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Archeologi al lavoro sul sito di Coriglia, nel comune di Castel Viscardo

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Archeologi al lavoro sul sito di Coriglia, nel comune di Castel Viscardo

A Coriglia già gli Etruschi producevano terracotta

Nell’Orvietano, attuale distretto artigianale di produzione del «cotto mattone», gli archeologi rivelano che si tratta di una tradizione bimillenaria

Gaspare Melchiorri

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Nel sito archeologico di Coriglia, nel comune umbro di Castel Viscardo (Tr), a pochi chilometri da Orvieto, è stata rinvenuta nelle scorse settimane una fornace di epoca etrusca. Si tratta di una struttura quadrangolare, con un piano di cottura ben conservato e chiaramente visibile per i mattoni e l’argilla rossi, che così appaiono grazie all’azione prolungata del fuoco. Secondo gli archeologi questa scoperta apre un nuovo scenario sulla fase più antica del sito, già noto per il rinvenimento di una «mansio» romana. «Fino ad oggi le testimonianze etrusche qui erano sporadiche, ha dichiarato all’Agenzia Ansa Silvia Simonetti, archeologa responsabile degli scavi. Ora, invece, possiamo attestare con certezza l’esistenza di un’area produttiva preromana, che fa risalire le attività del luogo almeno all’età ellenistica».

La fornace è sotto il piano stradale d’accesso all’insediamento. «Non sappiamo ancora che cosa si producesse esattamente, prosegue l’archeologa, ma la scoperta conferma che già in epoca etrusca quest’area era destinata alla lavorazione dell’argilla». Castel Viscardo è ancora oggi rinomato per la produzione del cotto. La fornace etrusca si inserisce nel contesto della «mansio» riportata alla luce nel 2024. All’epoca fu identificata una vasta area di accoglienza e ricovero per animali e viaggiatori, situata lungo la cruciale direttrice viaria rappresentata dalla via Traiana Nova, oltre che dal vicino fiume Paglia. La funzione delle stazioni di sosta è ben documentata anche dalla cosiddetta «Tabula Peutingeriana», copia medievale di un’antica mappa di età romana. Le campagne di scavo precedenti avevano restituito circa 350 monete, un anello con l’iscrizione «Roma» e numerosi reperti in bronzo e terracotta. Ora però la presenza della fornace porta a ritenere che prima ancora della mansio, in epoca etrusca, il sito ospitasse un insediamento produttivo con una destinazione d’uso diversa e magari più importante.

Gran parte dei reperti scoperti in questi anni sono custoditi nel Museo archeologico di Castel Viscardo, nel centro storico, punto di riferimento per chi vuole conoscere da vicino le radici etrusche e romane di questa porzione dell’Umbria. «Serviranno nuove campagne e un approccio estensivo per approfondire la stratigrafia e sciogliere i molti interrogativi ancora aperti», conclude Simonetti.

Gaspare Melchiorri, 25 giugno 2025 | © Riproduzione riservata

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A Coriglia già gli Etruschi producevano terracotta | Gaspare Melchiorri

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