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Guglielmo Gigliotti
Leggi i suoi articoliRoma. Sono giunti al termine il restauro e il riallestimento a Palazzo Koch, sede centrale della Banca d’Italia, della collezione d’arte orientale che fu dell’imprenditore e collezionista Riccardo Gualino (Biella, 1879-Firenze, 1964), sul quale si è appena conclusa una grande mostra ai Musei Reali di Torino (fino al 22 marzo è in corso «Riccardo Gualino, le magnifique» nel Musée des Beaux-Arts di Chambery) e a cui è dedicato il volume I mondi di Riccardo Gualino. Collezionista e imprenditore (a cura di Anna Maria Bava e Giorgina Bertolino, Allemandi 2019).
Statue di Buddha, Bodhisattva, leoni ruggenti, uccelli simbolici e Shiva danzanti, accanto a tessuti istoriati, ante dorate e pannelli con draghi, vennero raccolte dall’industriale piemontese fino al 1929, quando, a seguito del crollo della borsa di Wall Street, la spirale degli indebitamenti portò il mecenate alla bancarotta, all’arresto e alla cessione di parte sua ingente collezione (da Cimabue a Casorati) alla Banca d’Italia, principale creditore.
La Divisione Patrimonio artistico e arredi della Banca dello Stato ha coinvolto, nell’opera di valorizzazione dei preziosi manufatti d’arte cinese, indiana e giapponese, alcuni tra i maggiori tecnici restauratori del settore, oltre a studiosi del Museo d’arte orientale Giuseppe Tucci. Le antiche opere asiatiche hanno trovato così collocazione in un locale più confacente alle moderne esigenze conservative e di fruibilità, grazie a nuove teche, a un impianto illuminotecnico appropriato e all’articolazione di pannelli didattici che collocano i preziosi oggetti all’interno della complessa trama storica e religiosa del lontano oriente antico.
La collezione è aperta al pubblico solo un sabato al mese, ed è necessaria la prenotazione online sul sito della Banca d’Italia. La visita guidata permetterà di conoscere anche restanti ambienti e collezioni d’arte e di numismatica, ospitate in vari settori dell’edificio progettato da Gaetano Koch, inaugurato nel 1893.
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