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10 passi verso Artissima | Andrea Molaioli

10 personalità d’eccezione raccontano la loro «Transformative Experience» in attesa della fiera d’arte contemporanea

Cristina Giopp

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Artissima si prepara a inaugurare la sua 29esima edizione, dal 4 al 6 novembre 2022, presso l’Oval Lingotto di Torino. La principale fiera italiana d’arte contemporanea, quest’anno diretta da Luigi Fassi, fa il suo atteso ritorno con 174 gallerie italiane e internazionali, 4 sezioni consolidate (Main Section, New Entries, Monologue/Dialogue e Art Spaces & Editions) e 3 sezioni curate (Disegni, Present Future e Back to the Future) che rimarcano la rilevanza internazionale e confermano un forte segnale di continuità nonché di proiezione al futuro.

Il tema che farà da filo conduttore è «Transformative Experience», un concetto elaborato dalla filosofa americana L.A. Paul e pubblicato nell’omonimo testo da Oxford University Press. Secondo l’autrice un’esperienza trasformativa è un evento che, senza poter essere valutato in anticipo, può cambiare radicalmente la persona che lo vive, mettendone in crisi le aspettative prefigurate razionalmente e aprendo la prospettiva verso l’ignoto. Essere aperti al cambiamento, cogliendo le continue innovazioni e i sempre nuovi scenari che si dispiegano di fronte a noi, è da considerarsi ormai un carattere indispensabile delle persone che vivono il proprio tempo.

E allora, in attesa che Artissima apra le porte, andiamo alla scoperta del tema in 10 passi, intervistando 10 personalità che si sono distinte ognuna nel proprio campo e la cui esperienza può essere d’ispirazione. Quale scelta di vita, fatto o evento li ha cambiati profondamente, rendendoli persone diverse? Insomma, qual è stata la loro «Transformative Experience».

Questa settimana è il turno di Andrea Molaioli, regista e scenografo italiano che è oggi su Paramount plus con la serie «Circeo» di cui ha firmato la regia.

La sua storia in 3 righe.
Nasco a Roma, faccio il regista, ho un motorino, due gatti, mi angoscio e gioisco quotidianamente osservando i miei figli diventare adulti. Ho sempre voluto fare la rock star, meglio, avrei voluto essere un’eccezionale chitarrista rock blues ma non mi sono mai applicato fermandomi a strimpellare pochi accordi senza riuscire a mettere in luce il talento che avrei voluto avere. Ho allora ripiegato verso la regia dove si possono con più facilità millantare competenza e capacità.

Qual è stata la sua «Transformative Experience» culturale?
Due momenti. A 13 anni mio padre mi porta a un matinée domenicale al cinema per vedere il film «Kagemusha» di Akira Kurosawa. Non capisco molto. La storia e i suoi significati mi restano oscuri. Ma non riesco a staccare gli occhi dalle immagini. Mi arriva, prepotente, la potenza del cinema. Un paio di anni dopo, secondo liceo scientifico, il mio migliore amico mi dice che alla sua famiglia è stata regalata una tessera che consente l’accesso per due persone a molte sale cinematografiche di Roma. Lo obbligo a utilizzarla, ovviamente insieme a me, continuamente. Passiamo intere giornate a entrare e auscire dalle sale, a vedere tutto ciò che viene programmato. Mi innamoro definitivamente del cinema. Comincio a capire che è un’esperienza straordinaria di cui non posso fare a meno e inizio a pensare a come poterne far parte in maniera attiva. Il mio amico viene bocciato. Col tempo ci siamo persi di vista. Mi dico che nonostante a volte se ne debba pagare il costo, l’amore e la passione vanno sempre seguite.

Con quale artista (vivente e non) le piacerebbe prendere un caffè ad Artissima e perché?
Non con i miei mostri sacri. Mi emozionerei troppo, non riuscirei a proferire parole e passerei i miei giorni futuri a recriminare su ciò che avrei potuto dire e chiedere. Vorrei invece incontrare qualcuno che sia capace di spiegare al mondo come utilizzare i social media evitando il lento e inesorabile morbo della dispercezione di sé stessi e della realtà. Il rimedio da me adottato (non farne parte) non è plausibile perché è pavido, antistorico e, almeno nell’immediato, irrealizzabile.

Cristina Giopp è storica dell’arte e divulgatrice (Ig: thegirlinthegallery)

Qui gli altri 10 passi già pubblicati:
1. Luigi Fassi
2. Alessio Vannetti
3. L.A. Paul
4. Ohad Naharin
5. Andrea Molaioli
6. Pier Luigi Pizzi
7. Matteo Thun
8. Emilio Re Rebaudengo
 

Andrea Molaioli

Cristina Giopp, 03 ottobre 2022 | © Riproduzione riservata

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