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L'Alte Pinakothek di Monaco e Bernhard Maaz, dimessosi dalla carica di direttore delle Collezioni di pittura dello Stato bavarese, che sovrintendono ai musei di Monaco

Foto Haydar Koyupinar

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L'Alte Pinakothek di Monaco e Bernhard Maaz, dimessosi dalla carica di direttore delle Collezioni di pittura dello Stato bavarese, che sovrintendono ai musei di Monaco

Foto Haydar Koyupinar

Scompiglio nei musei statali bavaresi: il direttore si dimette e il procuratore di Stato indaga

Una crisi innescata dalla gestione dell'arte saccheggiata dai nazisti presente nelle Collezioni di pittura della Baviera. Il ministro della Cultura promette più trasparenza e parla di «un nuovo inizio»

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Catherine Hickley

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Iniziata come uno scandalo sulla gestione da parte dell’autorità museale dell’arte saccheggiata dai nazisti, la crisi delle Bayerische Staatsgemäldesammlungen (le Collezioni di pittura dello Stato bavarese) si è aggravata al punto da portare il direttore, Bernhard Maaz, alle dimissioni e a indurre il procuratore di Stato di Monaco ad aprire un’indagine preliminare.

Le dimissioni di Maaz sono state annunciate la settimana scorsa da Markus Blume, ministro della Cultura dello Stato: «Ha aperto la strada a un nuovo inizio che è urgentemente necessario, ha dichiarato. Questa crisi di fiducia non è ancora stata superata». In sostituzione di Maaz, il ministro ha nominato come direttore ad interim Anton Biebl.

Il trambusto nelle Collezioni di pittura dello Stato bavarese, che dipendono dal Ministero della Cultura del Land bavarese e sovrintendono ai musei di Monaco, tra cui l’Alte Pinakothek, è iniziato a febbraio quando il quotidiano «Süddeutsche Zeitung» ha riportato la notizia che l’istituzione stava occultando delle ricerche sulle opere che ne dimostrerebbero la provenienza da saccheggi nazisti. Il rapporto di 900 pagine ha rivelato l’esistenza di un elenco interno di 200 opere conservate nelle Collezioni di pittura dello Stato bavarese che, in base a un sistema a semaforo, sono state classificate come «rosse»: secondo il quotidiano questo significherebbe chiaramente che sono frutto delle razzie naziste.

 Le Collezioni Statali di Pittura, un’autorità governativa , hanno dichiarato di «respingere con veemenza» le accuse e che la classificazione «rossa» non necessariamente indica che i dipinti siano frutto di saccheggi. Blume ha però chiesto «più trasparenza, responsabilità e coerenza» e ha annunciato ulteriori finanziamenti per la ricerca sulla provenienza.

Durante la conferenza stampa il ministro ha dichiarato che «molte domande rimangono aperte. Prendiamo molto sul serio queste accuse. I musei e le collezioni bavaresi sono ovviamente il fiore all'occhiello della Baviera, quindi non devono esserci dubbi sulla loro integrità. Non c'è posto per l’antisemitismo e non c’è posto per relativizzare le nostre responsabilità storiche».

 

La crisi si è ora allargata. Le indagini di Blume sulle operazioni presso le Collezioni Statali di Pittura hanno messo in luce una «cattiva condotta» che nulla ha a che vedere con la provenienza e la restituzione e ha annunciato un’inchiesta interna. Secondo l’agenzia di stampa tedesca Dpa, che cita una portavoce del procuratore, anche il procuratore di Stato ha aperto indagini preliminari, rifiutando però di fornire dettagli sulle presunte irregolarità. Alla richiesta di commento inviata via e-mail l’ufficio del procuratore non ha risposto immediatamente.

 

Blume ha annunciato una serie di misure per migliorare la qualità, il ritmo e la trasparenza della ricerca sulla provenienza nei musei, precisando che tutte le opere della collezione su cui grava il sospetto di essere state saccheggiate saranno elencate sul sito web del Governo tedesco lostart.de. Ha inoltre promesso un calendario concreto per la ricerca sulla provenienza, annunciando che un gruppo di lavoro esterno guidato da Maike Hopp, docente di ricerca sulla provenienza presso l'Università Tecnica di Berlino, esaminerà le pratiche presso le Collezioni Statali di Pittura e si assicurerà che soddisfino gli standard nazionali.

 

«Non possiamo dirci soddisfatti dello stato della ricerca sulla provenienza e della pratica di restituzione» nelle Collezioni Statali di Pittura della Baviera, ha ammesso Blume. Le Collezioni di Pittura dello Stato Bavarese hanno assunto un ricercatore interno incaricato di studiare le provenienze nel 2008. Stando al suo sito web, l’ente dal 1998 ha restituito 24 opere a fronte delle oltre 360 restituite dalla Stiftung Preussischer Kulturbesitz, la Fondazione per il Patrimonio Culturale Prussiano che sovrintende ai musei di Berlino. Inoltre, come ha sottolineato Sanne Kurz, membro del partito dei Verdi del parlamento bavarese, molte delle opere che le Collezioni Statali di Pittura hanno restituito agli eredi dei proprietari originari sono «di valore inferiore», aggiungendo che «le opere davvero preziose non sono state restituite». Lo stesso Blume è finito sotto accusa per essersi rifiutato di sottoporre alla commissione consultiva del Governo tedesco sull’arte saccheggiata dai nazisti una controversia relativa al «Ritratto della signora Soler» di Pablo Picasso del 1903.

In un comunicato stampa diffuso dopo le dimissioni di Maaz Kurz ha criticato Blume per non aver affrontato prima le carenze dei musei: «È responsabile come ministro della Cultura da tre anni, ma ovviamente non conosceva le proprie organizzazioni o non le aveva sotto controllo». Ha poi annunciato che i Verdi staranno a vedere se il passo indietro di Maaz è stato «il sacrificio di una pedina» o se le riforme porteranno a «un reale miglioramento».

Catherine Hickley, 07 aprile 2025 | © Riproduzione riservata

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