrano: la sfidano, la generano e, se necessario, anche «rompono». Il Festival, giunto alla sua nona edizione, conferma la vocazione al dialogo tra arti. E per il secondo anno affianca alla programmazione musicale un progetto d’arte contemporanea. La curatela è di Carlo Orsini che, in collaborazione con Galleria Continua, ha sviluppato il tema «Musica e immagine in movimento», ideando una mostra in cui il suono incontra la materia e l’immagine diventa pressione. A incarnare questa visione è Arcangelo Sassolino (Vicenza, 1967), un’artista che lavora «al limite», usando materiali industriali – acciaio, vetro, gomma, cemento – per costruire installazioni che mettono in tensione lo spazio e lo spettatore. Le sue opere non sono forme finite, ma sistemi esposti a rischio. Strutture che possono cedere o, spesso, resistere. 

I dispositivi meccanici, infatti, non decorano, ma agiscono emettendo un suono. Sferragliano, scattano e, a volte, spaventano. Ed è proprio questo quello che accade con la prima opera del percorso espositivo – che si apre all’esterno – con «Piccolo Animismo» (2011): in una struttura metallica, attraversata da un flusso d’aria in pressione, una turbina inietta aria, poi l'aspira e la comprime. Il metallo vibra, si piega e sembra trattenere il fiato. Finché qualcosa cede: un suono secco, improvviso. Una scultura che si muove per respirare. È un corpo cavo che simula un’apparente vita. 

L’opera, già esposta al MACRO e alla Biennale di Venezia, mostra la capacità di Sassolino di trasformare la meccanica industriale in tensione organica. Una tensione che è ulteriormente sottolineata dalle 10 opere allestite al primo piano della villa: qui, lavori recenti affrontano lo squilibrio visivo e meccanico. Accostamenti di materiali  «inconciliabili» – gomma contro ferro, vetro su pietra, carta piegata dall’acciaio – compongono forme instabili e sempre prossime al collasso. Come in «Sospensione della scelta» (2025), dove ogni componente sembra tenuta insieme solo dalla tensione interna. Nulla si rompe, ma tutto può crollare. Le opere non richiedono un’interpretazione, ma una presenza: si tratta di sostare di fronte a una possibilità reale di cedimento.

Arcangelo Sassolino, «Piccolo Animismo», 2011, acciaio inossidabile, turbina, PLC, cm h 300 x 400 x 200 / 118,1 x 157,4 x 78,7 in. Photo: Altrospazio Piccolo Animismo, MACRO, Rome 2011

L’artista lavora infatti sul momento critico, quello in cui una cosa smette di essere ciò che è e si trasforma, attraversando la soglia dell’instabilità. «Cerco il cambiamento di stato – spiega Sassolino – quell’istante in cui una cosa diventa qualcos’altro». Questa tensione non è solo materiale, ma anche percettiva: lo spettatore è chiamato a partecipare, a osservare l’attesa e a percepire la possibilità dell’errore. In questo senso, l’arte diventa essa stessa rischio. La contemplazione prende il posto dell’azione, e il senso di pericolo rimane sempre presente.

In continuità con questo approccio è la serie grafica «Azione / Reazione» (2023), composta da esplosioni di cera su carta che tracciano il gesto di condensare suono e movimento in una superficie immobile. Queste opere si presentano come mappe, diagrammi e vere e proprie registrazioni visive di un’energia liberata o in procinto di farlo: un rumore trasformato in impronta, accompagnato da geometrie casuali in cui il suono lascia il suo segno. Qui il gesto è catturato nel suo effetto e ciò che resta dopo l’impatto. Sono l’eco visibile di un’azione impulsiva ma precisa.

La mostra prende le distanze dall’idea di opera d’arte totale. Non si cerca l’armonia tra linguaggi, ma si lavora nella direzione dell’intermedia, come la intendeva Dick Higgins: zone di intersezione tra media diversi, dove nessuno prevale. Suono e immagine si incontrano ma restano in attrito. Non si fondono, si confrontano. Il risultato è una composizione che non si ascolta ma si guarda mentre accade. L’elemento musicale è implicito, incorporato nella dinamica interna delle opere.

Per favorire la comprensione e il coinvolgimento di un pubblico sono previste visite guidate anche al di fuori delle serate del Festival, rivolte a gruppi organizzati, scuole e associazioni. Questo impegno nel radicare il progetto nel territorio e nel promuovere la mediazione culturale rappresenta una delle priorità dell’edizione 2025 del Festival.

A completare l’esperienza, la mostra è accompagnata da un catalogo in edizione limitata – cento copie numerate – con copertina metallica incisa e un inserto in acciaio capace di produrre suono. Un oggetto d’artista, pensato non solo per essere letto, ma toccato, agitato, ascoltato. Il catalogo non documenta «semplicemente» la mostra, ma ne replica in miniatura i princìpi: tensione tra superfici, attrito tra materiali, possibilità di attivazione sonora.

La mostra si chiude l’8 agosto e fino ad allora Villa Marigola ospita un progetto che non cerca convergenze tra suono e immagine, ma lavora sulle tensioni. La scultura diventa evento, la materia si muove, il suono si manifesta come pressione. Nessuna sintesi, solo interferenze controllate. O meglio, solo «Fratture Armoniche».


 

Arcangelo Sassolino, «Azione / Reazione», 2023, cera su carta, 31,7 x 31,7 cm. Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA. Photographer: Ela Bialkowska, OKNO Studio

Nicoletta Biglietti, 30 luglio 2025 | © Riproduzione riservata

Fratture Armoniche: il confine tra suono e materia per Arcangelo Sassolino in riva al mare | Nicoletta Biglietti

Fratture Armoniche: il confine tra suono e materia per Arcangelo Sassolino in riva al mare | Nicoletta Biglietti