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Stefano Luppi
Leggi i suoi articoli«Il “Giardino delle Domande”, spiega Amedeo Spagnoletto, direttore del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah (Meis) di Ferrara, è un luogo dove il piacere di imparare e la gioia del gioco si incontrano: adatto a tutte le età, questo labirinto vegetale invita i visitatori a scoprire le regole dell’alimentazione ebraica immersi in un bellissimo spazio verde che di stagione in stagione cambia forma e colore. A circondare il giardino ritroviamo inoltre le piante più significative della Bibbia (dalla palma all’ulivo, dal cedro al melograno) accompagnate dalla loro spiegazione simbolica. In primavera e in estate proponiamo qui tantissime attività didattiche pensate per bambini e adulti: un’occasione per rendere il museo un luogo vivace e sorprendente dove la visita inizia appena varcata la soglia».
Così Spagnoletto presenta l’ultima novità di un luogo attivo dal 2017, completamente rinnovato poche settimane fa sotto la curatela di Sharon Reichel, con la progettazione, direzione e coordinamento dell’architetto Giulia Gallerani, la collaborazione del garden designer Manfredi Patitucci, la realizzazione di Agostino Murari e Oesse Solutions, e la grafica a cura di Pablo.it. Il Giardino è concepito per delineare quattro itinerari che guidano alla comprensione delle regole della kasherut, la normativa ebraica sull’alimentazione, con particolare riferimento all’uso di carne, latte, pesce e uova: a ciascuno dei cibi è associato un diverso punto di accesso, attraverso cui i visitatori procedono rispondendo ad alcuni interrogativi sull’impiego di questi elementi nella cucina ebraica. In caso di errore, proprio come in un labirinto, si deve tornare indietro, ma una spiegazione delle regole corrette consente di rimettersi sulla giusta strada favorendo l’apprendimento culturale attraverso un approccio ludico e interattivo.
All’interno di questo spazio verde crescono l’alloro, il mirto, il timo e la lavanda, le piante aromatiche utilizzate per la havdalah, la preghiera che si recita al termine dello Shabbat per segnare in modo simbolico il passaggio da un giorno festivo e di riposo a quelli feriali. Non mancano piante citate nella Torah, come la palma, l’ulivo e il melograno. All’interno degli spazi museali il Meis ospita fino al 20 luglio ha ospitato la mostra «Bellissima Ester. Purim, una storia senza tempo», dedicata alla storia della regina Ester e del suo coraggio, con opere rinascimentali e preziose pergamene sull’eroina biblica che salvò il popolo ebraico sventando il piano di Aman, il consigliere del re di Persia. Il diffuso percorso permanente racconta inoltre la più che bimillenaria presenza ebraica in Italia, cui si aggiunge una parte multimediale con immagini, filmati d’epoca e documenti che rende edotti sulle terribili leggi razziali del 1938, l’esclusione sociale, la persecuzione e lo sterminio nazifascista che il popolo ebraico subì fino al 1945.

Il labirinto di fronte al Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara. Photo: Tim Berezin
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