«La guerra» (1905-06 ca) di Alberto Martini

Cortesia di Gabinetto dei Disegni, Castello Sforzesco, Milano

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«La guerra» (1905-06 ca) di Alberto Martini

Cortesia di Gabinetto dei Disegni, Castello Sforzesco, Milano

Al via la quarta Milano Drawing Week

Irina Zucca Alessandrelli, curatrice della Collezione Ramo, illustra il percorso in 13 tappe dell’«edizione della maturità»: per nove giorni le opere su carta di artisti contemporanei e del XX secolo sono protagoniste di mostre in musei e gallerie della rete urbana meneghina

Dal 23 novembre al primo dicembre Milano diventa nuovamente capitale del disegno con la Milano Drawing Week, un percorso in 13 tappe presentato da Collezione Ramo con l’Assessorato alla Cultura della città, dedicato ai lavori su carta di artisti contemporanei qui messi a confronto con carte di maestri del secolo scorso condivise dalla nota e ricchissima Collezione Ramo. L’edizione 2024 è la quarta ma rappresenta una sorta di nuovo inizio («è l’edizione della maturità») per le molte novità rispetto agli anni passati. Coinvolge infatti tre istituzioni pubbliche (oltre al Castello Sforzesco, storico partner, la Cittadella degli Archivi e la Casa degli Artisti, dove il 22 novembre alle 19.00 si tiene la festa, anche musicale, inaugurale), cui si aggiungono otto gallerie d’arte milanesi, una di Brescia e una di Roma (anche questa, una novità. Info su gallerie e artisti al sito web), ospiti di spazi milanesi.

Alla Cittadella degli Archivi va in scena la grande mostra brasiliana «Attitudine politica. Artisti dell’America Latina dall’Archivio di Paulo Bruscky», curata da Jacopo Crivelli Visconti; alla Casa degli Artisti la personale «Carta Rampante e Attrezzo Disegnante» di Manuel Scano Larrazàbal (prima mostra prodotta da Collezione Ramo); al Castello, un focus sull’opera di Alberto Martini (1876-1954) in dialogo con Vincenzo Agnetti (1926-80). E allo spazio 7022, con la cura di Irina Zucca Alessandrelli, curatrice Collezione Ramo, il lavoro del giovane artista emergente Marco Paleari, in dialogo con un’opera di Enrico Baj. Tutte le mostre sono gratuite, grazie a numerosi partner e sponsor tecnici.

Dottoressa Zucca Alessandrelli, il vostro obiettivo è, da sempre, promuovere la cultura del disegno. Come avete concepito le mostre?
Sono tutte mostre pensate per ogni tipo di pubblico, al pari dei molti workshop, destinati ad adulti e bambini. Alla base c’è la convinzione che il disegno non sia ancora abbastanza riconosciuto: la nostra vuole essere una piccola rivoluzione per restituirgli il ruolo che merita. E il pubblico ci ha sempre premiato: l’anno scorso abbiamo avuto 6mila visitatori.

Sono incuriosita dal dialogo tra Alberto Martini e Vincenzo Agnetti al Castello Sforzesco (dov’è in corso fino al 19 gennaio la mostra «La Danza macabra»).
È un dialogo silenzioso, di segno concettuale: noi presentiamo l’opera di Agnetti intitolata «Forgotten pages memorised», un collage del 1971, il cui bianco contorno delle pagine fa da cornice a un vuoto nero, al posto del testo tagliato via. Il senso, solo apparente di vuoto e di morte, rimanda alla splendida serie macabra di Alberto Martini. 

La mostra curata da Jacopo Crivelli Visconti è invece molto militante. Vuole parlarcene?
Il curatore l’aveva presentata nel 2023 a San Paolo del Brasile e ora la porta a Milano in prima europea. Si tratta di 120 opere dell’Archivio di Paulo Bruscky, un artista brasiliano che ha raccolto per decenni gli scambi di opere d’arte via posta con altri artisti resilienti e resistenti alle dittature: una forma di mail art dettata dalle circostanze. La censura, infatti, controllava tutto ma non le lettere, per la loro quantità. Così per una ventina d’anni, dai Settanta in poi, questi artisti hanno potuto continuare a produrre opere che venivano poi esposte, per pochissimi, in piccoli spazi segreti.

E alla Casa degli Artisti?
Qui c’è la grande installazione di Manuel Scano Larrazàbal, artista padovano di origini venezuelane che ha trascorso un periodo di residenza presso la sede milanese della Collezione Ramo, dove ci sono un gigantesco disegno rotante e una macchina che disegna in tempo reale con pennarelli appesi al soffitto. Un lavoro programmato dall’autore ma anche affidato al caso e che cambierà nel corso della mostra perché l’opera continuerà a disegnare per nove giorni. 

Lei ha curato anche, nello spazio 7022, sul Naviglio, la personale di Marco Paleari, un giovane che ancora non è rappresentato da una galleria.
L’ho conosciuto in uno dei miei «studio visit» e sono rimasta colpita dalla sua innovativa rivisitazione di opere storiche. Sono felice, perciò, di far conoscere il suo lavoro alle gallerie in cerca di giovani talenti. Vorrei poi segnalare i nuovi laboratori, per i quali desideravo dei format brevi, che divertissero ma che permettessero di uscire arricchiti di una tecnica che si pensava di non poter affrontare, come l’acquarello per esempio. Ma c’è anche la «camera lucida», per realizzare ritratti somigliantissimi. Ci sono poi tour guidati (di Ad Artem), con dialoghi del pubblico con l’artista, dopo una mia introduzione. L’obiettivo? Mostrare quanto vario e coinvolgente possa essere il disegno.

«Forgotten pages memorised» (1971) di Vincenzo Agnetti. Cortesia di Collezione Ramo, Milano

Ada Masoero, 21 novembre 2024 | © Riproduzione riservata

Al via la quarta Milano Drawing Week | Ada Masoero

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