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Marina Oybin
Leggi i suoi articoliEffervescente. Questo il clima che ha caratterizzato i minuti precedenti l’apertura di arteba, la più importante fiera d'arte dell’America Latina, che quest’anno dal 29 al 31 agosto riunisce nel Centro Costa Salguero di Buenos Aires 67 stand di gallerie. Dai giorni riservati agli ospiti speciali e alla stampa fino all’apertura al pubblico, venerdì, l’attesa è stata febbrile.
Con opere moderne e contemporanee di oltre 400 artisti, questa edizione di arteba rinnova il suo impegno nei confronti della scena locale e punta a una maggiore apertura internazionale, promuovendo la partecipazione di gallerie di varie città del mondo (in particolare dall'America Latina, ma anche dalla Spagna e da Miami), rafforzando i programmi di visite internazionali e consolidando i legami con importanti musei e collezioni.
Poche ore prima dell’apertura per gli ospiti vip diversi galleristi avevano già concordato l’acquisto di alcune opere; mercoledì, quando i rappresentanti dei musei nazionali e internazionali sono arrivati alla fiera per definire i dettagli delle loro scelte, sono state concluse numerose vendite. Quest’anno hanno partecipato, tra gli altri, rappresentanti del Reina Sofía di Madrid, del Guggenheim di New York e del Museo de Arte de Lima.
Appena aperte le porte, la galleria Nora Fisch (Buenos Aires) aveva già venduto quasi una decina di opere. Anche le Rubbers, Vasari, Rolf Art, Pasto, Barro, Grasa, Roldán, Constitución, Herlitzka & Co., W, tutte portegne, e l’uruguaiana Sur hanno confermato trattative con musei e collezioni private. Giovedì molte gallerie hanno sostituito un’alta percentuale delle opere esposte che erano state vendute.
Già prima dell’apertura, molti stand avevano venduto tutte le opere di un artista: è stato il caso della NN di La Plata, con i dipinti di Porquería mala, un giovane creatore che lavora sul grottesco della figura dell’antieroe e su una singolare forma di «feísmo», una bruttezza da lui definita «degenerata». I dipinti sono stati sostituiti da una serie di disegni dell’artista.
Il corpo è stato protagonista anche nei dipinti di Laura Ojeda Bär, nello stand della galleria Moria. L’artista ha realizzato un autoritratto mostrando il proprio seno come gesto di resistenza ai canoni di bellezza legittimati nella storia dell’arte. Nella sua opera «Encajetada» (6.500 dollari), integra l’umorismo con uno sguardo acido. Da Madrid, la galleria Pionera ha presentato Victoria Sentimiento, che lavora con il proprio corpo in performance che poi trasforma in opere d’arte: con coltelli, capelli sintetici e biancheria intima femminile, costruisce scene che mostrano la fragilità delle donne vittime di violenza tra le mura domestiche.
La varietà delle proposte era ampia: allo stand di El castillo c’erano disegni a 100 dollari e in quello di Hache fotografie ritoccate di Foto Estudio Luisita a 500 dollari, mentre da Roldán Moderno era esposto un pezzo storico di Juan del Prete, che ha fatto parte della prima mostra di arte astratta in Argentina, a 220mila dollari. Nello stesso spazio, le opere di Pablo Suárez confermano la sua maestria nel grottesco e nell’erotismo popolare: «La cabaretera» (60 mila dollari) è stata venduta, così come altri suoi dipinti.
Nello stand di Aldo de Sousa spiccava la scultura in marmo «Michelle» (80mila dollari) di Alexis Minkiewicz, ispirata a Michelle Lacroix, performer trans e amica dell’artista. Per questa opera monumentale, Minkiewicz si è recato a Carrara, ha scelto un blocco di cinque tonnellate e lo ha lavorato con precisione chirurgica. Il risultato: un corpo controegemonico che ha calamitato tutti gli sguardi.
La galleria Vasari proponeva sculture di piccolo formato di Lorena Guzmán (da 4mila a 6mila dollari). Sempre in piccolo formato, nello stand di Ruth Benzacar c’era un’opera in alluminio traforato di Marie Orezans con la sua storica frase: «Pensare è un fatto rivoluzionario».
La galleria uruguaiana Sur presentava «Los emigrantes, Homenaje a Segall», del 1956, di Antonio Berni (1905-81). Sempre di Berni era in vendita «El obrero caído» (1953), un’opera ipnotica in tecnica mista raffigurante un funerale popolare, di 3 metri di lato. Tra altri pezzi importanti di Berni, di cui ricorrono i 120 anni dalla sua nascita, figurava un’opera iconica incompiuta di una donna nuda sulla spiaggia, illuminata dalla luce della luna. È uno degli ultimi lavori realizzati dall’artista di Rosario. Tutte opere di qualità museale.
La fiera di Buenos Aires ha confermato ancora una volta il suo ruolo di piattaforma indispensabile: uno spazio in cui convivono opere storiche, scommesse rischiose e l'effervescenza di un mercato in espansione. Tra molteplici vendite e dialoghi globali, arteba ribadisce che l’arte argentina continua a scrivere la sua storia nel tempo presente.

Un particolare di «Michelle», la monumentale scultura realizzata in marmo di Carrara da Alexis Minkiewicz e proposta dalla galleria Aldo de Sousa

«Michelle» di Alexis Minkiewicz era proposta dalla galleria Aldo de Sousa a 80mila dollari

«La autosarcofagia voluntaria del niño fruto o la reencarnación de Eton en tomate rastrero, 2025, di Lorena Guzmán, nello stand della galleria Vasari

«Los emigrantes, Homenaje a Segall», opera del 1956 di Antonio Berni, proposta dalla galleria uruguaiana Sur