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Alessia De Michelis
Leggi i suoi articoliDopo l’apposizione dello Scudo Blu al Castello Sforzesco di Milano lo scorso anno, il 14 maggio ne è stato posto un secondo nell’atrio di Palazzo Reale alla presenza del sindaco Giuseppe Sala, Tommaso Sacchi, assessore alla Cultura del Comune di Milano, Domenico Piraina, direttore alla Cultura, Simone Percacciolo, responsabile della valorizzazione di Palazzo Reale, Michele Jasinski, referente nazionale del progetto della Croce Rossa Italiana, e Massimo Boncristiano, presidente della Croce Rossa di Milano.
Il contrassegno, testimone dell’impegno a prendersi cura della bellezza, dell’arte e della memoria della città, moltiplica il senso di «Il futuro ha una lunga storia, proteggiamola», campagna promossa dalla Croce Rossa Italiana con Anci e il Ministero della Cultura per rinnovare gli intenti della Convenzione dell’Aia del 1954, quando si evidenziò la necessità di proteggere i beni culturali del pianeta dopo le distruzioni avvenute durante la Seconda guerra mondiale.
«Apporre lo Scudo Blu al Palazzo Reale significa proteggere, tramite la cultura e l’arte, l’identità di un popolo, ha affermato Boncristiano. Così potremo trasmettere ai giovani un pensiero importante: tutelare la cultura vuol dire difendere la nostra umanità, tutto quello che donne e uomini hanno realizzato nel corso del tempo». E Barbara di Castri, consigliera di Croce Rossa Italia, Comitato di Milano e referente del progetto Scudo Blu a Milano, ha concluso: «Dopo la grande distruzione avvenuta durante la Seconda guerra mondiale, 37 Stati, fra cui l’Italia, hanno firmato il primo trattato internazionale a vocazione mondiale per tutelare sia i beni mobili che immobili di grande importanza per il patrimonio culturale dei popoli».

Un momento dell’apposizione dello Scudo Blu a Palazzo Reale con Tommaso Sacchi

Un momento dell’apposizione dello Scudo Blu a Palazzo Reale con Giuseppe Sala
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