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«La Sultane» di Manet (particolare)

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«La Sultane» di Manet (particolare)

Accordo sull’acquisizione del controverso Manet esposto alla Kunsthaus

La Bührle Foundation ha raggiunto un’intesa (dai dettagli riservati) con gli eredi del collezionista ebreo Max Silberberg per «La Sultane» dipinta da Manet nel 1871 ca, che potrà rimanere esposto nel museo zurighese. Era una delle opere su cui permaneva l’ombra dei saccheggi nazisti

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Catherine Hickley

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L’accordo con il successore di Max Silberberg consente al dipinto di restare esposto al Kunsthaus di Zurigo. Si tratta di una delle circa 200 opere prestate dalla Collezione Bührle alla Kunsthaus dal 2012. Il discusso collezionista Emil Bührle, diventato l’uomo più ricco della Svizzera durante la Seconda Guerra Mondiale grazie alla vendita di cannoni antiaerei sia agli Alleati che alla Germania nazista, acquisì opere d’arte saccheggiate dai nazisti. Quando la collezione fu esposta nella nuova estensione della Kunsthaus nel 2021, fu uno scandalo. Nel libro Il museo contaminato, lo storico Erich Keller definì i rapporti sulla provenienza pubblicati sul sito web della Fondazione Bührle «un filtro che nasconde fatti decisivi». Molti sostennero che la Kunsthaus non avrebbe mai dovuto accettare il prestito. Di fronte a tanto clamore, la città e il cantone di Zurigo e i fiduciari della Kunsthaus commissionarono una perizia indipendente, guidata dal presidente del Museo Storico Tedesco, Raphael Gross. Il rapporto aveva rilevato che la ricerca sulla provenienza condotta dalla Fondazione EG Bührle era stata inadeguata e che i risultati pubblicati omettevano molti ex proprietari ebrei delle opere. Bührle acquistò «La Sultane» nel 1953 dal mercante d’arte Paul Rosenberg, che l’aveva a sua volta acquistata nel 1937 dall’industriale ebreo Max Silberberg, che aveva costruito una rinomata collezione con 250 opere per la sua villa a Wroclaw, in Polonia, forzatamente venduta nel 1935 alle SS. Successivamente la sua azienda fu liquidata e lui e sua moglie furono deportati nel 1942 e presumibilmente uccisi ad Auschwitz.

 

 

Emil Georg Bührle tra i suoi quadri nel 1954

La Fondazione EG Bührle Collection ha dichiarato che Silberberg aveva deciso di vendere «La Sultane» prima della presa del potere di Adolf Hitler, avendola data in conto vendita a Rosenberg nel 1932, e che la sua vendita non sia stata dovuta alla persecuzione nazista: il collezionista era già stato costretto a mettere all’asta alcune opere dell’Impressionismo francese durante la Grande Depressione. Tuttavia, il successore legale di Silberberg, il Gerta Silberberg Discretionary Trust con sede a Londra, ritiene che la vendita a Rosenberg sia stata invece una conseguenza della persecuzione nazista e che non è neanche noto se Silberberg abbia mai ricevuto i proventi della vendita del 1937. 
Le due parti hanno concordato di mantenere riservati i dettagli dell’accordo. Lo scorso anno la Fondazione ha dichiarato di voler raggiungere un accordo con gli eredi dei precedenti proprietari ebrei di altri cinque importanti dipinti impressionisti della sua collezione, tutti rimossi dall’esposizione alla Kunsthaus: il ritratto dello scultore Louis-Joseph (1863) di Gustave Courbet, un dipinto del 1895 di Claude Monet raffigurante il suo giardino a Giverny, « The Old Tower» (1884) di Vincent van Gogh, il ritratto di Georges-Henri Manuel realizzato nel 1891 da Henri de Toulouse-Lautrec e «La route montante» del 1884 di Paul Gauguin.

Catherine Hickley, 23 aprile 2025 | © Riproduzione riservata

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