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Chiara Massimello
Leggi i suoi articoliPrima della pausa estiva, il 18 giugno a Milano, Finarte ha battuto un’asta di 100 immagini iconiche della fotografia italiana: una vendita dedicata in cui si percepiva il desiderio di verificare lo stato reale della fotografia nel nostro Paese. Gli artisti, presentati in rigoroso ordine alfabetico, erano tutti nomi noti e importanti: tra gli altri, Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Lisetta Carmi, Vincenzo Castella, Franco Fontana. Luigi Ghirri, Mario Giacomelli, Guido Guidi, Francesco e Mimmo Jodice, Ugo Mulas, Fulvio Roiter, Ferdinando Scianna, Oliviero Toscani, Paolo Ventura, Luigi Veronesi e Massimo Vitali.
Pochi giorni dopo, la londinese Christie’s, che non propone più aste interamente dedicate alla fotografia in Europa (come pure Sotheby’s), ha inserito alcuni scatti di autori celebri nelle due vendite Post War to Present (dal vivo il 26 giugno e online, fino al 3 luglio). Tra essi, Richard Mosse, Zanele Muholi, Bill Viola, Roni Horn, Wolfgang Tillmans, Irving Penn, David Hockney, Andreas Gursky, Robert Mapplethorpe, Louise Lawler, Toshio Shibata e Lorna Simpson. I migliori risultati di Christie’s sono arrivati con «Kate McQueen» di Wolfgang Tillmans che ha totalizzato 75.600 sterline e «Freischwinner 103» venduta per 210.600 sterline, entrambe molto sopra la stima massima. Irving Penn con i suoi iconici «Three Poppies, Arab Chief» ha totalizzato 113.400 sterline, «MaID III, Philadelphia» di Zanele Muholi è stata venduta per 12.600 e «Tulip» di Robert Mapplethorpe per 18.900, ma alcuni lotti sono andati invenduti, come l’iconico «Puff (I)» di Roni Horn o «Brasilia, Bank Sector North» di Andreas Gursky.
Da Finarte, la percentuale di venduto è stata del 73% per lotti e dell’89% per valore. Marica Rossetti, senior specialist del dipartimento Fotografia, conferma che le aste di fotografia «a volte hanno percentuali più alte, ma per un’asta tematica, siamo contenti del risultato. Erano solo 100 lotti e abbiamo ottenuto alcuni record da non sottovalutare». La celebre automobile in «Gran Bretagna» di Gianni Berengo Gardin è stata venduta a 4.900 euro, superando la stima massima di 3.500 euro, una polaroid di Maurizio Galimberti, omaggio a Maradona, ha totalizzato 18.420 euro e un’opera della serie «Studio di Giorgio Morandi» di Luigi Ghirri ha raggiunto 32.910 euro. Due vendite internazionali e in gran parte supercontemporanee a Londra e una più classica, tematica e legata a un mercato più nazionale, in Italia; tipologie di artisti molto diversi e differenti stime di lotti (da meno di 500 euro a 180mila sterline), ma risultati simili.
I grandi nomi, consacrati nel presente, come Ghirri e Tillmans, ottengono ottimi risultati, spesso molto superiori alla stima massima; le «belle» fotografie di grandi autori, come Roni Horn e Giuseppe Cavalli, faticano, legate a un collezionismo più di nicchia che in questo momento è un po’ restio all’acquisto, forse anche soffocato dall’eccesso di offerta del mercato. «Fuori campionato» è una delle fotografie più iconiche della storia, «Noire et Blanche» di Man Ray, venduta da Sotheby’s a Londra, il 24 giugno, nell’asta di arte Moderna e Contemporanea della sera, a 2.114.000 sterline (da una stima di 1,5-2 milioni); il giorno seguente, ritornando alla «normalità», l’opera di Francesca Woodman «From Space2, Providence, Rhode Island» ha raggiunto 44.450 sterline, Robert Mapplethorpe con «Lisa Marie» 48.260, Andreas Gursky con «Hong Kong Stock Exchange II» 355.600 e un polittico di 15 stampe in unica edizione di Bernd e Hilla Becher, «Winding Tower Heads», 95.250 sterline.
Nella vendita della Mallin Collection (parte III) del 20 giugno, un trittico di Andres Serrano, «Red Pope Parts I-III» è stato venduto per 30.480 dollari, mentre opere di Gregory Crewdson, come pure James Casebere e Sam Taylor-Johnson sono state aggiudicate sotto la stima minima. Infine, in una delle ultime aste prima della pausa estiva, Modern & Contemporary Discoveries, due foto del sudafricano Pieter Hugo sono rimaste invendute. A New York, a fine giugno, un risultato stupefacente è quello dell’asta di Christie’s di rari dagherrotipi dedicata alla Maillet Collection. La vendita ha totalizzato 1,6 milioni di dollari, con il 96% per lotti e il 93% per valore; il dato rilevante è che il 51% dei partecipanti alla vendita erano nuovi clienti. Top lot, «Portrait of a Woman» (1840 ca) di Robert Cornelius a 60.480 dollari.
In un momento indubbiamente non frizzante per il mercato dell’arte, complice un eccesso di proposte, di fiere, un ritmo eccessivo per gallerie e collezionisti, una forte pressione a migliorare costantemente i risultati, ma anche un evidente cambiamento di gusto, la fotografia, che non ha mai veramente vissuto un momento di gloria sul mercato, né si è mai legata alle mode del momento, resta concretamente stabile. Chi la colleziona, difficilmente cerca la speculazione, ma piuttosto segue una passione e un reale interesse legato al lavoro dell’artista. Indubbiamente, il mercato americano è molto più vivace e solido di quello europeo, certamente più maturo, e al suo interno la fotografia ha saputo ricavarsi una posizione ben precisa confermata dalla continuità di aste a New York; tuttavia, il fatto che in Europa siano state cancellate le vendite dedicate, introduce alcuni fotografi tra i classici dell’arte. Credo sia giusto vedere Man Ray accanto a Schiele e Picasso, Mapplethorpe con Kentridge e Warhol. Oggi è tra i grandi nomi storicizzati, negli scatti iconici, che c’è più interesse e disponibilità di spesa da parte dei collezionisti. Tuttavia, sono proprio quei «giovani» che oggi tentennano nella vendita che terrei sott’occhio, come pure i grandi della fotografia italiana che non sono ancora stati veramente scoperti. Con qualche migliaio di euro si comprano stampe incredibili.
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